655 MDSVIIf, ACOSTO. 656 Merlo lo dito Gran Soldati, subito tutto lo suo esercito è roto, lassando tende, paviglioni, richezze et robe assai, et sono fuziti a la volta de Alepo, dove poco dimororeno, ma sono andati a la volta di Damasco, et da quella cita senza fermarse sono andati a la volta del Cayro. Lo illustrissimo Signor vene in Aleppo, dove ha dimorato qualche zorno, essendoli sta porta le chiavi de diversi castelli ne li qual furono posti janizari per custodia con opportuni or-deni, et el dito illustrissimo" Gran Signor, con una parte del valente esercito de Grecia, mandò Janus bassa per seguir le reliquie del campo roto del Gran Soldan. Et seguitandoli apresso una cita nominata Chama, se aprossimò al signor de Aleppo Ghairbei el uno altro signor nominato Zambet di Gasalli, et el ditto Ghairbei se aprosimò al dito Janus bassa oferen-doli deditione, et prometendo de esser bon schiavo de lo illustrissimo Gran Signor. Saberdi Chazelli non volendo renderse è (Vizilo a la volta dii Cayro, et Ghairbei vene a la presentia del Gran Signor, dal qual s’è veduto voluntiera et molto onoralo et aca-rezato, avendo avuto de molli doni de oro e argento et de seda, falolo seder in loco onorevole dove erano molti signori. Lo illustrissimo Gran Signor, continuando el camino gionse a Damasco, apresso a la qual cita à fato drezar uno gran paviglione, et fato portar de tanta autorità et magnilìcenlia, che ivi erano omeni de 72 lenguazi, tal che mai più s’è fata così onorevol Porla. Et essendo stato qualche zorno fora de la cità con tende et paviglioni, intrò dentro in lo palazo regale, el ha comandato a dui de li valenti de Grecia radino a la volta de Gazara, che è al principio del deserto, et lì dimorino. 1 qual partirono per el ditto loco essendo molle fiate asaltali da mori et arabi, tandem con lo ajulo de Dio et bona fortuna de lo illustrissimo Signor nostro pervenereno a Gazara, et sono intrati in essa città dove se davano piazer manzando et bevando; del che fo dato subito aviso al soldan novo del Cayro, zonto Jamberdi Gazeli al Cayro, che era valente ne le arme. Et ritrovandose in diio loco lo gran diodar del Gran Soldan morto, che era nominato Tumonbei, fato el consejo, li zercassi lo creorono soldan, dal qual Zamberdigazeli domanda licentia di andar a desfar li nostri che erano a Gazara. Et cussi, con 5000 zercassi coperti de arme bianche da capo a piedi, et facendo cavalcar li inori dii paese, se partì per andar verso el dito loco de Gazara. Li nostri, inteso per le spie la partila del dito exercito che veniva a retrovarli, remaseno molto malcontenti, el p?nsando bene al fatto suo, delibera- no tutti de morir con le spade in mano. Et essendo i ditti in tal angustia, come piacete al Signor Dio, al nostro illustrissimo Signor vene gran sospetto nel cor suo; ritrovandose a Damasco, deliberò mandare 39 in soeorso de li sopradili el magnanimo gran capitano Synan bassà con 15 milia combaienti, comandandoli che con ogni presteza vada a la volta do Gazara per soeorso de li valenti de Grecia. Et cussi obedienlissimo cavalcando giorno et nocte, pervene a Gazara et se conzonse con li sopraditi. Jamberdi Gazeli veramente partendosi dal Cayro e giouto a Calia passò la rena del deserto, et giolito a uno cara-vansera, over una vela, ivi alozando ebbe nova come a Gazara era zonto Synan bassà ; per la qual nova rimase molto malcontento, perchè lui se partì dal Caiaro credendo trovar a Gazara 3000 solamente, come erano venuti avanti che giongesse el soeorso de Synan bassà; ma el ditto Gazeli non possendo far altro, come valente capitanio, fece bon core a li signori e oration in sua compagnia, dicendo portatevi da valorosi, che, piacendo a Dio, de lutti ne faremo uno bocone et li meneremo tutti al Cayro, et più se confidava in la valorosi là ile li sui, che in la bontà del Creatore, senza la quale niente se poi fare, e non se dia far uno sì grande che a Dio non regni a sdegno, perchè la umilità piace a Dio et a li homeni. El nostro primo parente padre Adamo, per contrafar a lo comandamento de Dio fu descazialo de lo paradiso terestre, nè se dia fidar tanto in la felicità, che lo troppo montar fa più forte cascar. Jamberdi Gazeli dete ordine do assaltar li nostri di note; la qual deli-beralion fu intesa da le spie nostre, subito fu riferita al Synan bassà, el qual fece adunar tutto lo esercito con deliberalion de far la giornata con li zercassi et de voler vincer o morir, perchè essendo li nostri talmente circondati da mori, quando fusseno stati roti ninno poléva scampare, ctiam che fusseno stati oxelli. Quela note in lo nostro exercito fu fato grandissima festa de bombarde, schiopeti, luminarie, trombe, tamburi et pifari, et a la prima guarda de la nocte racomandandose a Dio et a lo nostro gran Propheta,domandando victoria,comenzorno a canii-nare, et li ciladini di Gazara, vedando levarse el campo, judicorono el se fugisse a la volta de! no-tro illustrissimo Gran Signor, et tutti quelli resloro-110 infermi furono tagliati a jtezi da essi de Gazara, i qual mandono a far intender al Gazeli che li nostri erano fuziti, per la qual nuova ebbe gran letizia. Et Synan bassà, movendose con lo exercilo a l’ora de terza de lo sequente zorno, ambi li exercili se apro-simorono, et arendo veduto li zircassi la polvere