431 MDXVW, MAGGIO. 432 liora in questa terra a San Moisè in cha’ Contarmi dove sia il vescovo di Baffo da dia’ da Pexaro, el qual à auto lelere di Roma che ’1 Papa li perdonava, voleva partirsi e andar via a Roma, tamen essendo per partirsi, ave altre lelere il Papa voleva averlo ne le man, et seguiva la intimazion venisse a Roma et che ’1 voi privar dii capello, unde si parti di qui a dì... et incognito andò a la volta di... . A dì 26. La malina nulla fu di novo. Da poi di-snar fo Consejo di X con la Zonla; non fo alcuna nova da scriver. A dì 27. La malina fo il Legato dii Papa in Co-legio, è stalo fuora verso Miran a mudar aiere ; nè fu nova da conto. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e Savii per aldìr li visentini etc. 260 Snmario di una letera di Franta, data in Ani- bosa a dì 14 Alano, recevuda a dì 26 Mazo 1518. Avanti eri vi scrissi che ’I se doveva far qui la expugnalion de un gran bastion fato in foza de un castellelo con dui turioni da le bande et due porle in mezo, et.da la parie destra vi era la porla dii so-corso a canto al turione : tamen non è sii fatto la expugnalion, ma sohm il campo se ha apressato a dito casteleto, in questo modo. Fumo premessi alcuni stratioli vestili de una livrea da cremesin bianco et nero cum li sui capelleli a la dita livrea, et corseno solo il castellelo, et subito per la porta del socorso nè ussite allratanli de una livrea tutta de cremesin bianco, et erano da 25 per banda in tulio, et de quelli de dentro era capò monsignor Boclial con una casaclia de restagno d’oro con la sua ma-zocha in mano : de quelli de fora il capo era monsignor de Santa Colomba, et quei scararnuzorno un pezo dandose la fuga l’un a l’altro. Et queli de dentro ussiteno poi (ulti fora et deleno la fuga a quelli altri sino a le zente d’arme che venivano in orde-nanza con la fantaria, et alhora se mosse un squadron de homeni d’arme, et se monslrò lì. Da poi vene una banda de fanti de quelli del castelo a la scara-muza con lanze moze. Et capo de le fanlarie era monsignor Lorger et searamuzò con quelli de fuora un gran pezo et tìngevano far presoni el molli ca-schar morti, et poi se rctirorno. Erano di fuora da zercha 300 fanti, tra sguizari, capo monsignor de Florangies fiol de Ruberto de la Marchia, el. altra sorte de genie. Erano da 200 homeni d’arme capo la Majeslà del Re, vestilo de la sua prima livrea de pene, et li altri tulli erano vestili de le livree che havevano quando giostrono; et lì alcuni homeni d’arme a piedi combateno con quelli de dentro che erano ussiti a la scaramuza pur con lanze moze. Corseno etiam homeni d’arme a cavallo, el furono rote molle lanze, et giostravano senza liza. Da poi, molti de li diti smonlorono a piedi, et cum le piche da vera andorno solo la terra, et se peslorno con quelli del castellelo lì apresso le fosse; ma vi era una sbara in mezo; et de li altri combaterono con li slochi a cavalo, et in questo combaler la Majeslà del Re era anche lei. Fumo poi apressate lo arlellarie apresso lo castellelo e lirorno molli colpi de falco-neli, et per dimostrar de baver bulato a terra le mure, furono balule zoso alcune tele depilile cum merli che parevano mure. Haveano posti etiam altri lalconeti in alcune case che batevano per lìancho in el castello, benché noti lirasseno balole. Erano etiam altre arlellarie grosse a cosla a un monlicello e ti-rorno assaissimi colpi. Quelli de dentro travano schiopi, archibusi et artellaria più grossa, che bufava per balota ne lo colonnello de li fanti et homeni d’arme una baia come uno baione, che era bel veder. Non restavan li stradioli de scaramuzar et farsi presoni l’uno de l’altro, else rompevano le lanze moze intorno. Fumo ancor più aprosimate le arlellarie, et tirate più fiate, et più aproximato lo campo. Quelli de dentro stavano a le sue poste et facevano bona guardia, el li sui cavali lizieri andorno da drieto via et asallorno il campo et scararnuzorno cum la retro-guarda de le fanlarie et homeni d’arme, li quali con li sui stradioli li deleno la fuga, et se ne ritornorono dentro. Da poi assaltorno le arlellarie che erano a costa al monte, el poi forno rebatuti; finalmente vene nocte, el le zente de solo se relirorno. Tenute fin 15, non ho tempo di scriver le scaramuze et balaglie de ozi, ma per le prime sapereli il tutto. In Ambosa, a li 15 Mazo 1518. Hirommo Canal. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consu- 261" lendum. Et in Quarantia criminal fo menalo, per sier Lorenzo Orio dolor avogador, Valerio Inzegner avocato, qual era in presoli per munegin a San Arian con suor Filippa Perniano, fìa di sier Renuzi, con la quale usoe carnalmente; e olirà il processo è la sua confession. Et lo difese domino Rigo Antonio de (1) La carta 260 * è bianca.