493 SIDXVIII, GIUGNO. 4 D4 esser amatalo suo barba sier Doinenego Gapelo, et era apresso ile mi per la noviza sier Ztian Bragadii) qu. sier Francesco so barba. Et a la festa vene il signor Francesco Maria da Rovere olim duca di l’r-bin, stravestito. È alozato in casa di Bernardin Perdo; venuto qui per aspetar la duchessa so mojer, è andata ai bagni, lin do zorni sarà in questa terra, e insieme ritornerano a Manica. Va incognito e lutto armato. 11 qual se invidò vegnir il zorno seguente a la festa a cà Venier. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, et introno nel caxo di brexani. Sier Lorenzo Orio dotor avogador, stalo a Brexa a formar il processo, inlro-duse. E fo principia a lezer le scriture e processo di più di 100 carte. A dì 22. La malina nula fo di novo. Sier Marco Antonio Venier mio nepote fé’ un bellissimo pranzo; invidò 100 dòne, ma vi vene zerca 50. E poi disnar fu preparalo uno burchio, e li compagni Ortolani me-nono le done in burchio, e andono per Canal Orando baiando con gran piacer, ordine, sonni, carili, virtuosi e bufoni. Era signor, vestito d’oro, sier Andrea Bolani qu. sier Alvise. E poi la sera impiono li torzi, e a ore una di noie smontono a caxa, dove le done e li compagni cenono etiam. Sichè fo bellissima festa e gran spesa e rnagnificentia a la terra ; et lo avi gran fatica. Vi montò nel burchio el duca de Urbin olim Francesco Maria. Da poi disnar, fo etiam Consejo di X per expe-dir li brexani, ma non expediteno : diman si expe-diranno. A dì 23. Fo le ter e da Milan e di Franza, di l’Orator nostro, di Angiers, di 13. Comp il non- lio cesareo ancora non era zonto. Noto. A dì 21, nel Consejo di X con la Zonta fu preso, clic li Provedadori sora i Ofiìcii possino loro remeler e cassar li scrivani dii suo officio, come del 1481 nel Mazor Conseio fu preso. Per la qual parie, diti Provedadori confermono nel suo olicio Andrea di Colli qual havia compido li 4 anni. 299* Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, et sleteno fin bore 24. Expediteno li brexani condanati come dirò di solo; la qual condanason si ha a publi-cliar in Rialto. I quali ussiti di presoli, il Contili andò abitar a Ferara. A dì 24. Fo San Zuane. Fo il perdon di colpa e di pena a Murimi a la scuola di San Zuanne, ole-nuto da questo Papa per via di sier Marco Minio orator nostro, fo alias podestà a Murai). Da poi disnar, fo Colegio di Savii, et nulla fu da conio. A dì 25. Fo S. Marco. Fato la procession jusla il solito, e la Signoria a messa in chiexia, vieedoxe sier Piero Capello consier. Di Franza, fo leto le letere venute in questi zorni, di (1, 9 et 12. Et è uno brieve dii Papa dri-zato a sier Antonio Juslinian dolor, oralor nostro de lì, non come orator, ma come amico dii Papa. Lo exorta volgii aiutar la impresa conira il Turco, per la qual ha mandato il Cardinal lì Legalo. Di Hongaria, di sier Alvise Bon el dotor orator nostro, date a Buda a dì 8 Zugno. Scrive prima il suo viazo in Poiana, e il ritorno. Manda una lelera scrive la raina di Poiana a la Signoria nostra. Avisa, lì in Hongaria in la dieta hanno eleclo li 8 governadori dii regno, zoè questi qui sotto nominati, zoo 11 reverendissimo Cardinal Estense episcopo A-griense. Il reverendissimo arziepiscopo Colocenze. Il reverendissimo episcopo di Cinque chiexie. il reverendissimo episcopo Transilvano. Lo illustrissimo duca Lorenzo. El signor Voyvoda di Transilvana. 11 conte di Temisvar. Domino Draffi Janus. Regina Polonia agii gratias prò muneribus et 300 congratulatione factaper oratorem venetum in Hungaria. Bona, Dei grafia regina Polonia;, magna ducissa Lituania?, Russia;, Prussiieque domina eie. illustrissimo principi et domino, domino Leonardo eadem grafia Veneliarum Duci inclito, salulem plurimam et felicissimoruin evenluum optala incrementa. Illustrissime Dux. Magnificimi et nobilem virimi Aloysium Bonum doclorem veslrique Domimi Illustrissimi oratorem regni nostri dulces lures ingre-dienlem ilari fronle excepimus. Quumque liltcras eiusdem Domimi nomine assignasset, illas laelis o-culis inspeximus, et ei plura Vestrae llluslrilalis vice nobis referenti, plenam, proul decebat, adhibuimus fidem. Munera benignis animis oblata non sprevi-nius, proinde gralulalionem gralulalione pensavi-mus. Quamobrem gralias agirnus Vestrae lllustritali, et ingenles referre quoque rite ... in poslerum, unum (ani non omittentes, quodum erimus, quae-cumque tanto Dominio et splendori et emolumento esse potermi, cimi Serenissimo rege domino el consorte observandissimo prò iuribus efficere sludebi-mus. Reliqua ipsiusmet oratoris facundiae oretenus