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MDXVII, OTTORIlt.
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 deliberalìon fala cri nel Senato, zercha quello liavia richiesto; qual si manderà a li rectori di Verona.
     Da poi disnar, fo Gran Consejo. Fu, poi publicato le voxe e dato sacramento a li Avogadori e Cai di X, justa el solilo, lela la parte di Censori, notada di sopra, per Bortolo Comin segretario, et posta per li Consieri. Ave 988 de si, 224 de no, 25 non sincere, F.t fono chiamati sier Gasparo Malipiero et sier Marco Foscari censori, et datoli sacramento di observar le leze; i qual comandò se facesse sentar tutti, nè si balotasse in piedi, et cussi fo publicà per il Canzelier grando se dovesse observar. Itcm, comandono non si desse fuora balole di tolti eie. et andono a sentar apresso la renga tutti do Censori.
     Fo etiam publicà la parte presa eri in Pregadi, zercha dar le sue condizion in nota a li X savi, el Iota per Zuan Baptista Ramusio.
     Fu fato 9 voxe et tre non passoe, zoè sora la Sanità, a le Raxon vechie, et uno do la Zonta, e fu tolto sier Alvixe Pasqualigo fo Cao dii Consejo di X qu. sier Filippo, et per esser de quelli di danari, non passò, licei avanti si desse danari era rimasto di Pregadi.
     Da poi Consejo, li Consieri se reduseno in Cole-gio con li Savi et etiam il Principe e li Cai di X in materia di danari de l’imprestedo, zercha i Prove-dadori sora 1’ Arstnal voriano aver di quelli donano a la Signoria eie. de dito impresiedo per bisogni, di l’Arsenal.
     Non vojo restar de scriver : vene a questi zorni in questa terra uno nominato Calanio di nazion modenese di anni... qual va su la corda e fa cose grandissime et spaventose a veder, et ha conzato in la Zecha, la corda, et si va a veder.
 *	A dì 26. La note et la matina fo gran pioza. Fo letere di Franga di l’Orator nostro, di 9, date in Areenton, drigate a li Cai di X, e di Milan dii secretano Caroldo, di 25. Et vene l’o-ralor di Hongaria per aver audienlia, el non la potè aver.
    Da Constantinopoli, di sier Lunardo Bembo baylo, di 25 Septembrio, date in Pera. Con avisi de lamenti fati zercha carazari di Cattare, et che se dà recapito eie. Et come el vien de qui a la Signoria Ali turziman per ambasador, el qual è homo di gran conto e bisogna carezarlo et farli un bel presente a zio fazi bona relation, perchè le sue parole poi assae. Et nota, etiam fo letere di 21 Sep-lembrio dii ditto, et scrive poi uno aviso di nove, qual sumario fo mandato in Franza, Ingaltera et Milan, con questo titolo:
    Aviso auto per via di Ragusi, dato a Con■ slantinopoli, di 21 Septembrio. In Conslanlino-poli se va metendo in ordene tulle galie ; mandano schiavi per calafadi a la Oliva, in Caffa, in Trabesun-da, a tutto el so’ paese. Se ha ordenalo gran numero de ogni sorte de artellarie, et Ira le altre fa far 150 mortari di ferro. Ogni zornada fa preparatici! mirabile de ogni sorte, fa far molle parandarie da cavali. A tempo novo tulio sara in hordene, et sarà in soa libertà de tuor qual impresa li parerà ; che Dio guardi li cripstiani. Hanno falò mercato de stagni da cantera 300 in 400. L’armada de questo Signor, ozi, zorno 12, se atrovava ne le acque de Rodi, per homeni venuti de dita armada; et in quello loco se haveva rolo una de le galie grosse per ha ver dato sopra una secha; siche con i primi tempi la se poi aspetar.
    Di Cataro, di sier Bernardin da Riva re-tor e provedador. Zercha carazari dii Signor tur-cho, che vien lì, et lui non li voi dar recapilo, et quel bassà di Montenegro li ha scrito di questo; al qual ha risposto eie.
   Di Budua, di sier Marin Bondimier podestà. Di questa materia, e come diti carazari, mon-tadi in navili, erano passali in Puja; sichè esso podestà, justa i mandati nostri, non li voi dar recelo.
    Di la Braga, di sier Hetor da Riva conte.
 De questa cosa scrive zercha diti carazari fuziti de lì, ì quali li ha licentiali.
    Nolo. Le letere di Franga, di 11, di Argen-ton, si conteneva come el Christianissimo re havia jurata la liga con la Signoria nostra lì in Arzenton, el voleva etiam fusse aprovado quanto è sta concluso e con li capitoli per il Senato, perchè non basta sia fata per el Consejo di X, et sia conira quoscumque, etiam si suprema dignitate fulge-ret ad defensionem tantum, e il Re si obliga con 800 lanze, che al costume di Franza è 4 cavali per lanza et 6000 fanti, e nui versa vize con questo instesso numero de zente; ma è mancho per esser do cavali per lanza.
    Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, 25 et steteno fino hore 3 di note. Et fo leto le letere di Franga di 11 date in Argenton. In conelusion, il Gran canzelier ha parlalo a lui Oralor, dicendo il Christianissimo re voria la renovazion de la liga et intelligentia fala tra il Christianissimo re et la Signoria nostra quando vene a Veniexia monsignor di San Maser, qual fo conclusa secrelissima per il Consejo di X con la Zonta. Hora mo’ voria la fusse eonfìrmà per il Senato, et fata publichamente