201 MDXVIII, GENNAIO. 202 Ioli per la Clirislianissima Majeslà ; al qual genlilho-mo è molto conveniente usar di la consueta muniO-centia del Stado nostro, et però l’anderà parte che, per autorità di questo Consejo, il dono predito sia al prenominato sier Zuan Badoer permesso che, in memoria de le fatiche et meriti soi, lo habia a goder come cosa sua propria liberamente. Et balotata do volte, non fu preso, perchè la voi i quatro quinti. Avo 115, 78, 0 - 108, 86, 0. Di Verona, fo letere di sier Alvixe Contarmi podestà et sier Daniel di Benier capitano. Come haveano, per relation di alcuni, che in Alemagna si feva preparation di zente, et erano zonti fanti 400 a Trento; aricordavano saria bon aver più numero di fanti ih Verona si questo fusse. Et mandarono exploratori a Trento per saper la verità, et dii successo sviserà no. 117 Stimar io di una Ietera di sier Antonio Marze- Io qu. sier Andrea, soracomito, data in galia a Corphù. A dì 16 ... . 1517, leta in Pre- gadi. Prima, avisa esser più di mexi 18 è fuora aiser-vicii di la Signoria nostra, nè mai ha perdonato a fatiche et pericolo per beneficio di la Signoria nostra, ancora che, per operazion bona che l’habi facto, mai è stà dato noticia a la Signoria, imo il Prove-dador l’ha acusato de inobedientia, dicendo averlo lassalo in l’Arzipelago e aver lassato li armizi per ochio stando da lui separato. Scrive, come andando esso Provedador di Parmada al loco de la Calogica, scoglio situalo tra Tino et Andre, lui sier Antonio si drizò a quel loco poi ch’el hebbe facta l’impresa di doi bregantini rodioti, qual intromesse et prese di hordine però di esso Provedador, et a quello apre-sentoe insieme con li homeni; di la qual cosa forsi la Signoria non ha auto alcun aviso. Nel qual messosi, fu assaltalo da una grandissima et teribele fortuna, et hessendo discoperto da la ponla, messe in aqua quanti armizi si atrovava, et cussi li provesi in terra; ma rinforzando di continuo la fortuna, non potendo baver il socorso da l’armiraio sicorne richiese, auto cussi consiglio dii suo cornilo el peota, fu forzalo lassar tulio per ochio et andar a Syro e salvar la galia, che altramente senza dubio era naufragata. Et cessata alquanto la fortuna, si levoe et ritornoe por trovar esso Provedador et per recuperar il suo ar-mizo, et non lo trovò, imo che esso Provedador havea fato salpar essi soi armizi di aqna et lassar quelli la terra, nude recuperati essi provesi, si deliberò seguir cercando esso Provedador; ma li fu dito per el peota e cornilo che si l’andava travagliando per l’Arzipelago senza armizi di poter sorzer senza dubbio el perderla la galia, unde deliberono consultatamenle aspetar esso Provedador a Pario posto segurissimo, el dove de necessità esso Provedador conveniva passar, et lassò in ditto loco una lettera al Provedador drizata, per la quale li dava notizia dii successo e come 1’ era andato a Pario ad aspetarlo. Siehè questa è la sua disobedienlia causata da la fortuna per conscrvation di la galia et la vita di lanli homeni; e questa è la verità, nò si troverà altramente. Ma il Provedador l’ha tolto in mala im-pression per male relatione de maligni che lo ha posto a le mano. Scrive armò per 6 mexi et è più di 18 è fuori, nel qual tempo non ha auto si non ducati 200, e sempre ha tenuto la sua galia in ordine con gran danno suo. Domanda licentia di venir a disarmar, perchè la zurma è in disperation, e non si poi trar alcun fruto di dita sua galia etc. A dì 16. Fo gran neve che tutta questa note 118' > nevegoe, ma duroe pocho. E non fo nulla di conto, sohm che la Madona, qual steva sotto il portego di San Marco, dove per causa dii remilo era in gran veneralion, et con molte statue e arzenti, et a quello aliar si diceva assa’ messe, ozi, di ordine di sier Andrea Griti procurator, fu leva diio aitar et posto con la Nostra Doni* preditta in la capella di San Todaro drio la chiexia di San Marco, dove pur si ha ditto messa, et dove è il corpo dii Cardinal Zen in uno deposito, qual fu posto drio l’altar fino sia messo in la sua archa di bronzo, qual tuttavia si lavora, e Fallar è zà compito e dorato, e posto in la capella lì a san Marco al ditto Cardinal dedicata. Et cussi in questa capella di san Theodoro si disse messa et li va il concorso di le zenle. Da poi disnar, fo Consejo di X simplice. Fo espc-dilo Bortolo Azalini pesador al dazio dii vin, qual carpiva danari nel oprar, etiam fe’ certa scritura falsa. Ilor fo privà dii dito oficio; et poi tra li Cai di X butalo le tessere a chi tochava a meler in suo lo-cho e lochò a sier Velor Foscarini cao di X, qual messe uno suo. Val dito oficio ducati 60 a l’anno. A dì 17. Domenega fo grandissimi fangi per la terra per la pioza stata et neve se desgiazava. Vene in Colegio uno nontio di duchi di Baviera con una lettera sotoscrita per Gujelmo et Lodovico conti (1) La carta 117* è bianca.