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M0XVIII, AGOSTO.
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      levarse da terra, se certificono venir conira de loro
     lo	esercito che se diceva esser fuzita et voler com-hater. Et acoslandosi li eserciti come le onde del mar, li nostri desmontorono da cavalo, stringendo le cengie de quelli sui boni cavalli, et poi 1’ uno con l’altro se perdonavano et se locavano la mano et se basavano per la boca, et poi montono su li lor cavali boni, et lo magnifico capitano Synan bassa a Io Creator con bon core incomenzò far oratione, me-tendo el volto a la terra con gran sospiri diceva:
Oratione fece Synan bassa avanti el combater con Gaselli.
         Vui sete quello prontissimo et magno Dio. Voltando in ogni cossa el mio volto a la tua maestà per 394 * esser a lutto el mondo la tua bontà manifesta, non trovo altra porla de andare so non a la tua maestà, el non so a chi recorere se non a la tua bontà, essendo io tuo schiavo più vile che tutti li altri. Che posso dire a la tua clementia che luto non sii noto per la bontà del nostro gran Propheta, per la venuta del quale hai f.'.to lo mondo, et per lutti li altri veri schiavi, et maxime avendo ditto: o Maco-meto, per ti ho fato il mondo, el li cieli per lo amor porti a lui, essendo il primo propheta di luti li altri come la luna in mezo de le stele, e per li so quatro consiglieri overo majorenti che apresso a lui stanno, li quali sono Abebechir, Omar, Osman et Alì, che sono grandi apresso li altri, et per tutti li altri pro-pheli venuti avanti Macomelo, che lutti lo hanno profetizato et se hanno umiliali a lui, per l’anima de tutti li sopraditi, o Creatore a questa mia impresa dona aiuto el a li miei eserciti dona favore, i quali sono voltali a la tua bontà umilmente ricomandandosi.
          Et fata questa sua oratione, levò el volto suo da la terra et da li suo ochi cadevano lacrime et sangue, et poi a li suo exerciti comenzò a parlar el ordinarli perchè la ordinanza giova molto a li exerciti, et disse alta voce :
Oration de Synan bassa a io esercito.
me in questo mondo, el cussi come li castroni ma-scoli sono in questo mondo per sacrificar, cussi vui dovete essere per lo vostro illustrissimo Gran Signor, et a questa battaglia, quello non se porterà bene, el pane che ’1 mangia del nostro Signor non li sia pro-fitevole. Combatemo senza timor che la vitoria è nostra; combatomo gaiardamenle che saremo vincitori; sapete bene quello ne hanno fato questi zercassi ; quello de voi hanno parlato, che è nolo dal ponente al levante. Tutti li nostri che sono morti a la prima balaglia erano vostri cari compagni et amici, et però fate vendeta, et amazati questi che sono nostri inimici mortali, el lo sangue de essi morti non è ancora sulo, et li corpi non sono ancora putrefali, et se avesseno lingua da poter parlar crideriano annasa, amasa. Et se Dio glorioso ne donerà vitoria, da lo illustrissimo Signor averete beneficii infiniti, et rompendo i nirnici aquistarete molle signorie, et quelli che de bon core combaterano et se porterano valorosamenle, quanti sono piedi che serano teste.
    Allora tutti resposeno : Dio salvi lo illustrissimo nostro Signor, et li dagi longa vita, et questo mondo
li	sii subiecto et li homeni de esso mondo, sichè per tutto se spanda el suo gran nome, el luto il mondo li possi esser subiecto, perchè mediante la sua justilia niuno sarà sforzato et niuno injuriato, et quelli non lo volesseno veder rimangano ciechi el mendichi, per lui se salva el corpo et l’anima.
Zornata seconda.
    Et dite queste parole, dete de li speroni a li suo boni cavali, corendo con gran impeto conira li zir-cassi, i quali sostenivano li nostri con gran vigoria, et bulandose più volte una parie e l’altra fin a li stendardi, el da l’ora di terza fina al mezo zorno hanno fato cussi crudel balaglia, che ne moritemi tanti che non è lingua umana che potesse narare, et per li cridi fina gli angeli del cielo si stornivano, el per il risplendar de le spade et arme bianche li ochi de li homeni se abagliavano. Oh quanti belli et valenti corpi sono cascali in terra o quanti fanzuoli sono rimasti orfani ! et lo sangue da ogni banda in boca de li corpi morti che giacevano in terra mirava, et uno adosso a l’altro spiravano. El Creator ha dato aiuto a quelli aveano de bisogno, el roto li circassi, et fato li nostri victoriosi et aiegri con aver aquisla-uno grande botino. Et loro se ne fugivano a la volta dii Cayro, et li valenti giovani de Grecia perseguitandoli ne hanno morti in gran quantità, et Synan bassa, ad onor et bona fortuna de lo illustrissimo
                                         iì
          Ascoltale bene o valenti homeni, che tali et ma-zor bataglie aveli vedute el ve aveti sempre portato bene, ve prego che ogni timor vogliale scazar dal core vostro, perchè chi non die morir bisogna che el scampi, el quelli deno morir non pono scampar quando bene fusseno in uno caslelo de ferro. Et ben sapete che tute queste bataglie sono per aquistar no-
           1	Diarii di M, Sanuto. — Tom. XXV.