389 UDXVIII, MAGGIO. 390 231' 232 die per el devedo fatto che al pasazo de Constali-linopoli in la Natòlia non li potesse star, nè usarse altro che le palandarie deputate, se facevano due giudicii: l’uno aziò che quelli passano per andar in campo non habino modo de ritornar; l’altro che ’I se atrova con el signor Sopii! uno nominalo Sullaii Morat Gol che fu de Sullan Achmalh fratello di questo Signor, et che hanno levate le barche da quel pasazo, aziò el non habi modo de passar iu Costantinopoli ; ma questa vien reputala zanza. Come de li era voce che ’1 signor Soplii era polente con persone CO mila ben ad ordene; tamen se diceva etiam che ’1 aveva mandato uno suo amba-sador al Signor con grandissimi presenti rechiedendoli la pace, el che el Signor mostrava non voler, et havea astalato diclo ambasador. Come etiam era sta ultimamente dito che el Signor lurclio haveva mandate uno ambasador al signor Soplù per Iratar acordo, e mandali oratori a Homa, Pranza, Spagna, Anglia, Ongaria et Milan. Come per persone de bon juditio et che inlen-deno assae, se diceva et afermava che ’1 Signor non resta di far ogni tralo, o per forza de arme o per via de Iratado che ’1 mena con alcuni grandi del diio signor Sophì, el per tutte le altre vie possibele, de haverlo in le mano o vivo o morto, et ciascun dubita che tal suo pensier sia per sortir effetto, e perchè el par clic per la sua sorle e gran ventura, tulio quello el pensa, tulio li riesse. A dì 8. La malina el Principe vene in Colegio, et sta bene. Da poi disnar, fo Consejo di X con Zonla. Non fo il Doxe. Non se intese nulla avesse fallo, cose par-licular expedite. A dì 9, Domenega. Da malina si levò la nave, et prima la.......su la qual andò sier Alvise d’Armer va luogotenente in Cypri. Da poi disnar, fo Gran Consejo; el sier Piero Capello consier, vicedoxe, vene a Consejo varito dii mal che ’1 havia auto. Po publicà la parte, per Zuan Balista di Adriani secretano dii Consejo di X, presa nel Consejo di X, zerclia parlar per li absenli al procieder, e questo fu posto perché sier Luca Trun volse parlar in Pregadi quando fu^posto il procieder di sier Vetor Foscarini; il qual sier Luca etiam nel Consejo di X, quando la fu posta, contradisse e sté tre bore in renga. Fu fato un dii Consejo di X. Tolto sier Lunardo F.mo fo consier, dopio, sier Piero Trun fo savio a Terra ferma, e sier Orsalo Juslinian fo Cao di X, e ukiii non passò di largo. Itcm, podestà a Vicenza e Patron a l’Arsenal, e niun non passò. Da Milan, dii secretarlo Carohlo, di..... Coloqui con monsignor di Luli ech. Di Franza, di l'Orator nostro, di Ambosa, di 29. In una dii 20, scrive il baptizar dii liol dii Chrislianissimo ; la copia sarà scripta qui avanti. Et per l’altra scrive come era zonla la coinission di la Cesarea Maestà al suo agonie domino.......... per Iratar trieva et paxe eie. Et scrive come Ruberie! era venuto a trovar esso Oralor, qual era con febre in leto, e diluii questo noncio cesareo et domino Philibcrto......... Di Spagna, di sier Francesco Corner ora- 232 * tor nostro, date a Vajadolit, l’ultime a dì 12 Aprii. Scrive coloquii aliti con monsignor di Clc-vers in materia di le Irieve. A dì 10. Fo letere di Roma, di i Orator nostro, di 5. Comesi mandava letere parlicular al reverendissimo Cardinal lladriano, è in questa terra, soloserite per cardinali e oratori, ut in litteris: che ’I possi vegnir a Roma e tornar e slar dove li piace, exceplo in le terre di la Signoria, et che ’1 Papa li perdonava. El questo li scrive el signor Alberto da Carpi, oralor cesareo, è il voler dii Papa, et cussi il Cardinal Santa Croce e altri; et vene in posta uno suo fidatissimo maislro di caxa, chiamato domino . . . Dii reverendissimo Cardinal di San Sisto, va legato in Alcmagna, una letera latina. Come, havendo il Pontifico datoli tal cargo, lui l’avea ace-lado voluntieri per Iralar con la Cesarea Majestà la materia cristiana ; etiam operarsi quella si pacifichi con la Signoria nostra, però si oferisse. Fo ordinato per Colegio, farli una bona letera, ringraciandolo eie. la qual la fece......Itcm, fo lelere di Hongaria, di V Orator, di 29 Aprii. È da saper: ozi, havendo mandalo il Legalo dii Papa episcopo di Puola dal Patriarcha, per dimandar li monasteri in noia di mala fama, el soa signoria li mandò a dir, hessendo in soa diocesi, lui era quello dovea punirli, linde il Legalo volse far lui, et comenzò dal mónasterio di Santa Chiara in Veniexia, el mandò il suo auditor dentro il monasterio, el fece examination, et cussi voi seguir dii resto. È da saper: havendo inteso la Signoria nostra che alcuni frati di San Francesco in Lombardia e altre terre nostre predicavano la cruciata, con dar li danari per la chiesia di San Piero per la fabrica, linde nel Consejo di X lerminono di scriver lellere per tulio ai reclori nostri sì da terra come da mar, non 233 pcrmetesscno si scodcsse lai denaro, con dir li po-