289 MDXVflI, MARZO. 290 Narvesa ; e altre coso scrive dito Orator, in materia cristiana e di la trieva. A dì 9. Vene in Colegio sier Jneomo Corner di sier Zorzi il cavalici* procurator, venuto di luogotenente di la Patria, qual rezimento, in campagna, con-signoe a sier Lazzaro Mocenigo, Domonega. Era vestito di veludo paonazo, acompagnato da sier Andrea Orili procurator, sier Alvixe Pisani procurator, sier Polo Capello el cavalier, sier Nicolò Dolfìn e al-Iri assa’ parenti. Il padre li ò venuto eri la febbre grande; ma subito varile. Et referì in Colegio, justa il solilo; portò ducati 1000 e fo deputali a FArsenal, el il modello dii castello di Udene principiato a fabbricar. Il Doxe lolaudoeetc. È venuto con bona fama ; ba fato bon rezimento. È da saper: queste nove aule ba falò levar man in l’Arsenal, et fo licenliati li calatili di le Contrade che prima lavoravano le galie; siebò andono lenendo etiam il lavorar. Et sier Ferigo Morexini patron a l’Arsenal, è in Ilistria a far tajar legnami, et zà ne ha mandalo 4 burebii cargi. Sier Polo Coniarmi si fece cavar una gran piera et varisse. Sier Lorenzo Badoer è solo; et tamen sier Stefano Contarmi consier e sier Alvise di Prioli savio dii Consejo esercitano ancora l’oficio di Provodadori sora l’Ar-senal con gran diligenlia, el sier Micbiel Malipiero, fo patron a P Arsenal con autorità datoli per Pre-gadi, è ancora in trivixana per legnami. Vene P orator di Pranza monsignor Zunn Pino, con uno francese venuto per slafola dal He con una lelera di Soa Maiestà, data a IJIes, a dì ultimo Fe-vrer, sotoscrita di sua man. Avisava, in questa noie, la Serenissima regina sua moglie aver parlurito uno lìol, et però spazava questo messo per avisar la Signoria di tal bona nova, come sua bona amiga, con la qual si ralegrava. El il Principe e tulio il Colegio si alegrono assai con diio orator e mosso; lerminono da matina in cbiesia di San Marco far dir una solenne messa e vi anderà la Signoria, e vestir il messo di veludo crc-mesin e farli un bel presente. 170 Christianissimo Regi. Le lettere di Vostra Christianissima Maiestà, per le qual tanto Immane et affettuosamente la ne scrive l'oplima et faustissima novella de P esserli nato uno serenissimo figliolo, sono sta da noi vedute et udite cum quella grandissima letilia, jucundilà et contento di P animo nostro, clic richiede il singular amor sapemo lei haverne, et non meno la summa nostra I Diani di M. Sanuto. — Torri. XXV. observantia verso quella, et il desiderio che tcncnio del bene et gloria sua ; rinde possamo dir arditamente, che Palegreza el piacer clic ne liavemo ri-cepulo non sii sta niente meno di quello ne ba preso la propria Celsitudine Vostra, vedendo che per questo la corona et regno di Franza continuerà in la descendenlia de Vostra Maiestà benevolentissima del Sialo nostro, sichò hereditariamente passerà et resterà sempre, in questo et in gli altri posteri soi, l’a-mor et affetto singular clic la ne porla. Se congratúlenlo adunque cum tolto il core cum Vostra Christianissima Maestà, ralegrandose cum noi stessi, el ne habiamo fatte render gralie a l’Allissimo Dio, el lo supplicamo che per sua gralia et bontà gli piaqui conservarge questo dono per mollo et longo lempo, facendo che ’1 devengi par de virtù et felicità al magnanimo et invitissimo genitor suo, et che se degni far veder a Voslra Maiestà et lui fìol, et degli altri, et li figlioli di quelli, in quella grandeza, prosperità et gloria che lei medesima puoi desiderar, cum honor et beneficio de la cristianissima religione. Serenissima et Cristianissima Regina. Se ad alcuno die esser slà grata cljucunda la felice et fausta novella del parlo de Vostra Clirislia-nissima Maieslà, nui siamo quelli che precipuamente ne dovemo haver grandissima consolalion el aiegre-za, sì per rispello del Christianissimo re, la prosperità el gloria del qual non meno desideratilo elio la propria salute nostra, come per il singular affetto el observanlia noslra verso la persona, di Vostra Maiestà ; essendo certi che questo serenissimo fìol, nato de quelli amano tanto il Stalo nostro, sarà etiam lui in ciascun tempo de la ¡stessa mente. Ce ne siamo adunque ralegrati cum lutto il core, et ce ne congratuladlo cum Voslra Maieslà, pregando il Summo Crealor si degni conservarne questo zà nassuto, et far che lei insieme cum il Christianissimo consorte se ne vedino degli altri, et i Pioli de quelli, cum quella felicità che la medesima desidera. Et el nostro Signor Dio habbi Vostra Maiestà in la sua san-cta et bona guarda. Bata, 10 Martii 1518. Francesco, per la Dio gralia, re di Franza. Carissimi et grandi amici. Perciò clic nui sapemo che sareli alegrissimi de intender il ben et prosperità de nui, et di le nostre faconde, nui liavemo ben voluto, come a nostri boni, veri, el intieri et perfetti amici, 19