39 MDXV1I, OTTOBRE. 40 solo con uno marchadante solo, come lui patron lia inteso. Et che, essendo dicto patron in Alexandria, fo facta una proclama da parte del Gran turcho, che tulli gli mamaluchi se dovesseno apresenlarche haveriano bon soldo, et se ne apresentorono da zer-ca 1200 in Alexandria, quali tutti fono tajadi a pezi. Item, che la galia grossa facea grande acqua, et havea libato bona parte dii cargo, et posto in su una nave per vegnir in Candia per conzar; et che Curtogli con vele 25 era andato al Chayro de comandamento del Gran turcho, dove si ha trova lino al presente; et che l’armata lurchesca predila è mollo mal in ordene, el crede fina a questa bora sia intrata in Streto. Da poi disnar, fo Colegio di Savi per dar au-dientia. A dì 22. La malina vene in Colegio l’orator dii duca di Ferara, con uno messo a posta venuto con letere in recotnandazion di domino Caluro di Cao d’Istria doctor, dii Ducha e dii cardenal di Este fradelo dii Duca, li qual pregano la Signoria volgino perdonargli, oziò possi ritornar sotto il pristino dominio, fo bandito per esser sopracomilo di Cao d’ Istria al tempo de la guera dii Turco. 11 Principe li disse se vederla il processo, et poi se li risponderla. Vene l’orator dì Franza, qual con li Cai di X fo in Colegio. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta. Fo leto le letere di Franga venute questa matina, di sier Zuan Badoer doctor et cava-tier orator nostro, date in Arzenton a dì. .. drízate ai Cai dii Consejo di X, molto secre-tissime. Et per dito Consejo di X con la Zonta, li fo risposto el drízale le letere al dito Badoer orator nostro e sier Antonio Justinian dolor, va orator a quella Cliristianissima maestà, qual si tien sarà zonto a la corte. Da Roma, di V Orator nostro, vene letere date a Corneto, a dì 17. 11 sumario de le qual noterò di solo per non esser nove da conto, e di Napoli, dii Console di......... A dì 23. Fo gran pioza, et reduto il Colegio, non fo lelera alcuna. Vene l’orator di Hongaria, solicitando voler contar etc. È da saper: in questo tempo a Venexia e per le terre noslre non si spendeva altra moneda che forestiera, nè si vedeva truni et mocenigi, nè manco marceli, perchè di oro non se ne parla. Le monede coreva, erano cavaloti da 8 e altre monede de Milan di 8 e di 4, e queste è assa’ bone mo-nede; poi di 6 et di 3 todesche, queste è bone: bolognesi di 8 cative; carlini ejulii di 12 assa’ boni; ma assa’ numero bezzi et maxime nuovi, eh’è una cativa moneda. Nè core allro che bezi, et ne è gran quantità in la terra, el li nuovi è molto tristi, adeo nel'Consejo di X, a dì .... di questo mexe, come ho scrito, fo tratalo tal materia et parlalo di bandir le monede forestiere; ma considerando saria gran dano a la terra e a la povera zente, più presto calarle. Altri voleva far il-mocenigo valesse soldi 22, il marzelo soldi 11, aziò venisseno fuora quelli li hanno. Hor fo preso a dì diio nel Consejo di X con la Zonta, di far le monede in Zecha a raxon di ........per marcila .... che prima si feva, et meter bon numero de arzento in Zecha, e far far soldi, et una moneda da 4; zoè far altre monede che quelle si spendono al presente. Et etiam ozi. el Consejo di X doveano esser su questo, adeo, inteso per la terra volersi far questa provisione, tuli se fevano renitenti a tuor bezi nuovi, imo non li voleano, dicendo i sarano banditi ; sichè li poveri sta mal, che pur ne hanno. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta, e Iratono in materia de ducali 18 mila dii sai si scontava in doni de nave, noli de sali etc., i qual al tempo de la guerra non hanno pagali, bora li mar-chadanti volendo el suo, e hanno raxon. Fo assa’ parlalo et niente concluso; poi sier Bernardo Barbarlo Cao di X volea certe soe opinion e danari per Monte Nuovo etc. tamen nihil factum fuit. Fo preso, atento se babbi trovà molti desordeni in li libri de le casse dii Consejo di X ministrali per li cassieri de dito Consejo dal 1509 in qua, cioè in questa guera, et licet fusse slà electi per el Consejo di X do a reveder tal colili sier Polo Valaresso et sier Antonio Bembo, bora tno’ fu preso che dili libri siano mandali a li Avogadori exlraordinari, quali debano veder questi conti, e andar per quelle vie, justa li bordeni dii suo officio. Zonse in questo zorno in Histria la nave Faliera, 21 patron Thodarin da Corphù, vien da Costantinopoli con sede, boldroni de lana e altre merze, partì è . zorni 15 da Galipoli. El scrivali referisse, come al suo partir vele e scontrò una galia lurchesca tornava di Alexandria, qual dicea l’arniada veniva in Streto et era sopra Tenedo, et che li navili nostri erano slà licenliati, e cussi la galia de Alexandria, la qual havia svuodà le spezie, perchè bisognava conzarla. Dize che, al suo partir da Costantinopoli, si solicitava quella annada, che era 100 galie grosse e solil in