11 MDXV1I, OTTOBRE. 12 cinque a un Iralo con el crido ut supra, c la note precedente el Viceré in ocullo se ne andò a Messina e la cosa rimase quotata. Lì a Napoli si parlava di mandar 4 galie a Messina per dito Viceré, tamen ancora non è partile. Per letere di Francesco Agliata di 7 a suo Gol Jacomo, qui Ulixes Salvador, era consolo nostro a Palermo, a dì primo passò di questa vita; il qual era molto animoso e persona servitial el molto utile a la nazion. Scrive esser zonto lì a Napoli il secretano de li ambasadori di quella terra andono a la Catholica maestà, che inexpediti ritornano. Per causa di missier Lodovico, li loro capitoli non é passati ; dii che ha aumenlado l’odio conira de lui, et si ritrova in caslelo, e noliza per la corte la nave dita Marieta, per condur in Spagna zercha 00 cavali grossi di predo, parte comprati, parte donali, el il Re ha mandato de lì uno nontio nominato Francesco d’Aquino, qual solicita la dita partida. 4 A dì 3, la matina. Vene il Patriarca in Colegio, justificando la cosa di la monacha da cha’Mi -ohiel, di Santa Catarina. Merita esser consacrata, non ave marito, sté una hora con lui, et si tien certissimo non fusse consuma matrimonio. Di Verona, fo letere. Zercha quelle fabriche; et di Bresa, zercha far la spianada, fo indusiato a farla, compito le vendemie Al presente, brexani suplicano sia indusiato a tajar le vigne. Ilor li fo scrilo si dovesse far, è bon tempo di strampiantarle. Et li retori di Verona scrivono zercha alcune monache haveano il suo monastero fuora de la terra, qual fo ruinato videlicet di ...., richiedono poter star in citadela, over in la terra ut in liiteris. Da Palermo, di sier Pelegrin Venier qu. sier Domenego, di.... Scpiembrio. Come a dì primo morite Ulixes -Salvador, era consolo nostro de lì, di anni 80 e più. Item, scrive di quelli moti di Sicilia, ch’é in gran garbujo, sicome in le dite lettere si contien, la copia credo sarà notada qui avanti. Et come hanno de lì, el Signor turcho voi far certa for-teza in Alexandria. Da poi disnar, fo Colegio di Savii ad consulen-dum et audiendum. Acliadete in Rialto sul ponte, a liore zercha 22, che sier Andrea Minio di sier Lorenzo el provedador a la Iusticia nova, havendo gran odio a uno Nadalin Storno, era governador dii dazio di la spina posto per li Governadori contra la forma de la leze, et andato in Colegio disse publice mal di dito Minio; per il che hora, essendo sta casso el prelato Nadalin per li 7 Savi, et posto su Marco Contarmi qu. sier Lorenzo al governo dii dazio, cl qual sier Marco voleva tuor el ditto dazio, et non parse a li governadori de levarlo, et lo messe a ducali. . . a l’anno, sichè per la liberalion fata, restò governador dii dazio ; hor trovalo il Minio il prefato Nadalin, sul ponte di Rialto fono a le man e Nadalin li dete su la man, si che ’1 perderà la man. A dì 4, Domenega. La malina nulla fu di novo, nè lettere da conto. Da poi disnar, fo Gran Consejo. Non vien più a Consejo il Principe zà molli mexi, vice doxe sier Christofal Moro. Fu publicà, per il Canzelier grando, niun si dagi titoli che non sono notadi in la Canzelaria, justa la forma de la leze, perchè non sarano provadi. Questo fu fato perchè si deva titolo esser stà presoni eie. Item, fu posto, per li Consieri, la parie presa in Prcgadi zercha dar a li exalori de le Raxon nuove etiam utilità de li sconti farano. Fo balolà do volte, a la fin fu presa. La prima ave de sì 294, di no 125, non sincere 40; iterum 412 de si, de no 184, non sincere 124. Fu fato eletion di podestà a Brexa, dove si fa tuor sier Nicolò di Prioli, fo podestà a Padoa, et fono nominati sier Orsato Juslinian, fo Cao di X, qu. sier Polo, sier Piero da cha’ da Pexaro, fo Cao dì X, qu. sier Nicolò, et sier Nicolò Salamon, fo avogador dopio, di sier Michiel, i qual non passono. Etiam fu fato Provedador sora la Sanità, et tolti quatro, niun passoe. Etiam Sora consolo, niun passoe. Fu fatto di Pregadi, in luogo di sier Jacomo Michiel, è intrado avogador, et sier Alvise Justinian, fo di Pregadi, qu. sier Marin, et do di la Zonta, che manca, lo fui nominato ; fo mio piezo sier Alberto Contarmi qu. sier Luca, qual zà anni 17 lo feci luor XL zivil, a mio fra-delo Lunardo et rimase, et hor si ha aricordà de mi. Fu etiam (olio mio fradelo sier Antonio Sanudo, fo provedador a le biave, el solo passoe, ni altri non passò, licet fusse tolto do altri con .titolo di Pregadi, sier Piero G ri li e sier Andrea Balastro; sichè 4* si balota mollo con i pugni stretti, da poi fato li Censori in qua. A dì 5. La matina, non fo nulla di novo, sichè nulla scriverò. Da poi disnar, fo Colegio di Savii per dar au-dientia. Et vene uno gripo da Ragusi con letere di Constantinopoli, di sier Lunardo Bembo bailo nostro, di 20 et 27 Avosto, qual erano in zil'ra, et fo trata la zifra per li Capi di X. Si dice il Signor lurcho fa in freta compir la sua armala, e a Constantinopoli è altri avisi, come dirò di solo. A dì 6. Fo San Magno. Per esser stà primo episcopo di Venexia, non senta li Olici. Et in Colegio fo