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MDXVIII, MARZO.
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    sier Bernardo, senza fioli. Lassa a uno da olia’ Caltelo, di so’ fradelo, o soi clic nascerà havendo nome Pangrali, ducati 200 d’intrada di le soe possession; et a la villa, a li (ioli di soi faclori che nascerà, havendo nome Pangrali, ducali li a l’anno per uno, ut patri.
       Da poi disnar, fo Consejo di X con Zonta, el fo scrito a Roma.
      Da Roma vene Mere, poi venuto zoso Consejo di X. Il sumario dirò poi.
       A dì 21, Domenega. In Colegio fo leto le lefere di Roma, venute eri aera, di V Orator nostro, di 15. Come il Venere fu fato procession dii clero, oficiali e frage. Per (ulta Roma era festa, non sen-tava li oficii et le bolegc erano serade. E fu fata da S. Agusliu fino in Araeceli; poi Sabado, adì 13, fu fata da San Lorenzo fino al Populo; derntm la Do-menega, a dì 14, da San Piero lino a la Minerva. Et
    il	Papa, con tulli li cardinali in scopini di calze a piedi, et li oratori, non vi era quel d’Ingaltera, ma
    il	noslro vi fue ; et fo una bella e solenne procession, et fato altari per strada, e a tulli li altari che trovavano si slalavano, e il Papa con li cardinali in zenochioni a far oralion per la cristianità peccatores te rogamus audi nos, et portale reliquie eie., sichò fu belissima. E zonli a la Minerva, fo diio una messa papal cantata per il Cardinal Caviglion, el poi domino Jacomo Sadoleto secretario dii Papa, qual è episcopo di Carpenti«, fece una oralion, exortando lutti ad bellum suscipiendum eontra turcos, laudando In disposition dii Papa et potentati cristiani; la qual oralion si stamperà. Poi il Cardinal Farnese lexe una bolla fata per il Papa di le trieve per anni cinque fra
    li	principi e republiche cristiane, con questo chi non vorà obedir, cascano in pena di censure etc. El in ultima dize, si ’1 ne sarà diferenlia tra li principi o republiche, Soa Santità la voi conzar e in questo tempo si atendi conira ... ; la qual bolla fu slampada, et la manderà per il primo. Et compito tal cerimonia, il Papa parli da la Minerva, porlalo, a bore 23, e li cardinali a cavalo et altri, e tornò a palazo. Item, eri sera zonsc li il Cardinal Ragona, stato in Pranza e Spagna zercha uno anno fuor di Roma, e subito andò dal Papa et cenò con Soa Beatitudine. Scrive, come in questa note era morto lì a
178	Roma il reverendo domino Petro d’Urea episcopo
   di.........oralordìl re di Spagna, stalo per
    avanti amalalo e varilo; volse andar a visitar il Cardinal di le Vale, el si scaldò, beve aqua fresca e de lì a bore 8 morile. Altre particularilà scrive; ma questo è il sumario.
          1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXV.
    El in questa malina zonse un’altra man di lelere dii dito Oralor, qual manda la publicazion a stampa non ben compila, el lelere di Spagna di 1’ Oralor noslro.
    Di Pranza, eri fo Intera di V Orator nostro, di 7, di Ambosa. Come era slà menato da la Illustrissima Madama madre a veder il pulino di la Serenissima Rezina, qual era in certa letica, coperto ili raso di certo color, et è belissimo et più bello dii Re, e la Raina disse : « Disè pur al Roy l’è più bello die lui, » sichò hanno grandissimo contento tulli, e si prepara gran feste per il balizar, el che stanno in expelation saper le feste liarà fato la Signoria per tanta alegreza. Altri avisi scrive, ut in litteris.
    Di Spagna, di sier Francesco Corner orator nostro, da Valadolit, più letere, V ultime di 24 Fevrer. Come quel Barbarossa corsaro, qual ha il dominio di tre mission per il Turclio, havendo mandato da 1000 mori per recuperar uno castello lì vicino, quelli dentro, con aiuto di spagnoli, fono a le man et laiono a pezi didi 1000. Item, come erano, tornate do nave di l’isole Fortunale, le qual haveano portato al Re, per il suo quinto di oro trovato de li, tanto oro per valuta, una ducati 35 milia, l’altra 13 inilia; sichè quelli de lì fanno il conto si cava oro in dite insule per ducali 500 milia a l’anno; loca al Re per suo quinto ducati 100 milia. Item, come lo Impcrador havia scrito al nepole don Carlo li mandi don Ferando suo fratclo, e questo perchè par lo voi far re di romani. Scrive, come l’oralor di Pranza è lì, monsignor di la Roza, li havia diio liaver auto lelere dii suo Re, doversi doler a la Calholica altezza che li subditi di la Cesarea Maieslà in Hislria havia fato certi’danni a li nostri subdili conira li capitoli di la trieva; dii che parlò a monsignor di Clevers clic si poi reputar alter rex, qual disse li dispiaceva e scrivcria a l’Imperador, dicendo è bon rinovar le trieve, dicendo credo si babi mandalo a farle; et cussi lo fece zerchar, ma non fo trovato; sichè mon-stra gran voia di farle. Tamen per la Signoria nostra li fu scriplo clic questa materia è in man di la Cristianissima Maieslà, nè si lorìa la pratica de lì per Iratarla in Spagna, ringratiando la Calholica al-leza e monsignor di Clevers dii suo bon voler; con altre parole ben a proposito.
    Da poi disnar, fo Gran Consejo. Vene domino 178' Antonio da Marlinengo fo dì domino Lodovico, con-dulor nostro, zentilhomo brexan e dì questa terra.
Sento aprcsso sier Gragorìo Barbarigo fo fiol dìi Serenissimo.
    Fu posto, per li Consieri et Cai di XL, do Avo-
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