MAX VII, OTTOBRE. 56 lere, la Signoria col Colegio terminò relenir Iute le private et non dar letera alcuna fuora, et questo perchè non vada atomo queste nove essendo in questa terra Painbasador dii Turcho, aziò non P intenda, benché si lazi guardo niun parli al dillo ambasador se non il turziman e altri depuladi per i Cai del Consejo di X. . In questo zorno seguile il caso di Lunardo di la jotonia fatoli, tamen la malina seguente fu previsto el liberato dii lutto. A dì 30, la matina. Fo letere di Lion, di sier Antonio Justinian dotor nostro, va al Christianissìmo re, date a dì . . . Avisa el suo zonzer li, el seguitava el suo viazo per trovar el re Christianissìmo verso Molines. Item, aver inteso de li il zonzer dii Calholico re in Spagna, el una nave de le soe si brusò con robe de gran valuta : altre cose scrisse, ma non da conto. Da poi disnar, fo etiam Consejo di X con la Zonta. Fo diio sopra monede, tamen nulla si disse fosse sia deliberalo. Peno li Cai di X per Novembrio, sier Anzolo Tri-vixan fo capitano a Padoa, sier Zuan Venier fo Cao di X, qu. sier Francesco, sier Vetor Foscarini fo consier, qu. sier Alvise dotor procurator, qual non è più stalo. È da saper: fo trovalo in questi zorni in Fontego di Todcschi, in camera di certi mcrcadanti todeschi, do barilli di bezi nuovi, li qual diseazeno assae, maxime quelli è stampa da una banda sola ; et per li Cai di X fo mandali a tuor e messi in Zecha e scolarti, e Parzento dasperso et il rame dasperso resi a dili merchadanti, perchè loro non li hanno fatti baler et non hanno fatto mal che meritasseno haver danno. A dì ultimo Octubrio. La matina nulla fu da conto, solum sì ave lelere di Alexandria di sier Nicolò Bragadin consolo di Aleppo, drizata a sier Marco Antonio Loredan suo barba, mollo copiosa di nove, la copia de la qual scriverò qui avanti. Da poi disnar fo Colegio di Savii, per esser la vezilia di Qgnisanti. Le nave di Levante sono in llislria. Di Oratori vanno al Signor turcho, date in Damiata, seguirò le letere sonte V altro zorno, date a dì 7 Agosto. Come stando in aspetalion de la licentìa de andar al Cayro, ricevete letere di sier Jacomo Bragadin consolo nostro di Alexandria, et manda la copia, li avisa dii desordene seguito per causa di uno galioto de la nostra galia di Alexandria è de lì eie. Et scrivono che Foratoi1 dii Signor, vedendo non venir la risposta, eri con doe fusle se levò e andò per il Nilo al Cayro per incontrar dillo noncio; etiam è andato per farli preparar alzamento in el Cayro. Loro Oratori voleano andar suso a Bulacco; ina hanno terminato aspelar prima la licei) -lia. El Signor è in pacificha et queta possession do lulle le signorie et domini fono dii Soldan do’ cercassi, et Soa Excelentia aloza nella insula in mezo al Nilo a P incontro dii Cayro vechio. E la letera è dala in Damiata. Item, per una letera pur di ditto zorno. Scrivono, avendo sigilato le letere, soprazonse una zer-ma dii Cayro con uno sch'avo dii Signor, con letere directive a l’oralor suo stalo in Cypro. Li scrive, che li è sia grato intender il zonzer di essi Oratori nostri, c li commele li acompagninó fino al Cayro, per quel modo li saria più grato e comodo. Per il che essi Oratori lerminono partirsi et andar per il Nilo con zermc per più comodila, et per il subassi ' fu previsto di tre zermc, una per le robe e doe per le persone di essi Oratori e de la farneja. E cussi domai) partiriano, e quam primim meti la provenza l'arano vela. La causa de la lardila di la risposta: avisa il Signor fe’ risposta quel zorno al suo orator che Pavé l’aviso, ma venendo in diligentia dal Cayro, esso nonlio perse la sua zerma el à stentato per camino a trovarne una altra. E scrivono che Porator che si partì li aspela per scompagnarli, justa l’or-dene datoli dal Signor turcho. lo 17 die 23 Octobris, in Consilio X 29 cimi Additionc. È summamenle necessario, per onore et beneficio dii Stailo nostro, che se proseguisca la revision de le casse tenute prò tempora dai Camerlengi de questo Consejo, dal principio de la guera in qua, el precipue per haver afirmado i prudenti Baldissera Frizier et Alexandro Michiel razonati ad diio efeto l’anno preterito, che fin hora non è sta revisto el quarto dei conti antedicli, el tamen per essa poca revisione, son sta trovadi alcuni erori a danno pu-blico et recuperado bona parte del denaro. Pertanto, aziò tal laudabile effetto sortisca P exilo desidera-do, curn quella mazor diligentia et celerità che sia possibile, L’anderà parte: che, per autorità de questo Consejo, la revision de tutte diete casse sia remessa ai Avogadori nostri extraordinari, ai qual etiam è dato el carico de reveder i libri de l’oficio di Camerlengi, et se poi dir che bona parie depende l’uno da l’altro; con questa però conditione, che a tal scrvitio siano