571 MDXV1J1, LUGLIO. 572 et a di 23 si andò sopra Raglisi. Quelli signori li itiandorono do de li primarii sui a visitar oferen-dosi, avisandolo come per do schiavi zonti a Gastei Novo in Uzoruida Constantinopoli, che’l Signor turco era zonto li, ancor che a loro par difficile tal cossa. Scrive aver inteso per lelere particular la ele-tion dii suo successor, et esser sii exaudito a la richiesta: ringrazia eie. Dice saria bon disarmar le galie di Cundia: è impossibele lenirle fuora longa-mente, et desidera saper il voler di la Signoria nostra. 342 Sumario di lettere di Palermo di sier Pelegrin Venier qu. sier Bernardo, date in Palermo a dì 5 Zugno 1518, ricevute a dì 22 dito. ..........(1) Letera dii dito, di 13 Zugno, ricevuta a dì 19 dito. Avisa come l’armada dii conte Piero Na-varo fo sopra Monastier, dove trovò el paese molto ben provedulo, el erano infinità de arabi a le marine, per forma che elexe per el meglio a ritornar, et messe apresso a la Fagagnana, dove per lo illustrissimo don Hugo lo mandà a chiamar, pregandolo volesse esser a parlamento insieme. Non lo ha voluto far, imo incontinente se partì per Sardegna, altri dize per Civitavecchia, et poi li morì el Vianelo. Come dize tutti, mai feze colpo in la Barbaria. L’armada dii prefalo don Hugo, per 18 dito dia partir; hanno fato la monstra, et tutto era in ordene. Questa matina con do galie è ritornalo el capitano Arcon, et subito è partilo per Calavria con do barchele. Lo illustrissimo Luogotenente se atrova in Trapano, et sono slà a parlamento a uno con lo presento per coutenentie de onori; con letere hanno proveduto, che è slà ad-342* miration de tutti. Va de certo verso Oran et One per far li effecti scrisse. Da Tunis vene una barza di zenoesi, parli a dì 2 ; le galie non erano zonte. Da novo, el fonlego nostro e chiexia a furor di populo fu disfato a causa de certi cativi cristiani occiseno el patron suo moro, mercadante rico di ducati 40 mila contadi, e tulli di caxa sua fuzino in quello, e presi, per il Re fono fati brusar vivi. Per via di Messina, è letere in mercadanti catalani di 9 ; dizeno aver letere de Candia di 20 zorui avanti fate, li dava aviso el Turco esser morto. E la barza di don Petro di Bovadiglia è pur in questi mari da Tripoli, fa-zendo danni. È passato ozi le nave de Syo erano a Messina, et vano a Zenoa. Fomenti, a tari 13 1/2 li novi, lari 11 V2 li veclii. Lettera dii dito, di 21 Zugno, ricevuta a dì 29 Lujo. A dì 16 la note partì di la Fagagnana el capitano zeneral don Hugo di Moncada, e fu con barze numero 18, gaiioni 2, el suo et quello fo di Zuan Simon simile e ben in ordene, galie sotil numero 9 et fanti 6000. Feze la cerca prima, e lassò in terra tulle le femine, exeepto 4 per bandiera, molti ragazi inutelì, perchè non li consumasse le vituarie. Et verso Sardegna a Cavo Carboner vano, dove lie-verano carne salade assai, poi verso a Oran et quelli contorni si redurano per conzonzersi con Io Arcaito di le Donzele, se die ritrovar con fanti 8000 per reaver el regno e meler ili stado el Col dii re di Tremiseli, espulso da Urve turco ditto Barbarossa, che, per lelere di 2 da Tunis, prosperava con el favor de arabi in quel regno. Poi dita armada per tempi è ritornata al predilo loco: Idio li doni vitoria. El capitano Perenzan a dì 6 partì da Saragosa per Rhodi con 6 vele, 3 barze et 3 caravele, et uno altro ha homeni 1600. El conte Piero Navaro partì da la Fagagnana per Italia, et a Trapano zonse uno galion con fanti 400 infermi, et de lui grandemente se duo-leno. La barza di don Pietro di Bovediglia sopra 343 Gao Salamoi! in Candia prese una nave ragusea con 60 turchi et rica, e a Rodi erano andate. Da Messina era ussita una barca, capitano uno spagnol andava in corso, e partì a dì 9 di lo istante, secondo è seri pio. Se aierma per lutti questo illustrissimo conte di Monte Lion luogotenente etc. esser sta confirmato per viceré in tutto el regno. El qual non fu in parlamento alcuno con don Hugo, et mal d’acordo se stano. I Tormenti ha precii soliti, li novi lari 13 '/*, li vechi 1 i V*. La Catolica Majestà par si confermi habbi dà ogni favor a li illustrissimi conti de Golisana e Camerata, quali fu scaziali di questo reguo, et spera esser ben tratati : che Dio cussi el promeli. Anno llieogoniie decimo ottavo super milesi- 3441* mura. Dum in agro brixiano el prwsertim apud Val-lis Camonicae parles tanta, auclore diabolo, strigum lamiarumque et haereticorum promiscui sexus secla convaluisset, ut inerito de reipublicae cristianie proli dolor! non parum limendum foret, decrevit oportu-ne justissimus integerimusque Brixiae praesul Pau-lus Zane patricius Venetus, ita etiam inslantibus iu-colis illarum partium, siculi par fuit, morbo buie (1) Qui è ripetuta testualmente la lettera stampata alle colonne 466 e 467, e perciò viene oramessa. il) La carta 343* è bianca.