3-25 uimin, marzo. 326 di primo Marzo. Come ora venuto li per terra di Negroponte, el la "alia Riva venuta lì ; tamen per dubito di le fusto lurchesche vegneria per terra a Chiarenza, et vegneria al Zanlce poi passeria a Gor-l'ù. Avisa el Signor turco aver mandato comandamento per tulli quelli lochi, cadnun poi cavalchar e manza il suo pan dehano andar a trovarlo in Soria a la sua Porta, e Ini voi veder la monslra, e questo in corto termine, aliter siano tajadi per mezo. Itemi, el Signor ha mandato a far comandamento che tulli dii suo paese dehano dezunar G zorni, e questo a zio Macbometo lo lazi prosperar e non lassar si amazi di soi turchi, zoè prolonga il suo Ramadan per più di zorni G, e si fu/i certe elemosine, ut in litteris. Dii Zante, di sier Polo Valaresso proveda-dor, di 8 Marzo. Come era sta fato questi comandamenti da parte dii Signor a quelli lochi turcheschi, e si fazi dezuni, et che le fuste ussiteno per andar in corso, lurchesche, par che l’armada di Rodi era l'uora conira di queste, parie di le qual è andate via, pur è restate 4 a Cao Malio. Scrive di comandamenti fati a le zelile vadino a la Porla, sicome ho scripto di sopra. 189 Sutnario di una letera di sier Sebastian Moro provedador di l’armada, data in galia a- presso Corfù, a dì 8 Marzo 1518. Come, per la galia di domino Daniel Griego, qual gionse de li a dì 5 dii presente, ricevete Ire letere di la Signorìa nostra. Per quelle di 8, zercha la cosa se-quita di la magnifica comunità di Ragusi et Pelro Bovadilti, et cussi exequirà. Per l’altra di 13, zercha debbi avisar quello si fa di l’armada e di ogni altra preparatone a la Valona: avisa in questo esser diligente, e per molli venuti de dito loco et altri per lui expediti a intender qual cossa, e tornali, l’ultimi parlino a di 2 dii presente, ha che ivi di armada nè di biscoli, nè di altra cosa nè si fa, nè si prepara, salvo è per ussir 4 fuste dii Signor solo capitano; el come era venuto comandamento dal Signor lurcho a lutti i limarati, che per tulio 15 dii presente, solo gravissime pene, si habìno messi a camino a la volta di esso, dicesi perchè ’I Soli insieme con quelli di le barete verde ha facto acordo, et vencno contra dito Signor, che 1’ Eterno Dio cussi concieda ! Da Constantinopoli, ancoc habi expedilo messi, nulla si ha ; che lo molesta assai. El havendo aviso esser fuste a la volta di Cao Malio, ha deliberalo aspetar per tutta questa setima-na le galie di Barulo per acompagnarfe, aziò vadino secure. Et havendo inteso artnarse una fusla a la Prevesa : aziò la non facesse qualche danno, et per intender di Foralor Mocenigo, si leverà e anderà a volta dii Zanle, dove aspeterà le galie di Baruto e con quelle anderà dove cognoscerà esser el bisogno; ma che à solimi do galie, ch’è la Marcella destinata a condur l’oralor a Veniexia, el la Grìega che anderà a disarmar in Candia, el non havendo altro ordine, anderà lino in Candia a solicitar l’armar di quelle galie. Scrive zercha biscoti eie. e li convien lemosi-nar il viver a quelli poveri che non hanno si non il gramo pane, e le zurme nude e d’ogni comodo dc-slilute, e in do anni hanno haulo solimi L. 7 per uno. Suplicha si fazi qualche provisione. Da Milan, dii secretar io Caroìdo. Come si 100" aspelava de li el ducha Lorenzo do Urbin, va in Pranza da la moglie, al qual lo illustrissimo Lu-trech li preparava di farli grande onor. Itcm, manda lelere di Pranza. Di Pranza, di sier Antonio Justinian do-tor, orator nostro, date in Ambosa, a dì 17. Prima, si duol il Re aver auto aviso dì Spagna che le galie di Barbaria nostre à portato alcune spade a vender a’ mori di Barbaria, che è conira la fede, et la Signoria doveria inquerìr di questo, ancora che no ’1 creda; e cussi è sta dillo aver falò una nave armata a Zenoa, et clic per questo Soa Maestà à scrito a Zenoa sia inquirido el punido, trovando cussi esser. Itcm, come Imvìa ricevuto lo nostro letere col Senato, zercha la trieva eie. e dar libertà di ducali 50 milia ; il Re li ha dillo clic ’I vena veder di far la paxe perchè Maximìan voria danari, o dandoli danari bisogneria el desse qualche terra dì quelle el lieti dì la Signoria, e in questo si afatigheria come si fosse per luì proprio, e si pur vorà danari, far trìeve per longo tempo e manco danari si potrà. Itcm, come ora zonlo uno dolor, orator di l’imperador, qual leniva havesse eom-inission zercha le trieve, e li daria audienlìa eie. Scrive coloquii aulì con la Regìa Maicslà, e mon-stratolì sumarii dii Turclio. Soa Maiestà disse el Turcho dia far dar questa voxe por poter trovar li cristiani a l’iinprovisa, e quelli invaderli. Di Spagna, di sier Francesco Corner orator nostro, da Valadolit, di 9. Come l’orator dii Cristianissimo re, èli, ha parlalo a monsignor di Cle-vers zercha la trieva con l’Impcrador e la Signoria nostra. Quelli par la voriauo far loro de li el paci- (1) La carta 189* è bianca.