85 MDXVIl, NOVEMBRE. 8G Da poi disnar, pochissimi di Colegio di Savi si reJuseno. El per memoria de tal zonio aquoso, fu fato un per noze: sier Baptisla Morexini qu. sier Mi-cliicl, in la tìa di sier Piero da cha’ da Pexaro, cju. sier Bernardo di Canarejo. Et pochissime noze si fa. A dì 17. La malina fu gran vento, tamen per la fortuna di eri una nave di Bernardi era sora porlo in sorzidor, tamen havia libato, non bave danno alcuno. Da novo nulla fu, et però nulla scrivo; ni fo le-lera alcuna. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria et Savii per dar audienlia, el tamen non la dete perchè sopravene leterc. Di Roma, di l’Orator nostro, dì 9 et 11. 11 stimano è questo: Prima. Di la cossa de le possession di Ravena e Cervia di nostri zentilhomeni, l’ha rimessa al cardenal Corner la debbi adatar jusla l’a-cordo fo trovato per via di domino Petro Bembo. 11 qual domino Pietro Bembo se interpose et nulla concluse. Item, come li 8 cardenali si haveano redulo a dì.... in congregation, el tralato in materia cristiana et mover guera al Turcho; dove erano stali el signor Alberto di Carpi per nome di la Cesarea Ma-jestà, l’orator di Pranza e quel di Spagna et quel di Polona; e ’I nostro non havia voluto intrar, justa le lelere scriloli per il Consejo di X con la Zonta. Et come haveano fato alcuni capitoli, et concluso, a voler far quesla expedizion il Papa, eli’è zovene, vadi in persona, et meler, come fo messo altre volte, una Xa el una XXa al secular et al clero, la decima in 47 Italia, et fuora de Italia 5 per 100. Et come el signor Alberto parloe, laudando questa deliberation di defen.ler la cristianità, et scriveria a la Cesarea Majestà, qual sa esser inclinatissimo. Et fo parlato che bisognava prima far pacificar li principi cristiani, maxime far trieve insieme e paxe, chi ha si legni, almen per anni tre, per poter atender a questa ex-pedition. Scrive come poi esso Orator nostro era slà dal Papa a scusarsi, non era mirato in quesla trata-tion per esser in bona paxe col Signor lurcho, et che la Signoria nostra confina tutto el suo Stado con lui, et ancora non sapemo lo exito di nostri Oratori a esso Signor turcho, tamen la Signoria nostri sempre è pronta come bona cristiana far dal canto suo quello portaci dover, quando vederà poterlo far senza suo danno; et tal parole in consonante ............. Noto. Come per i tempi calivi, grandissimo vento et fortuna, l’ambasador dii Signor lurcho Alì Bei, qual parlile de qui con suo gripo a dì. .. el essendo apresso Histria, mai potè alterar lerra, imo li fo forzo voltar le vele e tornar indrio, et cussi andò a Chioza dove fin bora si ritrova, e podio manco dito gripo non pericolasse con esso orator. A dì 18, la matina. Non fo lelere. Vene il reverendissimo Patriarcha nostro, qual, con li capi di X in Colegio fue, per lo discordie sono nel monastero di Santa Caterina di Veniexia etc. Da pòi disnar, fo Consejo di X con la Zonta. Et scrisseno a Roma a l’Orator nostro in materia dii Turcho eie. A dì 19. La matina fo gran vento et grandis- 47 * simo fredo. Fo letere di Pranza di l’orator va in Spagna, et da Milan ; il somario de le qual scriverò di solo. In questa matina, si reduse il Colegio bu-tado per il caso di sier Piero Antonio Morexini, retenulo. Fu sier Chrislofal Moro et sier Lorenzo Corcr consieri di sora, perchè quelli di solo è ca-zadi, sier Zuan Francesco da Leze cao di XL, sier Gabriel Venier avogador extraordinario, sier Piero di Prioli et sier Jacomo Malipiero■signori di note; che poi si apresentò, ancora non è slà più cole-giado, perchè lui non ha voluto. Da poi disnar, fo Pregadi. Et per il gran fredo il Principe non vi fu. Vi vene sier Antonio Trivi-xan procurator, che di raro suol andar in Pregadi. Fo leto le letere di Roma, et li capitoli di do letere di sier Antonio Marzelo di sier Donado a suo padre, il sumario sarà di solo, et una deposition de uno patron di nave, ut in ea. Di Pranza, di sier Zuan Badoer dotor et cavalier, orator nostro, data a ffles, a dì 2. Come veniva verso Molincs per trovar il Re, et era lì con la Majestà di la Rezina et madre et........ Di sier Antonio Justinian dotor orator nostro in Pranza, da Molines, di 29. Et primo, come era stalo balizato il fiol dii duca di Borbon, nominato Francesco, da li parenti di esso, sicome si consueta in Franza far. Et coloqui auli col Re, qual lauda quanto li è sta scrilo per il Senato a lui Orator zercha non far il convento a Mantoa; e cussi se dia parlar uno amico con l’altro, et tegnirà modo non si lazi, nè entri agenti dii Papa. Et ha scrilo a quel domino Philinger orator cesareo, è bon lui sia quello trati la pralicha di la perlonga-tion le trieve con la Cesarea Maestà et la Signoria nostra, aziò altri non li loy di man la praticha, quasi dicat il cardenal Curzense. Item, li menslrò li sumari de le nove lurchesche, qual lede, il Re disse ... ........