145
MDXVII, DICEMBRE.
14G
In litteris de 15 de Octobre, date in Syo da V orator Mocenigo.
     Come havevano, dal partir da Rosela fino a quel loco, havuto tempi contrari, tamen non haveano palilo alcun sinistro. Che in quel loco era venuta fama, che 4 zornale da poi partito el Signor dal Cayro, l’havea fato morir Janus suo primo bassi, et simelmente se diceva del defterdar over thesorier. Item, si dice incerto auctor.e, come quel Imbracor-hasi, capitano contra el signor Sofis, era stato posto in fuga et roto. Tamen non li era cosa alcuna con fondamento.
In letere 20 Octobre, da Constantinopoli, di V orator Mocenigo.
     Come a dì 22 erano zonti de lì, perse 3 de le conserve per fortuna la note precedente.
     Come, mandalo ad apresentar lo letere de la ex-celenlia del Signor ad Perì bassa, sua signoria lo mandò a levar da galia, et eondulo a caxa con sì ho-nerevolissima compagnia, con admiration et concorso de tulio el populo, il quale, per cerla voce venuta li zorni precedenti, existimava el venisse più presto come preson che come ambasador.
     Come era sta a visitar el bassa, dal qual era slà lanlo acarezato et honoraio, che non se poiria dir più, talmente che lutti quelli se ne davano grande
*	meraviglia, che haveano rasonalo de li danni fati per suhditi convicini a subdili de l’una et l’altra parte, el havevano Ira lor concluso de farne oporluna pro-vision.
     Che esso signor bassa li havea diio, che ’1 Signor continuava il camino per venir a Constanlinopoli, el che, essendo cussi, se poteva judicar il capitano suo che è in Persia havea dovuto più presto prosperar clic aver patito danno come se diceva a Syo; et che la morte del Janus bassa era reputata per vera ; del defterdar non se diceva cosa alcuna.
     Come il capitano di Tarmala, zoè el sanzacho de Galipoli, frequentava ogni giorno in persona l’Arse-nal, e non solimi faceva reveder et calafatar le galie d legni conduti per lui ultimamente, ma etiam fornir li altri novi non più stati in aqua.
     Come el faceva ogni Strema et violente provinoli de maistranze de suhditi et non subdili soi; si-chè hanno posto mano a galie grosse, fra vechie et nove, fra qui, Galipoli et golfo de Nicomedia, da
 100	in zercha. Palandarie 30 da cargar cavali et ar-l Diarii (li M. Sanuto. — Tum. XXV.
lellarie, che sono de portada el grandeza de galie grosse; galie solil da 100 et vinti in suso; fuste et galiote numero grandissimo: cosa che a lui saria stata incredibile se coi ochi propri non havesse veduto de le 10 parte le 8.
   Che ancor che abundino le artellarie, che tamen de prcesenti, de dì et de nocle senza pillilo de inter-mission fano bular basilischi, canoni, corlaldi et de ogni altra sorle numero incredibile. El che li erano venuti de ponente, in quelli dì, miera 100 di stagno; et che sopra una nave, essendo a Syo, ne erano miara 25; et che ne li regni non li manca cosa alcuna a far armata sì tereslre come marilima, de dili slagni.
    Che de lì se tien per cerio che tanta el sì potente 82 et incredibile preparatione non sia per esser invano, et non sohm il vulgo, ma turchi de qualche grado ancora, dicono che ’1 se torà impresa de Italia et presto.
    Che per dila armada sono preparati remi, sartie, ancore, et che abonderano de zurme, venendo maxime la persona del Signor a Conslantinopoli.
   Che alcuni pochi, però ancor che siino liomeni de judizio, hanno opinion che habino ad tuor la impresa di Rodi, non obslante le triegue o pace che si ha questi zorni concluso.
    Che l’era sialo a visilation dii prefato Capitano di l’armada, qual parlando a proposilo li subdili nostri de le insule di l’Arzipelago, et che dano recepto a li corsari che fanno danno a subditi sui, et che se dovesseno castigar, disse che la Signoria nostra era stata bona amica dii padre et avo di questo Signor; et che so la se voleva conservar la dovesse mantenir bona pace con lui, perchè nè li re di Pranza et Spagna non seriano sufìcienli ad ajutarla. Et che ritornando de Alexandria, poteva ruinar le insule di Rodi et Rodi medesimo; ma non havea voluto, perchè presto et quello et (ulto el reslo e la mazor parie de la cristianità saria del suo Signor.
   In lettere di 28 Octubrio, di Constantinopoli.
    Che tulli quelli zorni preteriti era slà visitalo in nome di quel magnifico bassa, et faloge molte ca-reze et honori; et che havendo diio lui de volerse partir, era slà ordenato la sua cxpedilione mollo honorevole, et armavasi a Galipoli due fuste per a-compagnarlo fino a cavo Colona.
10