81 MDXVII, NOVEMBRE. 82 liuti, che fono Ire, in Ire volle, sicome ha scrilo, li qual tulli mandono ben satisfati via, et al secondo, che vene per domandar viluarie et animali et li mandono a donar ducali 500, el qual disse: «Mi vien voja butar in aqua ti e li danari » sichè li conveneno mandar altri ducali 300, e fo satisfalo. Poi questo ultimo, qual era molto honoralo, al qual detono el tributo di anni 4 in robe eie., et monslroe la lelera li mandò el Signor turcho che li desse questo tributo, scrita in latin. Poi disse di Famagosta, qual è terra fortificala: et per sua opinion la reai starla meglio lì a Famagosla, come zà fu preso e^oi revo-chato; e benché di Nicosia si scuodi ducali 7000 de inlrada stando lì il Luogotenente e Consieri e la camera, tamen andando a star a Famagosla non smi-nueria ducati 2000, i qual sì miorirave in allro. E altre particularilà disse, che non mi exlenderò in 42* scriver, perchè io non Io aldìti a referir; ma come inlesi, queslo è il sumano. Da poi fe’ lezer la letera aula da suo fiol di Cypri, con le nove. Poi disse era sialo a Rodi mollo honoralo dal Gran maislro, et co-loqui auli insieme, e Rodi è fortissimo e ben in or-dene,e non hanno paura dii Turcho; el qual convicina ben con Cypro, e fa ogni dimoslrazion di be-nevolenlia verso la Signoria nostra. El Principe lo laudoe haversi ben portato, et lolse licenlia. Vene li nonci et oralor dii conte Zuan di Corba-via, el qual voleva far conlraeambio di Ire soi castelli e darli a la Signoria nostra, con queslo si desse qualche castello de qui in Lombardia o allro dove el potesse viver; et do altre richieste. Ilor cri li Savi consultono, el per el Principe ozi li é sta fato risposta. Prima : non ne par far altra movesta per adesso di soi castelli, perchè scmo conienti più presto el stii di là a la defension de quelli; e quanto a li danari dia haver da nui per suo stipendio compite questo Mazo passato, li havemo dà carisee per ducati C00 el non se li mancherà di saldarlo per zornada. Quanto a menar la moglie che l’ha tolto in Hongaria, qual è neza dii cardenal de Istrigonia che è nostro amicissimo, laudemo menarla, et col Ban di Corvatia potrà venir securamenle. Et cussi scriveremo a li reclori nostri di Dalmalia, che quanto a li soi subditi hanno recapito in dile terre non li fazi alcun favor et non li aceptino, imo per via di proclamo fazi intender questo voler nostro a lutti. Et cussi fo ordenato le lelere. Et dito nonlio dii prelato signor Zua-ne, è nominalo conte Guido ; et cussi fo expedito. Di Vicenza, di rectori sier Piero Trivixan podestà, et sier Marco Vendramin capitanio. I Viarii di M. Sanuto. — Tom. XXV. Come haveano afìladi li dacii de’la gabella, et uno allro per uno anno, et mioralo da 60 milia di più eie. Dii Canzelier grando nostro domino Zuan Piero Stella, qual è amalato di gole, fo ledo una póliza scrive al Principe. Come fu dalo provisión a domino Jacomo. Stafer, capitano sguizaro, di ducali 300 a l’anno, el non l’ha aula, el ha mandalo li soi nonci in questa terra per averla. È ben lenirlo ben edifichato e da bon servilor, et aricorda fa per questo Stado havcrlo per amico. Jesus 43 Exemplum. In Consilio X cum Additione. L’è cresciuta da certo lempo in qua tanta audalia e temerità in alcuni zentilhomeni, ciladini, subditi nostri, et altri, che, ancor che per diverse leze et or-deni sia proibito, a quelli tali quali sono slà conde-nali per le loro colpe et mancamenti, ad añilar per . via de signori, ambasadori over altri, ad intercedere la absolulione sua, et pariter domandar ofìlii et benefitii, usando termcni de sorte et qualità che, olirà che sono perniciosi el abbominevoli cum suf-focatione de la juslilia et disconlenlo de tulli i boni, non poleno esser se non cum vergogna et ignominia de questo Stado. lì che non essendo per alguno modo da sopportar: L’anderà parte che salve e confirmale tulle altre parte et ordeni supra zio desponenti, sia, per autorità de queslo Consejo, preso el statuido, che se algún zenlilhomo, ciladin, subdito, over allro, et sia chi esser se volgia, presumerà de far intercedere a la Signoria nostra, per mezo de signori, ambasadori over altri quocumquc nomine nuncu-pentur, alguna absolulion, salvocondulo aut grafia per qualche oilìlio et benefitio, ipso facto se intenda esser incorso in pene de conliscation de tulli li so’ beni, e se bene lì fosse facta la gratia richiesta, o sia per queslo Consejo o per qual Consejo se voglia, niliilominus quella oltre tulle le pene supra dechiarale se intendi et sia de niun vigore ac ro-bur, non aliter ac si facta non fuisset. Questo etiam dechiarilo, clic se alguno de questi tal con-dennali che havesseno habuto gralia ut supra se 43* venisseno ad lassar trovar fuori dei confini ad loro per le condanason sue limitali, possìno et debiano esser presi et mandale le condenation sue ad ese-cutione, non altramente che se non havesseno habuto la gratia domandala. 6