585 UDXVIII, ACOSTO. 58(5 galione, una barza, et due fusle, et questo per andar a fugar le fuste de’ mori. Scrive, ne l’ultimo concistorio è sta dato per il Papa lo episcopato dii carderai oli ni Adriano al Cardinal Eboracense di Ingal-tera. A Fiorenza si prepara per la venuta del duca di Urbino, il qual per le sue ultime scrive vegnerà a bone zornate. Questa note passata passò di questa vita lì in Roma sier Piero Justinian qu. sier Marco qu. sier Bernardo cavalier procurator qual era in exilio, stalo amalato zorni pochi, et morite in caxa dì domino Hironimo Lippomano. Fu sepulto in chie-sia di San Piero ad Vincula, che cussi ordinoe, e vi fu l’Oralor nostro et altri veneti a le exequie. Dito Orator solicila sia fato il suo successor etc. Da Napoli, di Lunardo Anseimi consolo, fu le ter e......... Da poi disnar, fo Golegio di la Signoria e Sa vii in materia di trovar danari, dove intravene li Cai di X. A dì 12. La matina, in Colegio, fu il Legato dii Papa con li Cai di X in materia di le strighe di bre-xana, et steno longamente con alcuni venuti in questa terra di Brexa e di Valcamonica. Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonta. Prima preseuo una parte posta per il Serenissimo, Consieri, excepto sier Luca Trun, et Cai di X, zercha i conlrabandi si fa di vini e altro : videlicet che si per cadauna barca si troverà più di una barila di vili e più contrabando di un ducalo, s’il sarà zentilomo sia priva di Consejo, oiìcii e benetìcii per uno anno, pagi lire 200; e si ’1 sarà popular, pagi le lire 200, e stia G mexi in prexon serado. Item, chi non lasserà zercar in la barca e non lasserà tuor fuora li contrabandi trovadi a li capitani, ofìciali, palatieri, e custodi nostri, incorino in doppia pena ut supra, e banditi per do armi di Veniexia e dii destrelto. Et questi tali siano denontiadi a l’oficio dii dazio dii vin, sotto pena di privation di l’ofìcio, e lire 200 di picoli. E aula la denonlia, siano li contrafanti fati debitori di le pene pecuniarie, e mandati debitori a palazo. E non dagando in nota, chi li acuserà abbi lire 300; e si contrabandieri acuserà, questi siano assolti di la pena, excepto dii dazio ordinario, posendo in-trar in loco dii custode. E si li banditi romperà il bando, pagi lire 300 e stia 6 mexi in preson e torni al bando. Item, di altre robe si traze da un ducato in zoso, si denonci a quel magislrato dove doveriano far le bolete. È eomessa execution a li Cai di X, Consieri e cadaun dii Colegio in condanar li magistrali negligenti, nè possino aver grafia se non per tutte balote di questo Consejo. Item, tutto el vin da una barila in suso e le mercadantie da ducali uno in . . . sia perso, e debano pagar dazio e doppio dazio, e questo sia messo ne li capitoli de i daci nostri eie. Item, non si possi andar a casa quando barano robe di bolete, ma a li otfìcii deputadi, nè cambiar cai o amasi, baie, coli, ligazi o altro, solo le pene sopradite. El perchè ogni dazio se incanta, e ’1 condutor incambia molti capelani e ofìciali, e quelli non vien tolti diventano contrabandieri per il commercio hanno con li olìciali, però sia preso, che questi (ali stali ofìciali trovandose aver facto conlrabando nel tempo non saranno più ofìciali, li sia tajà una man e cavalo uno ochio. È confermà tute altre parìe sopra a contrabandi, riservando le parte prese per li Pro-vedadori sopra la mercadanlia. Fu etiam Iratalo una opinion di Cai di X, che le nave vanno in Soria conducano sali in questa tèrra, zoè darli certmn quid de contadi : e fo gran dispu-talion, nihil conclusimi. Capitolo di una letera in materia di le strige 353 di Valcamonica, date in Brexa a dì..... Avosto 1518. El perchè vostra magnificenlia mi richiede li scriva di queste strige, io dico che l’è vero che in Valcamonica, et etiam qui a Brexa, et per tuto lo mondo è sparsa questa trista eresia et abnegation del Signor Dio et de li santi. El sono slà brusati in Valcamonica in 4 luogi circa 64 persone maschi et femine, et altretanti et più ne sono in presone et. . .... ne sono circa 5000; cosa inextimabile. Et perchè io ho scrito che son slà li a Pisogne a veder brusar le sopraserite strige numero 8, lo clarissimo Podestà mi ha fato testificar di quello ho visto et aldito, et veramente io saria contento non esservi mai andato, perchè Io mio diio è mandato a li signori capi de l’eccelso Consejo di X, et mi è stà forzo deponere manti propria: de la qual deposi-tion la copia mando a la magnificenza vostra. Come lo clarissimo podestà sarà ritornato di Valcamonica, che serà Sabado che viene, scriverò qualche cosa, se cosa averà notanda, a la magnificenza vostra. E l’è ben vero che in Valcamonica sono molte strige et strigoni, come ho scripto; ma a me par che in lo procedere se usi termini non convenienti. Io andai, el quello aldili et viti ve lo mando, videlicet haec est testificano mea per me facta. Requisitus a magnifico et clarissimo doc-tore et equite domino Joanne Baduario dignis-simo potestate Brixice, ut dicam quid vìderim