35 MDXV1I, OTTOBRE. 3G 18 Fo loto h letera di sier Daniel Malipiero, patron a VArsemi, da TJderzo, domandando li-centia perche ’1 compie. Et, per li Savi, fu posto scriverli una lelera in risposta, che non obstante che ’1 compia Patron a l’Arsenal, debbi restar ancora con la instcssa autorità e nome di Patron a l’Arseual, fino l’arà compito di trovar li legnami per la casa, ut in parte. Da Milan, di Zuan Jacomo Caroldo, teiere di... Avisa, lo agente di la Cesarea Maestà ha ’uto lelere di l’Imperador, qual manda la copia, come, per tratar le diferentie 1’ ha con veneliani, 1’ havea voluto mandar soi noncii e consieri a Trento, dove doveva esser uno comissario dii Papa; ma havendo inteso che la Signoria non voi il Papa sia judice, poi che la voi cussi, è contento che il Christianissimo re et il re Catholico mandino soi agenti li a Mantoa a questo effecto, dove lui ha destina li soi etc. Fu posto, per li Savi, una letera a l’orator nostro Badoer .... apresso il Christianissimo re, et mandatoli la copia di dite letere, facendoli intender avessemo a caro non fusse fato tal convento a Mantoa, ma altrove; et che tamen di tutto se re-metemo a Sua Majestà christianissima; con altre parole ut in litteris. Ave tutto il Consejo. Fo leto le letere di Pranza et Ingaltera, di sopra ho scrito il sumario. Di Verona, di sier Alvise Contarmi podestà, e sier Daniel Renier capitanio. Scriveno, come molti domandano a li villani dii veronese i loro fili in questi anni, di qual li sono debitori, et loro si scusano esser stata la guera, et non dieno pagar per non aver auto intrate; per tanto voriano la Signoria nostra li avisasse come dieno governarsi in tal materia, perchè sono do sorte de vilani debitori di fìti, e li uni sono stali sempre solo l’Impe-rador, li altri stali soto la Signoria nostra etc. Edita letera non fu leda. Fu posto, per sirr Antonio Grimani procuralor, sier Francesco Foscari el cavalier savii dii Consejo, sier Zuan Trivixan, sier Antonio Condulmer et sier Maria Sanudo savii a terra ferma, scriver a diti rec-tori di Verona, che in questa materia vogliano nldìr tutti e ministrar raxon ejustieia ut in parte. A l’incontro, sier Francesco Bragadin, sier Andrea Trivixan el cavalier savii dii Consejo, sier Benelo Dolfin et sier Pandolfo Morexini savii a terraferma, voleno scriverli che fazino raxon e justicia contra quelli è stali sempre con Verona, soto la Cesarea Majestà; ma quelli sono stati soto la Signoria nostra, eh’è di qua di l’Adexe, havendo patito assae per la guera, non dieno esser molestati, ut in parte. Sier Zorzi Corner el cavalier et procuralor, e sier Piero Landò savi dii Consejo, nulla volseno meter. Parloe primo sier Francesco Bragadin ; li rispose sier Francesco Foscari procuralor, poi andò suso sier Andrea Trivixan el cavalier. L’hora era larda, et fo rimessa la materia a doversi expedir uno altro zorno. Fono publichadi quelli di Pregadi c Zonta che 18* dieno per tre mexi andar a compagnar la Signoria, e cussi li altri di olici justa la forma de la parte. Et molti si andono a scusar, chi pereorolo, chi per età, et fono assolti per la Signoria senza altro. A dì 20. La malina fo gran pioza, et reduto il Colegio, vene l’orator di Franza, al qual fo comuni-chato quanto fu preso eri in Senato, di scriver a l’O-rator nostro apresso la Christianissima Maestà, zer-cha el convento se dia far a Mantoa, e ditoli li svisi si ha di l’armata dii Turcho, qual era andata a la volta dii Sire lo. Vene l’oralor di Hongaria, exponendo la sua ambasata: come era venuto per aver danari di quello questo Stado dia dar al suo Re eie. Il Principe disse non doveva aver, se fosse fato li conti et refato li danni come voi el dover. Et lui orator disse era presto a voler contar; sichè se conterà. Noto. Dito orator, queste altre volte è stalo qui, li era dà ducati 100 al mexe per sue spese, et questo perchè alias el Re morto de Hongaria feva le spese al nostro Orator in Hongaria, et haveva eli am li ducali 80 al mexe, et nui li devamo al suo ducali 100. Hora che questo Re non ha fato le spexe al Su-rian, ni fa a quelo da eha’ Bon eh’ è in Hongaria, cussi il Colegio ha termenato non li dar li 100 ducati al mexe, solum la caxa fornida et pagarli le barche. Da poi disnar, fo Colegio dii Principe, Signoria e Savi, per aklir li Consieri per certa diférentia di levar uno testamento dii qu. sier ......Contarmi che la Signoria dia risponder a la gratin ; manon fono in ordene, manchò un Consier a redursi. Fo expedito letere in Franza e li sumari di mar et a Roma. Di la Cania, fo letere di sier Lucha Lore-dan rector, di 18 Septembrio. Qual avisa, per uno gripo parti di Alexandria a di 3, esser sta licentiali tutti li nostri navili, excepto la galia di Alexandria et 3 nave ut in litteris, la copia e sumario de la qual etiam scriverò qui avanti. Et zonse questa sera con barcha di peota, gran pioza e vento, sier Ilironimo Corner di sier Zorzi el cavalier procurator, maridato in Candia, qual è anni 5 andò in Candia, et si mandò in una Muaza richa,