155 . MDXVII, dicendo lui in persomi voleva andar per le insule, licet fussc Orator e non provcdilor, e metter tal ordine che non seguirla questi scandoli; dicendo la Signoria haver imposto al signor Provedadordi l’ar-mada andasse per dite insule, sicome l’avia facto al Baylo; ma per causa di la guerra, esso Provedador convene redursi verso la Puia. Per tanto lui Orator si pnrliria senza star a conzar la so’ galia, come mostrava vento secondo, perchè con le sue maistranze in 15 zorni non la conzaria. Scrive, di novo, il Bassà averli dito el Signor continua il camiti per qui over per Andernopoli; nèda lui altro potè saper. La morte di Janus bassà solo vien confirmata. Il capitano di Galipoli ogni giorno in persona qui a Constanlinopoli frequenta l’Arscnal, el fa non solum reveder el calafatar i legni conduti per lui ultimamente di Alexandria, ma fa fornir li altri novi non più stati in aqua, facendo ogni exlrema provision di maistranze di subditi e non subdili dii Signor; sichè hanno posto mano in galie grosse, sia vechie cl nove, fra qui Galipoli et golfo di Nicomedia da 100 in cercha, pa-landarie 30 di portata e grandeza di galie grosse per cavali c arlelarie, galie sotil da 120 in suso, fusle et galiole numero grandissimo, cosa che li era incredibile a creder se oculis propriis non havesse vedute, di le diexe 8. Di arlelarie, benché abondano, tamen de presenti fanno buttar basilischi, canoni, 87* curiali e di ogni altra sorte numero incredibile, e li sono venuti di occidente in questi giorni stagni da miara 100, et sopra una nave sola, essendo lui a Syo, ne erano miara 25, el nulla li mancha per far copia di arlellarie, clic diti stagni, ne li regni soi. Si tien sì valida armada non si lazi invano, e dice, non solum il vulgo, ma turchi di qualche grado, che andarà a la volta de Italia, e fin bora non li manca né remi, nè sartie, nè ancore, et abonderano di zente, venendo maxime la persona dii Signor; ma alcuni pochi liomeni di juditio dubita per Rodi, non obslante le trieve. Dio unico et ¡mortai provedi el soccori a la Cristianità pòsta in quel estremo el ultimo pericolo, al presente, che zà tanto tempo è stà preditlo e vaticinato, e che la Signoria nostra (non) sia in pericolo, uscendo questa armata l’anno presente in una natura di uno principe sì efferato, falace e cupido di Stalo. Non obslante le amorevol demoslratione fale, non sa che dir eie. Dii dito, date ivi, a dì 25 Ociubrio. Come, andato il£suo secrelario el domino Thodaro Paleo-logo al capitano di Galipoli per portarli il presente et meter ordine di l’hora di visitarlo, il qual capitano con do altri grandi havea...... el li udite, poi dicembre. 150 disse : « Io non son amico di danari, perchè non ho moicr ni fioli, e di questi fazo mancho stima di la terra che s;ipo; ma son amico di l’amor, che voglio più presto una minima cosa di volontà che una galia piena di ducati per forza. Et de venitiani io li son stà e li son amico, e speravo clic quando loro inte-seno che era ussito capitano di l’armala dii Gran Signor, havesse mandalo una galia o fusla, conte era honesto e usanza, che so per liomeni vecliii che quando l’armata ussiva che erano in pace i mandavano e a Rodi e in Puia dove l’andava, sempre era di so’ liomeni con el capitano; ma vui non vi avele dignalo di farlo, el io ho tolto dei vostri navili dove li ho trovali in mia compagnia, et rclenuto quelli ho trovato per sospetto di vui : tamen, quando son stalo a la presentia dii Signor, per la mia testa et per l’Alcoran di Mainimelo, non ho referido mal alcuno, nta gran bene, e clic le nave e navilii sono venuti volentieri in mia compagnia. Il Signor bave pia- 88 ser. E dise i mi piase havete fato ben a questi tempi andar a trovar il Signor, e state ben co’ il Signor, perchè l’ha grandissima pòsanza; ma i ladri e corsari che vanno di l’Arzipielago e lochi nostri, e quel di Schiroserà causa di gran male e di grande ruma vostra se non provedele, et ve impromelo che, se i (empi mi servivano, io andava a minarlo ; et rneio saria cb’el rumaste vui over meter persona che non lasi far tanti inconvenienti, e non possendo proveder minatelo dii luto. » Uno era lì al desco, disse i machierieno la so fede se non provedesse; e lui rispose: <ì Che macchiar! i ruineriano e feriano luti schiavi. Io, pur che havesse una parola dii Signor, anderia a dretura fino a Venexia e ruinaria ogni cosa, e se non lo facesse, ch’el Signor mi tagliasse la lesta. E però, padre, padre disse, missier Thodaro, fale che siano fedeli e boni amici, e quando diceseno che sono schiavi, non li noceria niente, perchè schiavi voi dir amorevoli dii Signor, è vero che sono slà boni amici dii padre e l’avo di questo Signor: man-legnino la pace se voleno conservarsi, perchè non serano sutìcienti Pranza et Spagna ad aiutarli, che sapemo ben il poter suo; ma se serano boni amici dii Signor, non perderano niente, ma più presto aquisleranno di le altre terre; el bora che sono andato, bavia con mi 25 et 30 milia persone, poteva ruipar Lango e altre insule di Rodi, e Rodi medesimo, ma non ho voluto perché tutto sarà dii Signor. Ringratiate l’ambassador dii presente, el qual ho acellato per causa di la Signoria e sua, e per suo ritorno, s’il non Ini navilii, li darò 8 over 10 galie e fuste che lo acompagni a piacer suo tino a cavo Co-