385 MDXIX, GENNAIO. 386 Foscari, savio a Terra l'erma. Poi parlò sier Luca Trun savio dii Consejo; li risposo sier Alvise di Prioli el consier. F.t venuto zoso, li Savii allri mes-seno mandar sier Toma Coniarmi con titoli di baylo e ambasciator. Et poi sier Zuan Francesco Mocenigo savio ai ordeni andò per parlar, et li Savii si tol-seno zoso. Et sior Michiel Salanion consier e li Savii messeno star sul preso, e sier Nicolò Arimondo Cao di XL inlrò in questa opinion. Et andò suso sier Zorzi Emo procuralor, biasmando l'ima e l’altra opinion ; quella star sul preso pessima ; mandar secretano è poco ; voria si mandasse orator come zà più di tre mexi l’aricordò: et le’ una bona et savia renga. Andò le parte: una non sincera, 14 di no, 75 dii Prioli, 115 dii Salamon, e questa fu presa. Et fo comanda di questo grandissima credenza, perchè, con effecto, è materia importantissima. Fu preso il pezo per mia opinion, et voleva parlar, ma non avi il loco. Et nota. Intesi, per letcre di Ragusi di ,Ta-corno di Zuìian venute, questi sortii passati, particular, ma non lecte al Pregadi, come era zon- 10 de lì uno spagnol, dice l’ambasador dii re Ca-tholico va al Signor turco, e quelli hanno scrito a 11 sanzachi li mandi scorta et compagnia; et il san-zaco di Castel Novo li ha mandato compagnia ho-norata per questo. Et si vene zoso di Pregadi a hore 3 di note. È da saper: per le parole dissi in renga ultimate, che si leniva sier Andrea Baxejo provedador sora l’Adexe con spexa di ducali do al /orno senza far nulla, et il Colegio feva questo senza autorità, però è bon sparagnar la spexa et spender i danari dove bisogna; per il che, per Colegio, la malina sequente, memori de le mie parole, li fo scrito venisse via, et a Uuigo facesse quello bisognava, e a Padoa non fusse più pagato. Sichè son sta causa ili far questo bene. A dì 22. La malina, se intese, per via di Fon-tego, la morte certa de l’Irnperador; et uno tedesco chiamato Limpach, disse aver letere di tal morte a dì 12 dii mexe. Vene l’oralor dii Signor lurco, quel Salatili, et scompagnato da alcuni di Colegio, videlicet sier Antonio da Mula el consier e do savii di Terra ferma, et sentalo apresso il Principe, li fo lelo la risposta presa far eri in Senato; et come Alvise Sabadin secretano anderia con lui fino a Kagusi e per le terre nostre inquirendo di ladri per punirli eie. Et dito orator monslrò non si contentar di la risposta zercha i Spandolini, che ’I voria pur lui i / Diarii di li. Sanuto, — Tom. XXVI. danari, dicendo l’acordo non poi esser fato, et è falso che Alvise Griti fiol naturai di sier Andrea procuralor babbi conzo la cossa, perchè l’è vero al suo partir se era prima in pratica, ma poi nulla fu concluso; instando aver li danari. Al qual orator è sia preparato darli uno tuliman di raso verde, e di sora una caxaca di veludo alto basso fo-(Irà di raso, e a altri soi caxache di scartato, et a lui contanti ducati 300. Da poi disnar fo Colegio di Savii, et fo letere di rectori di Verona. Haveano etiam la morte di l’Imperador per la via di Anfo, ut in litteris; il stimano scriverò, lete sarano in Pregadi. Di Cao d’Istria, di sier Francesco da Mula podestà et capitanio, di... . Ftiam scrive questa morte ; e quelli di Trieste aver fato tirar in castello l’artelarie et mandato 25 fanti in Maran. A dì 13, Domenega. Fo pioza la malina, et a San Stefano predicò quel maestro Andrea di Fe-rara: e tolse lieenlia, va a Ferara, dove predicherà in domo questa Quadragesima. Se intese, per la venuta di Zulian todesco qual interpetra le letere, stato a Trento, parli Marti a dì 18, come de lì era certa la morie di l’Impe-rador a Vols, ch’è una villa, da colico et lluxo, et 208 ‘ lui senti sonar campane di morti per lutto Trento. Et che ’I vescovo era partito il dì avanti. È andato per stafela in questa villa, eli’ è lontan di Trento mia . . . , per esser ivi a le exequie. Da poi disnar, fo Gran Consejo. Et volendo li Consieri far IO voxe conira le leze, sier Nicolò Michiel dolor el sier Benelo Zorzi avogadori andono a la Signoria, el fo fato solum 9 voxe, e tutte pas-soe; che fo gran cossa, licet da un anno e più in qua uno altro Consejo passò lule le voxe; sichè a poco a poco si redurà come prima. Fu posto, per i Consieri, dar lieenlia a sier . . .. ., podestà di...... venir in questa (erra per zorni 15, lasando un zentilhomo eie. Fu presa. Fu posto, per li dili, sier Jacoino Marzelo e-leclo capitanio di le galie di Baruto, aleuto le ga-lie non va al presente per non esser le galie da darle per il viazo, possi esser provado eie. Sier Zuan Francesco Mocenigo savio ai ordeni andò a la Signoria, dicendo è mala parte, voi meter si vadi al viazo; et li Consieri si tolseno zoso, et non andò la parte. Da Milan, dii Caroldo secretano, di 19. Scrive, come monsignor di Talagni vien dal He a la Signoria nostra per consultar, venendo il re Catho-lico con arme in Italia, quello si habi a far eie. ut 25