435 MDXVIII, MAGGIO. 436 Padoa, Iìrcxa, Crema e Verona, si farà a Treviso mo. Hor andò la parlo, ni altri di Colegio messe la sua opinion el fu presa. Ave 58 di no, 108 di si, et 2 non sincere, e fu presa. Fu poslo, per cl diio, che a ia parie fu presa a di . . . di questo zercha elezer li Ire vadino a Pa-doa eie. li sia azonlo che non si possi per alcun stro-par il fosso, ni far nitro senza libertà di questo Con-sejo, e cussi sia scripto al Podestà di Padoa et Capitano debbi observar. El sier Luca Trun el consier intrò in la parte, con questo: li tre sarano elecli, possino nel suo ritorno mcter parte in quella materia, sicome far suol i Savii dii Colegio. Et cussi d’a-cordo mandono una parte: fu presa, ave 136, 6, 2. E nota, fu preso che il fosso vechio atorno Padoa non possi esser stropà, nè conceder a li frati di Santa Justina senza deliberation di questo Consejo: 134, 6, 2. Fu poslo, per i Consieri, conceder a Ilironimo de Arduln da Vicenza gralia che in vita sua altri che lui no possi far certo edificio trovalo da lui de mirabel artificio, di cavar. . . . con questo lo debbi aver Calo in termine di me.xi 4, alitcr la dita gralia sia di niun valor: 135, 2, 4. 262* A dì 30, Domenega. In Colegio non fo alcuna lettera. Da poi disnar fu Gran Consejo. Fu prima leclo una parte, presa nel Consejo di X con la Zonla, senza dir il zorno, ma fu presa a di. . . . : che tulli li debitori di le 30 et 40 per 100 sono sora li olici e cose dii regno di Cypri, possino pagar i loro debili la mila a mezo Zugno l’altra niilà a mezo Lino con danaro di l’iinpresledo di Gran Consejo, e li danari si Irarà siano deputadi a l’Arsenal : pasado il termine, siano scossi con pena ai signori e scrivani oculla-seno i debitori, over scodese di tal sorta danaro ut in parte. Fu etiam ledo do parie prese nel Consejo di X del 1484 el 1485, zercha quelli pregerà no per con-trabando di vini, sotto pena eie. Nota: il dazio dii vili perderà questo anno da ducali 10 inila; è dazier Nicolò Lanza gobo, il qual fu falò per ajutarsi a non perder, licet lui perdi podio, ma ben li soi caraladori. Fu poslo, per i Consieri, la parie presa in Pre-gadi, far capitano a Famagosta per scurlinio per quesla volta. Ave 861, 247, 2. Fu presa. Tamen fu strida di far il primo Gran Consejo podestà a Verona. Fu fato eldion di podestà a Vicenza, niun passò; et di Pregadi niun passoe, tolto sier Jacomo Corner fo luogotenente in la Patria di Friul qu. sier Zorzi el cavalier procurator, e do altri senza titolo, il quarto era debitor. Fo compilo di far li XL zivil. Et la sera a hore una di note fo una grandissima tempesta, con aqua, vento e gran tempesta e pioza : durò do hore, non fe’ mollo danno, solum a Santo Erasmo a li molini ruinò assa’. A dì ultimo. La malina non fo nova in Colegio da far nota, sohm una intesi. In questi zorni sier Jacomo Pizamano qu. sier Fantin, qual per la moglie fo Iiaroza ha auto le caxe a San Moisè sul Canal grande, e volendo fabricar e riconzarle, è fabricha vechia, trovoe ducali 1800 d’oro: tamen lui dine-goe etc. In questa malina fu falò una terminalion : che li Avogadori extraordinarii possino conzar di man di loro scrivani i libri di Camerlenghi di comun, et copiar carte vecliie scontrade prima, et far nota di quelle con soloscrilion di uno di essi Avogadori extraordinari, sicome per la terminalion apar. Ave 18, 2. Da poi disnar fo Consejo di X con la Zonta. Ex-peditcno molle cose, et feno li Cai di X per Zugno, sier Zuan Venier e sier Donà Marzello stati altre fiale, e sier Andrea Foscarini nuovo. Iti queslo zorno, Luni, a eterna memoria, feci le noze di sier Marco Antonio Venier di sier Pelegrin fo di missier Alexandro mio nepote, in la fia fo de missier Marco Zorzi qu. sier Herluzi da San Severo, bellissima dona, et lo fui quello le conclusi, et poi a dì. . . Zugno fo dato la man con altri parenti in publico, el fo assa’ Procuratori e altri primi di la terra. Nola. La parte presa in Pregadi a di 20 di que- 263 sto mexe, è il tener, che la spiaiiada sia larga di la cilà passa 5000, comenzando dal orlo di la fossa di la controscarpa di la cilà, non lassando in piedi fabricha alcuna di piera, exceplo li conduli a li edillcij di aqua siano in loco basso e sopra l’acqua non si possi alzar, el li fossi lutti sono in la spianada siano ateradi, e, l'ale le venderne presenti, siano fate taiar zoso tute le vide et arbori et le radici, sichè non pululi più suso. Item, fin al milio non si possi fabricar di muro, legname o paja, nè far alcun capitello, et li contrafatori siano puniti remetendo la pena a li reclori. E tulio queslo si babbi ad exequir poi sarano tajà le biave.