249 UDXVIII. FEBBRAIO. 2a0 gitami. El qual sier Ferigo si parli questa note per Ilistria. Noto. In lettere di Spagna, di sier Francesco Corner orator nostro, di Valadolit. È uno aviso, come erano de lì tre nostri subditi, zoo il conte Sertorio da Colalto fo lìol dii conte Zuan Batista, venuto de li per aconzarsi a soldo di quella Majestà, qual liavea una lettera dii Colegio in sua recoman-datione e tamen leva mal ofieio contra di imi con quella Maiestà. Itevi, era uno di Gambara brexan nominato.......et Ilironimo di Zolli ciladin di Trevixo forussito, i qual Ire fevano mal olicio. Esso Orator chiamò a se el Gambara, admonendolo dovesse andar a Brexa et esser bon subdilo. A dì 13. La matina nulla fu di conto. L’orator ungaro mandò a solicilar la soa expedilion, et li sia dato risposta. Da poi disnar fo Colegio di Savii ad consulen-dum. A dì 14. Domencga di carlevar. Fo gran pioza. Vene 1’ orator di llongaria domino Filippo More proposito Agriensis, et si dolse forte il suo He esser sbefalo, et come era tenuto in parole, et eh’ el non meritava questo, el che a qualche tempo si poiria pentii* questo Stailo di haver fato sì pocho conto di quella Majestà; da la qual liavea aulo una istrution e Bcentia di partirsi, aulo prima risposta di darli danari overo non, e non bisognava far conti etc., perchè il bisogno dii suo regno è adesso per obstar conira turchi, socorer Jayza et vardar Scardona etc. Il Principe li usò bone parole, dicendo doman si faria Prcgadi et se li darà la risposta, perché ozi non si fa. Da poi disnar si doveva far certa festa et caza a San Thomà, el andar su per la corda, tamen per la pioza fo rimessa a farla doman o quando sarà bon tempo. Li soleri sono fatti, et tamen per il mal tempo nulla fu fato. È da saper, in questa malina fo lelerc di Pranza, di Ingalterra, di Milan et di Verona, il sumario scriverò avanti. Fu in Colegio fato uno exator di daje dii clero a Padoa,et con certi capitoli dar piezaria, come apar in Notatorio, et questi Ire fono messi a la pruova e ba-lotadi. Livio da Bassan padoan, solito esser dazier, conira piezaria ducali 10 milia: 12.9. Lodovico da Ponte padoan, solilo esser dazier, conira piezaria ducali 10 mila : 6.15. t Alexandro Postarmi, con piezaria due. 3000: 13.8. Adì 15, Luni di carlevar. La malina nulla 14G fo da conto. Da poi disnar fo Pregadi per expedir l’orator di llongaria, et fo leto le sotto scrile lettere venule eri matina. Di Ingaltera, dii Justìnian orator nostro, date a Londra, a dì.....Come havia inteso la creazione dii suo suecessor sier Antonio Surian; su-plicha sia expedilo presto. Et come il He nè la corte non era ancora tornata de lì, però non havia polulo negoziar. Scrive esser zonlo lì uno inglese nominato Riccardo Pace qual li ha dito è anni... mancha di Ingaltera, stato a Venecia dove fu mollo carezato, menato in Buzintoro a sposar il mar e poi a pranso col Principe, mostrandoli le zoie e altro, per il che resta ubligato a la Signoria nostra; et è stato a l’im-perador dove à falò bon olìcio aziò si vengi a la pace; poi fu oralor di queslo Re apresso sguizari; bora e rilornato. Lì ha dillo aver fato bona relatione a questo Re di la Signoria nostra. Di Franza, dii Justinian orator nostro, date in Arnbosa a dì 7. Come il Re era a Bles dove era la Serenissima Regina, qual è mirala in 9 mexi ; sichè si desidera fazi uno (iol, qual babbi a suceie-der a la corona. El non dovendo tornar il Re de li, l’onderà a trovar Bles. El come il Re havia mandato a donar al Catholico re 12 corsieri et 12 altri cavalli chiamati cortaldi. Scrive, come li falconi erano zonti; et quelli va a la Rayna, saria meglio dar qualche altra cosa. L’haria più grata che falconi. Avisa esser ratificale le noze dii duca Lorenzo, et esser zooio de li uno messo dii Papa, qual li ha porlato a donar a la sposa alcune zoje da parte dii novizo, et dito Ducha fato Pasqua verà in Franza a sposar la moglie. Da Milan, dii secretano CaroUlo. Coloquii auti col signor Zuan Jacomo. Come era venuto li a Milan uno dii ducha di Ferara dolendosi il Papa voi luor P impresa conira Ferara e fa venir certi fanti todeschi a questo efeclo; al qual li havia risposto non dubitasse, il Chrislianissimo re non laseria far queslo. Item, li disse il re Cristianissimo zereha a-datarsi con il Cardinal Seduaeuse et aver 12 milia sguizari a soi stipendi et andar a luor Tornai che tien il re d’Ingaltera, poiché con darli danari non l’à polulo reaver. Scrive, lì a Milan esser stà dito esser stà amazalo uno di principali citadini, et che è cerle discordie. Tien sia quel fio di domino Alvise da Molin procurator fo ferito ; el altre particularità, ut in liiteris. Di Verona, di rectori. Mandano una lellera 14G* li scrive Nicolò Barbaro capitano dii Lago, con una