353 UDXVm, APRILE. 354 liinlc possession di beni di rebelli che potesse haver dilla provision per alimento di soe (iole et suo fio!, qual traze, come bon servidor di questo illustrissimo Stato, a morir a’ soi servieii come Im fato il padre. Et il Principe coinise questa cossa a li Savii a consultar. In questa malina, in chiesa di Crosecbieri predi-clioe quel Hironimo spagnol, fo liebreo, che predi-cliò in chiesa di San Marco, et predichoe de ... . et vi fu assa’ brigala. Da poi disuar, fu Gran Consejo. Fato Avogador di Comun per 4 man di elelioti, jusla l’aricordo mio ilei quando fui in renga, in luogo di sier Jacomo Michiel aceto capitano a Brexa, et rimase sier Nicolò Michiel el dotor è di Prcgadi qu. sier Francesco, qual non ha via 10 che ’1 tolesse, et Io Maria Sanudo ne havea 500 et più certissimamente; di quelli 10 fo in elelione, ma non li tochù la voxe et tì ialite ; sicliù si poi dir quel ditto conira cl del non si poi andare, zio che ’l voi convien che sia. Ifor sarebbe gran pazia chi volesse contradire: tulio sia per il meglio, unum est il Consejo ora inclinato a farmi, si era nominato. Il qual sier Nicolò chiamalo a la Signoria, zuroe l’oficio eintroe. Fu etiam fatto al luogo di Procuralor sier Andrea Baxadona fo consier, el altre voxe e tutti passoe, et 5 XL zivil vechi. A dì 19. La malina, hessendo stali eri li nepoli di sier Vetor Foscarini, qual è absentado e sia in Corbola sotto il ducila di Ferara, in Colegio, et parlato, si era fato salvocondulo al prefalo suo barba, veria a palesar assa’ altri Camerlengi e altri che per mal muodo havia tolto i danari di la Signoria nostra; e cussi in questa malina sier Luca Trun cl consier propose la cosa, dicendo era beneficio di la Signoria scoprir tal ladri e recuperar i danari di la Signoria, et lui saria di opinion di fargelo, e non far ozi Pre-gadi per condanarlo. Parso al Principe et altri tutti di Colegio di non indusiar, e li Avogadori exlraor-dinarii erano venuti in Colegio per domandar Pre-gadi a loro requisilion. Et cussi fo ordenalo di farlo. È da saper, in questi zorni in Colegio fono chiamati li Avogadori exlraordinarii, e diloli, per il Principe, era fama in la terra haveano altri a le man i qual haveano tolto i danari di la Signoria nostra per mal muodo, et altri con i qual erano sta conze le parlide de plano. El loro risposeno non era la verità, ma che ben alcuni haveano intachado, haveano pagà il debito etc. Fo ditto voler meter una parte siano publicliadi in Gran Consejo quelli tulli eie. Quello sarà scriverò di solo. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXr. Da poi disnar, fo Pregadi per li Avogadori 207 exlraordinarii. Et redulo, cazadi li parenti di sier Vetor Foscarini fuora, et altri non meteano balota, sier Benelo Zorzi qu. sier Hironimo el cavalier avogador extraordinario andò in renga, et narò il caso con voce bassa, et fato lezer il processo, venuto zoso, tulli tre avogadori exlraordinarii: sier Gabriel Venier, sier Benelo Zorzi e sier Marco Antonio Contarmi, insieme con li ordinari : sier Zuan Dolfin, sier Nicolò Michiel dolor e sier Lorenzo Orio dotor, i quali introno in opinion, messeno di procieder conira cl dito sier Vetor Foscarini absente, ma legiliine cilado, per le raxon ut in parte. El sier Zuan Dolfin avogador andò dal Principe a dir el voleva salvo conduto, e forsi sarà bon dargelo. El Principe li disse gran villania, dicendo non voleva far justicia, el che l’era indegno Avogador, con altre parole ; sieliù l’andò a sentar. Et sier Lucha Trun el consier andò in renga ; e, andato, sier Lorenzo Orio T avogador si levò dicendo el venisse zoso, perché conira absenli non si poteva difender, e lui sier Lucha disse : <ì Mori-streme la leze, o fé la Signoria termini, clic vegnirò zoso, alitcr voio parlar, non per difender sier Vetor Foscarini, ma per ben di questa terra ». E la Signoria si slrensc e deliberò el parlasse, ma non su la [»arte. El qual comcnzò a parlar facendo bel exordio e usando grande arie. Pareva non parlasse per sier Vetor Foscarini, tamen lo ’1 difendeva tacite, dicendo saria bon recuperar i danari di la Signoria da chi li ha tolti, e altre parole. E pur per la Signoria li era falò saper parlasse su la parte, e lui, seguendo il suo parlar, il Principe in colera cussi sentendo disse certe parole contra il prefalo sier Luca Trun, dicendo col suo cervelo non saverà far lauto che non si fazi justicia, el cargòlo inolio che ’el leva per ai-dar sier Vetor Foscarini; e lui pur continuò poi dicendo: quello voleva il Doxe niun di Colegio osava contradirli, e per lui, sier Luca, ozi non si haria lato Pregadi per aspelar risposta del prefalo sier Vetor, di quello voleva chiarir la Signoria ; el qual è in Corbole. Et li Cai di X, ch’erano sier Michiel Salomon, sier Zuan Venier e sier Donà Marzello li disseno parlasse su la parte overo venisse zoso; e lui disse non voleva esser azonlo in parole havendo a far con il Doxe e sier Zuan Venier cao di X so zenero, e cussi vene zoso. Ilor andò la parie di procieder. Ma non voio restar di scriver: el disse che Zuan Trivixan scrivali di Camerlengi fe’ dir a li Avogadori, quando fo il suo caxo, si se li feva un salvocondulo mostrerà chi à inganà la Signoria di ducali 100 milia e tamen non li fo falò, imo li fo 207* 23