335 MDXVIII, MAGGIO. 386 dazio (li anfore C di vili ut in parie, et fu presa. Ave 145 de si, 10 de no. Fu posto, per li Savi ai ordeni, non era sier Zuan Dollìn : che’ I sia manda sovenzion a sier Se-baslian Moro provedador di l’armada, per lui e per le galie Marzela, Canata et Riva. Siali manda una paga e mezza, et debbi esso Provedador dar a la galia Riva, non havendo auto altra sovenzion in Cypri, videlicct a li ofidali e zurme ; et dito Provedador debbi far rimeler li liomeui ; et havendo la galia Riva auto sovenzion in Cypro, siali dà tanto inanello; preterea sia preso che la galia Marzela, finito il mese di Avoslo, il Provedador la mandi a disarmar. Ave 168 de sì, 3 di no, et fu presa. Non voglio restar di scriver qui, ancora babbi sci-ito di sopra, il gran numero di sgombri se pia, adeo si trova podio altro pesce in Pescheria, perchè li pescadori vano a piar scombri et ne trovano assae e con poeha faticha, con esca di sardoni. Si vende 15 fin 20 al soldo, di’è cossa incredibile. La pesca di diti sgombri si spaza ogni zorno a San Marco et Rialto, et molti ne insalano, fazendo serbarli al fumo et sono optimi. In Becharia è poca carne et non bona. Et el formento in questo tempo, padoan, vale» lire 3 soldi 15, è cresuto soldi 5, era a lire 3 soldi 10; sichè non si trova predo in terra ferma, ldio laudato. Veneno in questi zorni, in questa terra, do am-basadori de la comunità di Brexa, domino Zuau Francesco di Ducili cavalier et Zulian di Chalini richissimo citadin, venuti per certa causa. A dì 5. La matina, li tre electi eri in Colegio a contar con li Banchi, primo sier Batista Erizo disse era Consier et poteva refudar senza pena, sier Gasparo Malipiero disse era Censor nè li poteva esser dato questo cargo. Hor vislo la parte di la sua ereazion, la Signoria terminò....... Di Roma, fo letcre di l’Orator nostro, di 29 et una fo drìzata a li Cai di X. Et vidi una parlicular di primo Mazo. Avisa il Papa fo a la Magnana con tre reverendissimi carde-nali Ragona, Corner et Orsino, i quali sono li primi de tuta la corte a piazeri et caze. Questo era l’or-dene: la matina a bon bora andavano li maistri di la caza, d come i trova boni lochi, referiscono al Papa. Et la caza era di porzi, capri et altre sorte di animali, e poi con li falconi. E così subito disnado, Soa Santità andava solazando fino al loco dove vedeva corer li cani driedo qualche animale, e spesse volte (1) La carta 227 * è bianca. 1 Viarii di M. Sanuto. — Tom, XJV. veniva lato bellissime prese, di le qual il Papa prendeva grandissimo piacer; però è stalo longamenle fuora. Domenega passala ritornò in Roma, et Limi a dì . . . fu concistorio, e fu fato el reverendissimo cardenal San Sisto zeneral ili Predicatori legalo in Alemagna, in luogo dii cardenal Farnesio ch’ò ama-lalo a uno suo caslelo longi di Roma mia /i0. Eri, fo ultimo Fevrer, il Papa con 18 cardenali andò a cena a caxa di missier Aguslin Gixi, et erano etiam do sorde dii Papa, a piedi et a cavalo. Prima Soa San-tilà andò a San Piero, et poi montò a cavalo e andò per Borgo vechio, et passò avanti San Spirito, et nel zonzer a la caxa dii Gixi, fo disseralo alcuni pezi de arlelaria in segno de alegreza. La caxa era benissimo in ordene di arzenti assaissimi. 11 zardino bellissimo e grando, et havia conzegnalo una fontana solo lera che loleva Paqua dii Tevere et con alcuni inzegni bulavano l’aqua per il zardino; ch’ò sia un bel veder. Vieti diio missier Aguslin à speso ducati 2000 e passa; et poi esser vero per esser slà zorno di..... Da poi disnar, fo Colegio dii Doxe et Signoria e 228 * Savi [>er dar audicntia, et aldìteno alcuni oratori brexani et altri. A di 6. Il Principe non fo in Colegio per non si aver sentilo. Questa note fo letere di tre andono a la rota Sabadina, di quelle occorenlie, date a la Badia, el si parleno per far vari servicii et execution, jusla la comission datoli. Ozi fo gran pioza tulio d zorno. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consulen-dmi per dar audientia. A dì 7. Etiam il Doxe non fo in Colegio. Fu ben a messa in la sua camera, jusla il solilo; da ma-lina verà in Colegio. Fo grandissima pioza. De Ingaltera, di l’ orator nostro sier Seba-stian Justinian el cavalier, fo letere date a Londra a dì 12 Aprii. Di coloqui aulì col cardenal Eboracense, in materia voriano loro tralar la trieva e paxe con Nmperador e la Signoria nostra, et non atender a le pratiche si llen con il re di Pranza; et che per quella via non si concluderà, ma la Signoria si doveria meler nel re d’Ingaltera, el non si fidar tanto dii re di Francia; con altre parole. A le qual esso Orator rispose jusla le teiere scriloli : che la Signoria nostra una volta era eolegala con il re Cristianissimo, et per quella via tralava le perlonga-lion de le Irieve overo paxe, sichè non si poteva far altramente, saria un romper la confederaziou e lianza eie. In questa matina, fo mostrato le zoie di San Marco, di ordene di la Signoria, ad alcuni francesi, 25