83 MDXV1I, NOVEMBRE. 84 Sia insuper preso c slaluido: clic se ’1 scrìi algun de tanto ardir die presumerà de intercedere apresso diti signori, ambasadori o altri, per qualche uno condenato ut supra, over per conseguir qualche o/Iilio aut benefitio, questo tal, el sia chi esser se voja, se intendi et sia ipso facto incorso in pena de perpetuo exiglio da questa cita nostra, et pagar ducali 200 a l’Arsenal de propri beni;1 cl ogni gratin, absolutione et concessione, che per suo mezzo fusse concessa, sia similiter de niun vigor el robur. Et siano lenulo i capi de questo Con-sejo et i Avogadori nostri de comun, solo debito de sagramento quotiescumque succedesse tal caso, far far diligente inquisitione et invesligation, e conira i delinquenti et Iransgressori mandare ad execu-lione la deliberatione presente, aziò la justicia habi loco, et non sia cum tal indirecli modi et mezi violata et defraudata. Nè se possi la presente parte su-spender, dechiarar, interpretar, alterar, infranger, 44 aut quovismoclo, sotto tutte le pene, justa la parte de quella. Et sia publicala nel nostro Mazor Consejo, et cussi a San Marco et a Rialto. Publicata in Majori Consilio, die 20 mcn-sis Octubris, 1517. 4G’> Da poi disnar fu Gran Cousejo. Fu posto, per li Consieri, la gralia di sier Jacomo Pizamano qu. sier Fantin, qual expone come dii 1462...... Fu fato nove voxe, una non passò su diexe. Di E-xaminador, do de la Zonla, fati. Rimaseno sier Zuan Alvise Duodo, fo de la Zonla, qu. sier Piero, et sier Zacaria Foscolo, fo de la Zonla, qu. sier Marco, da sier Luca Vendramin, fo cao dii Consejo di X, dal Bancho qu. sier Alvise qu. Serenissimo, qual vene dopio, el per esser nel numero di danari non rimase, ch’è mal facto. E non voglio reslar de scriver, come fo nominato de la Zonta sier Ilironimo da Canal qu. sier Zuane, con titolo fo a la custodia di Padoa e Treviso con homeni 10 a soe spese, et il Consejo, sentilo slridar, fe’ susuro et rider, quasi dicat questo titolo non vai al presente. El cazele, imo andò malissimo, eh’ è mala cossa non si aricordar di chi a li bisogni ha servilo a defension di Padoa e Treviso e a sue spexe, con fanti e con la persona a pericolo, tamen è sta mai remunerato, come è sta fato in altri, et maxime in sier Zacaria Foscolo sopradilo, che rimase di la Zonla per esser andà con 25 ho- (1) La carta 44* è bianca, e nelle carte 45 e 45* è ripetuto la precedente Parte 20 Ottobre 1517, approvata nel Maggior Consiglio il 20 Novembre e pubblicata il 22 a S. Marco e a Rialto. meni a soe spexe. Imo, à questo sier Ilironimo, al presente, che tolto vien in beffa el titolo; cossa de gran ingratitudine. E cussi si fa conira quelli hanno presta, danari e hauto offici, et maxime quelli ha prcslà per esser di Pregadi, ancora che habino età non li vogliono; imo quelli medenii ha presta, non si voi l’un con l’altro, perchè core tal influentia, e Dio voglia non si pentiamo a far cussi, perchè a un bisogno altro, non si caterà più chi voy imprestar un soldo, hessendo cussi maltraltadi. Con i qual danari prestadi a questo modo, si ha mantenuto il Slado, et recup#à Verona, che se non era questo, actum erat; che per tal impresiedo di onori se trovò ducati 500 mila, come difuse tulio ho scrito in li Annali mei. Etiam, se 1’ ocoressc, che Dio noi voglia, che bisognasse mandar più zentilhomeni a cuslodia di cita, vedendo esser maltratati, pochi vi anderia, se non con esser ben pagati. La qual ingratitudine mollo mi dispiace per amor porto a la patria mia; benché sia mallrato a le operalion ho tale in ben de la Republicha, sì hessendo in Pregadi per le renghe fate, aver anni 51 compiti, et ogni dì lati-charmi in scriver la mia Diaria de l'historia, e ta-mtn mi fanno cader, e di Pregadi e dove son nominalo. A dì 16, la matina, Limi Havendo pioveslo 46* la note et cussi la matina assae con grandissimo vento de syroeho, ad co la ma lina podio da poi terza cresete l’aqua grandissima in questa lerra, et zà molli anni non più è stata cussi grande, adco la pia-za di San Marco di la banda dii canal Grande e Rialto e lutto le strade erano piene de aqua, nè si pode-va andar per terra et inanello con barella per li ponti, pur si andava per qualche rio di sora le fondamente che era una terribilità a veder l’aqua che continue creseva, e cussi cresete fino hore 20, el se non era il vento contrario a l’aqua, senza dubio ve-gniva assae più grande : siehè in memoria de homo vivo non è stà mai sì grande. Vasto infiniti pozi in la terra, si dice danno di ducati 10 mila; vasto assae mercanlie in magazeni maxime cenere e altro, et a molte caxe di povareti a pe’ pian si bagnò quello haveano con gran danno di loro. Et é da judichar, per dita inondazion di aque seguirà molto malattie in questa terra, che Dio non voja. El in la mia Corte, ch’è pur alta, era più di un pe’ e mezo l’aqua alta. Et a hore 22 tutta fo a segno, et se polea andar per Veniexia. Di queslo ne ho voluto far nota a memoria. El Colegio si reduse, non però tutti, et nulla fo da conto.