9 MDXYII, OTTOBRE. 10 a messa, e donar ducali 23 a l’aliar di oferla; ma poi el non poi caminar, non va più, ni la Signoria. Si dice la messa e il suo cavalier dà l’oferla di tanti ducati d’oro di /.eolia. Hor, Colegio reduto col Principe, vene alcuni da dia’ Michiel per oaxon de certa monacha da dia’ Michiel è nel monastero di Santa Catarina zà anni... et si voria sagrar, e par liabi marido. Le monache non voi sagrarla, e il Patriarca è contento e fu fato certo alto. Hor fo mandi per il...... Da Milan, fo letere di 28, et di Franga dii Badoer orator nostro, di 19. 11 sumario dirò di sotto. Da poi disnar, fo Colegio di Sa vii el Consejo di X simplice, vi fu il Doxe, per far la sua Zonta, Cassier e altri so’ onleni. Fo letere di Eoma di VOrator nostro, le ultime date a Viterbo a dì 28, e di Napoli di 10. Il sumario etiam dirò di sotto. Fono nel Consejo di X electi 15 di la Zonta, et uno Cassier per 4 mexi, sier Zuan Venier, el uno sopra le artellarie, sier Alvise Gradenigo. Quelli di la Zonta è questi: Sier Antonio Grimani procurator, f Sier Nicolò Michiel dolor cavalier procurator. Sier Zacaria Gabriel procurator. Sier Zorzi Emo procurator. Sier Andrea Griti procurator, f Sier Francesco Foscari el cavalier procurator. Sier Hironimo Justinian procurator. Sier Alvise Pixani procurator, dal Bancho. Sier Marco Donado, fo cousier. Sier Domenego Benedelo, fo consier. ‘ f Sier Balista Morexini, To podestà a Padoa. Sier Batista Erizo, fo cao dii Consejo di X. Sier Alvise. Dolfin, fo consier. Sier Lunardo Mocenigo, fo podestà a Padoa, qu. Serenissimo. Sier Francesco Bragadin, savio dii Consejo. Nota. Questi 3 segnali con la f moriteno avanti l’anno. 3 Da Milan, di Zuan Jacomo Caroldo se-cretario, di ultimo Septembrio. Come manda lettere di Franza, et che è aviso il cardenal de Syon era fuzito di terre di sguizari, et che si teneva sguizari sariano con la Maestà dii Chrislianissimo re, eie. Item, non scrive in materia di Francesco Maria alcuna cosa. Di Franza, di sier Zuan Badoer dotor et cavalier, orator nostro, date a dì 19 Septembrio. Dii zonzer dii Stalileo orator dii Papa al Chrislianissimo re, qual ha auto audienlia e visitata la Serenissima rezina e illustrissima Madama madre dii He. Item, è letere de li oratori dii Chrislianissimo re, zonti a Ca|es, come si erano abocali con li oratori dii re de Ingaltera, et Iralavano zerelia la re-slilulion di Tournai e speravano havesse a seguir. Item, scrive, il Calholico re partito per mar per andar in Spagna, spazoe esso Orator a Paris a l’o-ralor nostro sier Francesco Corner, destinalo a Sua Alteza, il qual convegnirà de lì luor la via di andar in Spagna per terra. Scrive coloqui auli ut in littcris. Di Roma, fo letere di sier Marco Minio orator nostro, date a dì 20 a Roma et 21, et poi a Viterbo di 28. Scrive il partir prima dii Papa per quel loco, con assa’ cardenali ; anelerà ai solili soi piaceri. El come havia parlalo con il reverendo episcopo di Samalò orator dii Chrislianissimo, zerclia l’aviso auto il re Chrislianissimo voy dar 200 lanze a Francesco Maria, provision eie. 11 qual li ha dito non esser vero, el che ’1 Roy non faria queste cosse al presente; saria un dimostrar averli dà favor contra il Papa. Scrive poi dii suo zonzer a Viterbo, per esser apresso dii Papa, per poter negociar con Sua Santità, dove è con 17 cardenali, e coloqui auli con Sua Santità, qual dice haver mandalo i danari per dar a li guasconi a Fiorenza per aver il dominio di Urbin, et che li ha costà 50 niilia li spagnoli, 25 milia li guasconi, el 30 milia li altri fanti, a li quali ha convenuto darli una paga; sichù oramai è slracho dii spender. Item, scrive dii partir dii reverendo e-piscopo di Puola di Averoldi per venir qui nonlio dii Papa a star fermo. Item li fanti spagnoli, auto li danari, si parlirano per reame, et li guasconi per Milan ; altre particularità ut in littcris. Da Napoli, di Lunardo Anseimi consolo nostro, di 19 Septembrio. Come di Palermo si ha, alcuni temerari de la parte di don Hugo di Moncha-da, fo viceré de la Sicilia, s’apresenlò al Viceré in palazo, domandando el castelo in poter loro animosamente; a li quali el Viceré rispose che ’1 castelo era dii He, e per lui si ha a lenir e aìlri non se ha ad impazar. El qual molo havendo parso al Viceré e a li altri molto disonesto, né forse pezo havesse a inlra-venir, caute fu concertalo, che quando quelli insieme si trovaseno, si dovesse amazar, oridando per la terra « viva il Re » e cussi unanimiter deliberalo. 3* Una matina, hcssendo quello in chiesa, furono morti