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MDXVnr, OTTOBRE.
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madama Cariota uno anno manco non è niente; non volendo, se cognoscerà non aria voluto etiam madama Loysa morta. Et par Madama voy andar conira el Re a dirli questa nova lei de tal morte. Et poi andono da la Raina, con la qual partono disimulando eie., lezendoli l’Orator sumarii di Levante e di Hongaria. E perchè erano aparali li cavali per la Raina per andar a spasso, tolse licentia ; et el Bastardo li disse esser lelere di Anglia, monsignor PArmirajo esser passato con gran fortuna, e la conserva scorse in Fiandra, e lui smontò in certo porto su dita ixola. Et quello seguirà, aviserà. Scrive aver ricevuto letere di la Signoria nostra, di 1’ orator di esso Cristianissimo re, e parole con colora usate in Colegio, et il processo exequirà al bisogno eie.
   Di Spagna, di sier Francesco Corner orator nostro, date in Saragosa a dì 9 Septembrio. Come erano venuti a lui do dotori dii Consejo, a dirli di certa ripresaia liavea uno Artachio biscaino, per una nave in questi mari profundò con artelarie sier Zacaria Loredan essendo capitanio di le galie bastarde, qual era homo di guera e non corsaro; et che voleva fusse dà libertà poter andar a’ danni de la Signoria eie. Esso Orator disse se marave-gliava de questo, havendo de recenti el re Calo-lico fato la suspension di (al ripresaie etc.; tmde partiti, mandò el suo secretano dal cardenal de Tolosa e il degan de Zanzon, sono capi dii Consejo, per saper di questo, dicendo le raxon di la Signoria. Li quali disseno erano stalo questo Arlagio al Consejo, et questi dotori erano stà mandali a parlarli, e si vederia. Scrive come, a di 5 vene, per uno nontio di don Ilugo di Monchada, la nova di la rota e naufragio auto, come dirò di solo per la copia di essa letera, che qui soto sarà registrada. Era galie 9, nave e barze 15 e fanti 7000, di quali perirno 3000. Scrive, l’Orator francese è varilo dii mal havia. Monsignor di Chiever è zorni G è indisposto di lluso, non mal di pericolo.
   Dii dito, di 24. Come havia ricevuto letere di la Signoria nostra con li sumarii, e come quelli do doclori erano ritornati da lui a dirli quel Ar-tagio solicitava e non se poteva far de manco de farli juslicia, non contra le galeaze, ma contra altri navili in Levante. Scrive risposta fatali ; el Re non romperà la so’ fede.
   Dii dito, di 25. Come fo dal Re. Era con Soa Maestà el cardenal di Toriosa e Ire altri nominati in le letere, videlicet..........
el quel degan de Besanzon, al qual li disse l’amor
portava la Signoria nostra a quella Maestà, e quello li havia dito quelli do dii Consejo, che saria romper la fede de la suspension fata di le ripresaje etc. Con molle parole fo mandato da parte; poi chiamato, li fece risponder Soa Maestà voleva observar la suspension fata, ma che si vederia dejure al Consejo se questa ripresaja di Andagio era compresa, overo non. L’Orator scrive come vedrà di far perlongar fino monsignor di Clevers varisse, qual fo quello li fece far la dita suspension di le ripresaje. Scrive, è letere di 28, di Anglia, in lo episcopo Baiadohe e monsignor de Lasan orator di quel He, con li qual disnoe. Li disse come la pace col re Christianis-simo non era firmata; ma si stava su le pratiche, e il regno di Navara non si restituirà. Scrive come lo naufragio ave don Hugo di Monchada, le galie è salve, peride solum le nave et 2500 fanti di quelli stati in Italia, et presi da’ mori 400, i qual fono fati presoni; unde questi dii Consejo de la guera ne mandano su dila armada per rinforzarla altri fanti 2000, e li fano nel regno di Ragon e di Valenza. I qual fanti anegati sono quelli veneno da Napoli. Hanno palito il premio di danni et crudeltà usate in Italia in queste guere proxime passate.
   Di Ingaltera, di sier Sebastian Justinian el cavalier orator nostro, di 18 Septembrio, a Londra. Come fo dal Re al Tarn, lì apreso Londra ; li lexe li sumarii dii Turco, et si alegrò. De
lo	acordo fato col Christianissimo re, Soa Maestà disse non è ancora concluso: è da far ancora. Item, disnò li, e poi disnar parlò a domino Nicolò Moro consier, suo amico, qual li disse di questa pratica el Cardenal la trata lui con li oratori francesi, nè si sapeva se non quanto el voleva. Scrive, esso Orator andò poi dal dito cardenal Eboracense, e coloquii insieme; qual li disse aspeelavano el zonzer di monsignor Armirajo e tutto se coneluderave. Poi tolse licentia, el Cardenal lo chiamò, dicendo la Signoria vostra sarà compresa in dito acordo etc. Item, fo dal reverendo episcopo Parisiense orator dii Christianissimo, qual etiam li disse aver comis-sion dal suo Re nominarla Signoria nostra; siché aspelano l’Armirajo.
   Da Milan, dii secretano Caroldo, date a Gambalò a dì 5. Come erano zonte letere a Monsignor illustrissimo, eri el marchese di Monterà morite a Casal, però è bon la Signoria scrivi a la Marchesana dolendosi.
   Dii dito, di 6. Come ha ricevuto sumarii di Constantinopoli e Ragusi et li ha comunica a Monsignor. Ringralia inolio; qual li ha diio che l’acordo