505 MDXVIII, OltGNO. 506 Sier Piero da ca' da Poxaro, fo Cao dii Consejo di X, qu. sicr Nicolò. Ser Sebastian Fosearini el dolor, leze in philoso-phia, fo al luogo di Procuralor. Sicr Lorenzo Bragadin, fo proveditor di comun, qu. sier Francesco. Sier Fauslin Barbo, fo avogador di comun, qu. sier Marco. Sier Nicolò Zorzi, è di Pregadi, qu. sicr Bernardo da San Moisè. Sier Beneto Vilori, fu camerlengo di comun, qu. sier Zuane. Sier Marin Morexini, fo avogador di comun, qu. sier Polo. Sier Trojan Bolani el grando, qu. sier lliro-nimo. Sier Andrea Foscolo, fo savio a Terra ferma, qu. sier Marco. Sier Mario Sanudo, fo di Pregadi, qu. sier Lu-nardo. Sier Piero Zen, fo relor e provedador a Cataro, qu. sier Calarin el cavalier. Sier Valerio Marzelo, fo podestà c capitano a Ruigo, qu. sier Jacomo Antonio cavalier. Sier Francesco da ca’ da Pexaro, è di Pregadi, qu. sier Ilironimo, qu. sier Luca procuralor. Sier Andrea Contarmi, è di la Zonta, qu. sier Ambruoso. Sier Andrea di Prioli, fo di Pregadi, qu. sier Marco qu. sier Zuan procurato!’. Sier Zuan Vituri, fo provedador zeneral in la Patria, qu. sier Daniel. Sier Pandolfo Morexini, fo savio a Terra ferma, qu. sier Ilironimo. Passò solo uno. Se intese, per homeni venuti, come il maran di Contarmi Minoti andava in Alexandria, rcduto a la Quara, molto rico per valuta ducati 30 mila, a dì 9 dii mese sora il monte di l’Anzolo era sta preso da 7 fuste turchescbe. Di sier Sebastian Moro provedador di l’ar-mada, fo letere particular in suo fradello sier Zuane, di 16, da Bestize. Come da Liesna fo l’ultime sue, c cussi si levò de li a di 14 ore 4 di zorno, e in questa ora prima di zorno zonse li a Beslize, dove ha trovalo la marciliana di Tomaxo Roncon qual carga doghe per Venetia, et dimane partirà, per la qual scrive questa, e il patron li à dito che a di 7 dii presente le fuste prese la sua barca e un altra avea nolizada, e per riscuoderle li fo forzo darli du cati 14. Dice che el Mercore seguente, fo a di 9, el 306* maran di Contarmi, qual è slà messo a la Quara, et era sorto li al monte, si levò e vele le fusle andar dal dito, e li parse poi el remorchiasse, nè sa quello sia seguilo, tamen non aferma esser sta preso ma aver parlamento ; poi le fusle tornò quel zorno al morite, el il sequente zorno si messe in mar, e non sa dove siano andate. Dice hanno brusà la Madonna de le coione, nè sa abia fatto altro danno a nostri. Scrive, in quella ora si leva per andar sco-rendo e intender il lutto, e segondo intenderà si governerà, e trovando dite fusle che non crede, perchè inteso Tesser di esso Provedador sarano andate, e lien l’abia saputo, si sforzerà recuperar le cosse di nostri con ogni dolceza e deslerilà, e li farà intender la bona pace con dirli le operation sue verso quelli di Rodi et nostri che hanno comesso eror, e segondo intenderà li danni fati a nostri si governerà. E se queste fuste non fusseno armade solo capitano, an-daria per altra via ; ma bisogna aver rispelo per esser cussi il voler di la Signoria nostra. Questi di la terra dicono come Domenega passala le fuste mes-seno in terra ore una avanti zorno a Traili, e sa-chizò la Badia, el hanno amazato homeni 10 di la terra, nè sanno da poi altro. Questi di Bestize li hanno parso veder missier Domenedio, e lutti cri-dano San Marco. Questa venula spera sarà a quel Slado di summa reputazion. È da saper una cossa nolarida seguila in questo mexe ; come sier Alvise Loredan qu. sier Matio è soracomito, zonto in armada, par li venisse certo umor meninconico, la causa non se intende, ma se dice è per non aver danari, adco si fe’ certe cosse da pazzo; di che inteso la Signoria questo, parse far provision di uno vice sopracomito in loco suo et cussi........... In questo Pregadi, fu posto, per i Consicri, una lettera al rezimento di Crete, dar certo possesso di uno canonicà al commesso dii Cardinal Sabinense ut in parte: 134, 5, 10. Fu posto, per i Savii dii Conscjo e Terra ferma, che a Bernardo di Franceschi da Modon, come scrive il Provedador dii Zanle, si faticò in prender una fusla turchesca feva danni a nostri subditi, la qual fo conduta qui: che li sia concesso esser soracomito di la gaiia dii Zanle quando si armerà de lì, et sia pagà le spexe a li homeni à conduto dita fusla in questa terra: 133, 32, 2.