HDXVIII, GIUGNO.
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sto debbano abitar sopra la dita ixola loro e le sue fameglie: 148 di si, 13 di no. Fo presa.
    Fu posto, per sier Nicolò Trivixan, sier Donado Marzelo, sier Nicolò Venier, sier Mathio di Prioli provedadori sora la mercadantia, che de cmtero le valonie, pagavano de infrada in questa terra ducali 6 per mozo e de insida ducati uno per mozo, cussi debi pagar l’intrar ducati 3 per mozo, e ussida ducati mezo per mozo, e a questa condition siano le valonie è in questa terra, zoè pagi la mi là de dazio.
    Andò in renga sier Zorzi Emo procurator, dicendo questo saria te’mpo di dimandar al Papa la jurisdltlon dii Golfo, qual per Julio pontefice suo pre-cessor sforzatamente ne fo tolta, e a questo modo si custodirà il Golfo e la mercadantia corerà in questa terra, e non anderà a Ferara come la va; con altre parole; e non sminuir le nostre intrade eie. Li rispose sier Mathio di Prioli sopranominato; poi andò in renga sier Sebastian Malipiero qu. sier Troylo pro-vedador sora i dacii, contradicendo a la parte et cargando mollo li Provedadori sora la mercliadan-tia; li rispose sier Nicolò Trivixan sopranominato qual cargo molto dito sier Sebastian feva perchè vo-leano cassar una barella dii ditto oficio, et laudò la soa parte, et li Consieri, Cai di XL, e tulli Savii di Colegio introno in la parte, et fu presa. Ave 165 di si, 12 di no.
    Fu posto, per i Consieri, Cai di XL e Savii di Colegio e Provedadori sopra la mercadantia, che le mandole, qual pagano ducati 2 e mezo per mier di peso, de catcro, di l’inlrada, pagar deba la mità dii dazio. Item, le uve passe, qual paga g. 3 per sier, pagi la milà di l’intrar, e di l’ussir, paga g. 5 per eenlencr, debi pagar la mità. Item, le cere, paga g.
02	per mier, pagi la milà; lo castagne e nose paga g.
3	per ster di ussida pagi là milà, e cussi le fige, infeudando quelli cargerano castagne e noxe per Levante cargar debbi in questa terra et non altrove, soto pena di conlrabando. Ave 165, 9, fu presa.
     Fo leto la parie voleno meter i Savii zerja l’estimo di Padoa, con dir si pensi et il primo Pregadi si proponerà questa materia.
    Da Pexaro, si ave aviso di 5 Zugno, a hore 23. Come le fuste turchesehe numero 7 erano state a Sorvolo et avìa fato gran mal, brusà tulli li casamenti apresso la marina, preso 50 anime. Et in quella ora 23, era ritorna uno homo fide degno di Ancona, diceva erano fusle 10, galie 8, et che anconitani aveano preso 2 spie, per le qual inteseno erano legni 30, et fin hora si sono scoperti numero 18, el in quella note passala doveano dar in terra a Casabru-
sata, di qua di Ancona mia 10; ma per esser stà prese dite spie non hanno potuto le fuste aver li si-gnali dìi foco come doveano aver.
    Et dito aviso fo expedito a Roma a comunicar ni Papa.
Exemplum Capitulorum contentorum in par- 274 Ubus captis in ExceUentissimo Consilio X cum addiiionc.
 1518, die 9 Jtmii in eodem Consilio.
    Quelli veramenle-del corpo de Vene ti a portar debino la sua portion' ere mese in mese a l’oficio di Governadori nostri de le intrade, solo le pene di furanti, cum luti li altri modi, slriture et condition, de le qual, per queste et per le precedente, è fatta parlicular mentione.
 1518, die 30 Augusti (?) in eodem Consilio.
    Caterum, quanto appartiene a li officiali et a li ministri publici del corpo de Venelia, sì nobeli come populari, sia statuido et mandar se debi al circum-spetto Polo Zotarello secretarlo uno libro autentico de salarii ncli de cadami, nè se abbi più a operar il libro vechio, come per la precedente parte de
 9	Zugno è statuito; per il qual libro esso secretano et successori si habino ad governar, et levar le cedole do tempo in tempo.
    Quelli veramente che contribuiscono più de suoi salarii, over non hanno salarii et pagano per le sue utilità, debino portar a l'officio di Governadori de mese in mese la rata portion sotto le pene di furanti, et non la portando de tempo in tempo, siano immediate privi de i officii loro, nè possino quelli esercitar, el i signori de officii non lassino che inouedienti excrcitino li officii loro sotto le instesse pene, e altre pene pccuniarie consuete ; a le qual pene incorino etiam i signori de i oflìcii che sotto alcun velame permelterano che i prosequiscano coutra il tenor de la presente parte, imo essi signori siano obligati cazar via i contrafacenti, etiam se i fusseno per gratia, et loglino altri in suo loco.
     Ulterius quanto spetta a li oiiciaii, sì nobelì come popolari, che si pigino de i suoi salarii ne i loro of-fìcii et a i cassieri e che desseno de più, sia servada in omnibus la parte de 9 Zugno, di la qual superius è fatta mentione, el a la medesima pena siano i cassieri e che pagasseno de più; i quali cassieri siano obligadi mandar de mese in mese a l’oficio nostro