599 MDXV1II, DICEMBRE. 300 legio. E compito, si reduseno li Savii con li Cai di X da basso, dove è l’andeo di la cusina dii Doxe, a lezer le letere dii Baylo di Constantinopoli drizà ai Cai di X, e terminono far doman Pregadi per chiamar Consejo di X, per dar ducati 1000 al Provedador di l’armada torni a far lo efecto. Fo termina in Pregadi liberar le galie di Barbaria, ch’è assediate in porlo di Saragosa da alcuni corsari. Ilcm, terminono mandarli 50 miera di biscolo, qual fo fati cargar, et monilion e arlelarie bisogna etc. Di Alexandria, fo letere eri, di 23 Novcm-brio,per via di Candia, molto fresche. Scriveno esser pochissime specie. Nola. L’orator dii Turco ozi, dicendosi vesporo, vene in chiexia di San Marco a veder insieme con sier Zuan Francesco Morexini savio ai ordeni. Fo etiam a San Zuane Polo. Sa latin coma nui, è di nalion modoneo. In questo zorno, fo il perdon a Santa Maria Ma-zor di colpa e di pena, comenzò eri, dura queste feste ; et cussi a la Pietade, et a San Zuan Laterali noviler concessi dal Pontifìce. Etiam è venuto uno altro perdon a la chiexia di San Silvestre la vizilia di dito Santo e il zorno di la festività. Noto. A di 26, poi disnar, fo portalo ai Frari menori, in una cassa, il corpo di Catanio... ., qual andava su la corda exeelentemenle, morto a Verona da ponta. Ha ordina esser sepulto qui e posto la sua bandiera, e cussi fo messo in Capitolo. Ancora quel prete cazele il Zuoba di la caza su la Piaza, e fo miracolo non sia morto, varile; hora è stà ferito et è morto. 163 Adì 26, Domenega, fo San Stefano. La Signoria fo a messa a San Zorzi Mazor con li oratori Papa, Franza et Ferara, et il Doxe non fo in sala, per il fredo, al pranso. Fo trato etiam il palio a Lio ; et per esser andati li Capi di X do di loro, fo terminà doman far Pregadi per poter chiamar Consejo di X, et ozi far Collegio. Da poi disnar aduncha, fo Colegio dii Principe, Signoria et Savii,-et lete le letere da Constantinopoli, et poi inlrò i Cai. A dì 27. La matina, reduto il Colegio, fo leto una letera di Sibinico, di sier Alvise Disamano conte et capitanio, di... . Avisa, turchi esser corsi su quel teritorio e aver menalo via anime 8 et animali et fato danni, ut in litteris. Da poi disnar, fo Pregadi per proveder a le galie di Barbaria et dar ordine a sier Sebastian Moro provedador di l’armada, è a Parenzo, quello l’habi a far, et chiamar Consejo di X con la Zonta per aver danari. Et prima fo leto le letere dii Provedador di l’armada. Di Crema, di sier Ferigo di Renier podestà et capitanio fo leto una letera, di ... . Zerca il caso ocorso a domino Panlaleo Zurlo qu. Achiles, venendo di le noze di la fia dii qu. domino Anzolo Maria da Sant’Anzolo, fo amazado da do incogniti; et preso domino Hironimo di Benvenuti dotor et cavalier, et uno Anzolo Maria so’ l'ameio, a la fin contessono averlo fato amazar al dito so’ famejo et uno altro nominato Hanibal Briancese, qual è absenle ; et questo per aver auto a far con la prima so’ moier, et averlo fato retenir per una senlentia, disprician-dolo etc. Per il che esso Podestà dimanda autorità poter l’absente bandir di terre e lochi con taia, ut in litteris; molto longa. Fu posto, per li Consieri, darli autorità poterlo bandir di Venelia, terre e lochi,etc. con taia vivo lire 1000 di pizoli, et morto lire 500. Ave 2 non sinceri, 3 di no, 165 di si ; fu presa. Fu leto le letere di Constantinopoli, venute l’altro eri, dii Baylo nostro sier Lunardo Betn-bo, date in Andernopoli a dì 28 Octubrio. Come, da poi l’ultime sue, quel Zamel moro, havendo fato capo al miracurt prometendoli danari che ’1 facesse exequir la senlentia li fece far di ducati 10 milia contra la persona di esso Baylo ; unde esso miracurt li piaque il parlido e prese l’assumpto, e mandò per esso Baylo, qual per esser amalato non potè andar e mandò il dragomano, al qual esso miracurt li disse el Baylo non voi pagar la senlentia fece el chadì ; farò arz e lo darò al Signor. 11 qual dragoman disse il Signor non l'aria se non justicia per essere dita sententia fata contra raxon, perchè el Baylo non dia per capitoli esser astreto in persona, ni in el suo haver. E tornalo a dirli questo, esso Baylo lo mandò dal bassà dolendosi di questo; 163" el qual nionslrò averlo mollo a mal che ’I miracurt si volesse impazar in tal cosse. El qual miracurt vene dal bassà per parlarli di questo, e non si parli che ’1 bassà vene in colora e lo rebufò. 11 qual miracurt disse più non se impazeria. Scrive esso Baylo, è bon far provision, stante la sententia in piedi, di farla taiar al Signor per quello si manderà de lì eie., benché lui tien pratica farla anular con donar 200 over 300 ducati ; ma quello vegnirà si potrà doler al Signor el Baylo nostro sia stà sententiado contra i capitoli. Da novo non è innovato altro più di quello scrisse. Dii dito, di 14 Novembrio, pur trata di