533 MCCCCCVII, GKNNAJ0. A dì 16. La matina frate Egidio, di l’hordine di eremitani, andò in colegio, et referi publice alcune cosse. Qual veniva dal papa ; et postò remesso ai cai di X. Da poi disnar fo consejo di X con zonta. A dì 17. Fo gran consejo. Fato podestà a Padoa sier Bortolo Minio. Item, fo posto la parte, in quaranlia, posta per i cai di 40, zercha li rectori fanno salvo conduto etc., far più non si possi. 80 di no, 822 di sì. In questa malina fo in colegio uno nontio di uno sanzacho di . . . '.......... A dì 18. Da poi disnar fo pregadi. Et leto queste letere : Di Franza, di l’orator. 0 da conto. Item, di Elemania. Di Bologna, come il papa itenari si à dol-to, che la Signoria fa pagar dacij di salii si traze di Sardegna per le terre di la Chiesia, e altri lamenti etc. 248 Da Ferara, dii vicedomino. Come quel Zuan, cantor, prete, che fu messo a morir in una cheba, come ho scripto per avanti, havendo viso con gran pacientia zorni..., fo trovato la matina apichato lì in cheba. Di Spagna, di Hironimo Viancllo, di 23 dezembrio, da Burgos. Manda una letera di nove de India, la copia di la qual scriverò qui avanti. Fu posto certe gratie ad alcuni, et a sier Gregorio Barbarigo, fo dii serenissimo, di poter far uno molin. Intrò consejo di X. Et poi li savij d’acordo messolo scriver una letera a li nostri oratori a Napoli, in risposta di proposilion fate per il re, la qual fo secrelissima et comandà grandissima credenza. A dì 19. Fo conseio di X con zonta. A dì 20, fo San Sabastian. Fo pregadi. El leto queste letere : Da Sibinicho, di sier Marin Moro, conte et capitanio. Come erano venuti 200 cavali di turchi in quel teritorio, et havea depredato animali, Ut in litteris, et 16 anime ; sì che quel conta’ va ini preda, si non si provede, et se li manda qualche bona custodia. Da Corfù, dii provedador di V armada. Come resta sollo con una galia ; à ’ulo la letera clic dagi una galia al messo di Tangavardi, va al Cayro, si scusa etc., pur la darà. Item, che ’l turco arma a Gali pilli XV fuste, e altrove, dicono contra corsari, ina anderà a roba etiam di christiani, perhò si provedi etc. Fu posto molte parte, per li savij, non da conto, uidclicet far la marcia e la decima è a li governa -dori. Item, formenti dadi dii Polesenc a l’arsenal sia ben dadi. Item, quelli patroni possitio ubligar certe decime dii prò’ di la paga che vien, per bisogni di 1’ arsenal. Fo fato uno savio ai ordeni, in luogo de sier .lacomo Boldù intra 40 zivil ; et rimase sier Jacomo Moro, el 40, quondam sier Antonio. Item, juxta la parte, fono electi V savij sora la merchadanlia : sier Andrea Loredam, fo cao di X, quondam sier Nicolò, sier Batista Morexini, fo cao di X, quondam sier Carlo, sier Hironimo Capelo, e dii conscio di X, quondam sier Alban, sier Alvise Malipiero, è di la zonta, quondam sier Stefano, procurator, el sier Andrea Foscarini, è di pregadi, quondam sier Bernardo; et il Morexini refudò, per esser al colegio di le aque, et il Capello per esser del consejo di X. Et iterimi fo fat > il scurtinio; et riinaseno sier Alvise Grimani, fo cao dii conseio di X, quondam sier Bernardo, et sier Lorenzo Capello, è di la zonta, quondam sier Zuan, procurator. In questo zorno è ila saper, a hore zercha 24, 248' cazete uno ponte di piera, fatto za anni.... ; et era una barella di sier Ahnorò Griti soto, sfornirò la barcha e rupe, etamazò el fameglio. El pocho avanti cazete etiam l’altro ponte di piera, che va a la Madona di 1’ Orto, su l’altro rio. Si ave dii zonzer za zorni 3 le galie dii trafego a Parenzo, capitanio sier Francesco da Mosto, su le qual è sier Beneto Sanudo, vien capitanio di Candia. nardo Boldù, aver patito damno in Dalmatia ; e fo Item, fo dito la galie di pelegrini, patron sier Ber-dito era rota, tamen poi si ave dii zonzer in Ilistria. Item, è da saper in questo mexe achadele a Padoa cossa assa’ memorabile, che li scolari, volendo far vachation per il carlevar, non lassavano a le scuole lezer li doctori ; unde sier Polo Pixani, el cavalier, capitanio, e tunc vice podestà, perche sier Andrea Griti era qui, fe’ uno edito, in pena de scassi di corda, a li scolari, lassasseno lezer li doctori. Li scolari, sdegnati rupeno tute le banche di le scuole, e chariege di doctori, adeo non si potè lezer; et volendo a li Girmeni certi dolori lezer feno custion. Or, visto questo, il capitanio ordinò li doctori fesse vachation; et li scolari, inteso questo, aferono li doctori, et vol-seno lezesseno per forza. Tutto fu fato, perchè scolari non voleano in questo esser sugieto a li rectori nostri etc.