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MD.XTflI, LUGLIO.
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  Signorie vostre il tulio, cum pregarle che vogliano immediate far restituir dicli subdili et robe e altre cosse tolte a nostri, cum castigar li delinquenti, et non dar causa che queste cosse vadino a le orechie di nostri Signori, quali son certissimo le sentiranno cum tanta molestia che più dir non si poiria. Vostre signorie sapientissime cognosse ben il lutto; quelle faccia quella provision necessaria gli par convenirse et del tutto mediate le prego per sue me dia ad viso. Prcelerea, ne li superiori mesi fu per quel moro tolti certi salnitri della prefala Illustrissima Signoria et conduti in questo luogo, li quali per li nostri Oratori stali a F Illustrissimo Signor vostro, hanno oble-nuto siano restituiti. Però vostre signorie sapientissime proveda al lutto, perchè desidero olire a le cose predicte saper si questo moro è omo dii Signor over pur corsaro, qual siando, non doveriano andar ne li lochi nostri a danni di la Illustrissima Signoria. Però prego le signorie vostre, et de l’una et l’altra parte me dia adviso. Io mando con le presente il mio secretario a le signorie vostre aeiò a boca li possi dir in consonanza de quello gli scrivo, et a quelle me offero.
    Ex triremi apud Valonam, die 21 Junii 1518.
Sebastiancs Mauro classis illustrissimi Domimi provisor.
Risposta dii cadì di la Valona.
     Magnifico Provedilor, quanto fratello carissimo, salute. Avisove come per mano de lo presente mis-sier Nicolò vostro secretario, avemo receputo una vostra e ben inteso quanto mi scrivete; qual mollo avemo pigliato piacere della vostra venula qua e de
  lo	ben star vostro, qual molto avemo parlato con
  lo	presente missier Nicolò circa quello che vui mi avete scriplo. Et perchè la signoria vostra scrivete a
  lo	illustrissimo signor Sanzaco, non è di qua, et lo
*	expectiamo de zorno in zorno, quale per lui et i nostri superiori lui è di lo governo di tutta la provincia et nui, et è necessario aspectar sua venuta, et li mostreremo la vostra lettera, et in quello che lui sarà venuto se farà de desamina de tutto quello voi averete scripto, et tanto la signoria sua che nui vi si farà quella risposta secondo che sarà Io bisogno. Et ancor vi adviso come, in quello che le fuste insi-rono fora de qua, io non era ancor venuto in la Valona in Foficio perchè era in Monasterio, et per quello a me è necessario aspedar Io signor Sanzaco,
et da po' ve faremo resposta. Altro non mi acade, soltim, se de qua vi podè servir de cosa alcuna io sono al vostro comando.
    Data in la Val Iona, a dì 21 Zugno 1518.
                           El vostro amico Cadì di la Vallona
    Adì. .., Luni. La malina in Colegio vene domino Julio di Averoldi ciladin di Brexa, parente dii Legato dii Papa, el qual era in questa terra per il caso seguilo a Brexa dii Contili da Martinengo tolse una so lìola; et hessendo expedito, volsefuss e faclo cavalier e si messe una coladena over cadena d’oro al collo, e li messe li speroni sier Polo Capello e sier Andrea Trevixan cavalieri, e poi con trombe con assa’ compagnia vene per terra lino alla casa fo dii duca di Ferara, dove col Legato suo parente è alo-zato, el lutto il zorno fece baiar alcuni patricii, e de lì a zorni... si parli et ritornò a Brexa mollo con-lenlo.
    Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e Savii, per aldir li Provedadori sora la iriercadantia, per alcune parte voleno meter.
    In questa sera se intese star malissimo, stato assa’ amalato, sier Zuan Paulo Gradenigo fo prove-dador zeneral di campo, omo dignissimo in cosse di guera.
    A dì 6. La matina fo lettere di Roma, di l’O-rator nostro, di 2 di V instante. Come il Papa ha inteso Francesco Maria, ólim duca di Urbin, esser stalo in questa terra e saper la Signoria non F ha onorato; dii che il Papa li parloe dicendoli questo, e tamen la Signoria di zio nulla scrisse a lui Orator.
Di la dieta di l'Imperador, per le ultime aule, si ha l’andava in Augusta per far che li principi di Alemagna se melesseno a camino; ma non sarano in ordine avanti IO dii mexe. Il Legato Cardinal avia auto ordine da F Imperador di andar in Augusta e non deferir, el era, per soe, a Bresenon. Il conte Navaro ha disarmato; sichè tulio questo anno si ha faticato in vano, e si dice sempre in quella armala esser il morbo. Quelli da Spoliti con questi de Terni erano venuti a le arme. II Papa volea mandar le gente d’arme de lì. Hanno suplicà sia mandato qual-cheuno per componer le sue diferentie, e Francesco da Fiano è stato quello ha adatà dite diferentie. Scrive, per letere di Franza si ha, zerca li acordi tra Franza e Spagna per observation di quelli già conclusi li a Boma, si crede poca benivolentia possi durar tra loro. Turchi apresso Traili hanno brusalo 316