57 MDXVJ, MARZO. 58 28 Copia di la letera di sier Francesco Contarmi provedador di Axola, scrita a la Signoria nostra. Serenissime Frinceps et Domine eximie. Anchora che mi renda certo la Serenili Vostra dal clarissimo Oriti esser advisata de zorno in zorno de li andamenti de li nimici, non di meno, per far il debito mio verso la Sereniti Vostra, li ho volesto far la presente, significandoli come, intendendosi il campo de li nimici venir a le bande nostre, fu richiesto per mi presidio al clarissimo Grifi, qual subito mi mandò il magnifico missier Pietro Longena al governo di questo locho, et di poi il magnifico missier Antonio Martinengo con la compagnia sua, che sono cento lanze. Mandò ancora li strenui Zorzi de Vay-lata con 300 fanti, il Frate da Pavia con 50 compagni et il Borgese con la compagnia sua de schiope-tieri zercha 60, et habiamo latte tutte quelle provisione et forlificatione ne sono parse necessarie, et che habiamo possuto per la quantità del tempo, insieme con questi nostri fidelissimi de Axola. Zobia, che fu a’ 13, il campo se apresentò a quatro milia a questa terra. 11 zorno sequente, a le 19 hore, vene uno trombeta del signor Marco Antonio Colona, et mi richiese la terra a nome de la Maestà Cesarea come capitanio suo zeneral. lo li risposi esser sta posto qua per la Sublimità Vostra, et non esser in mia facilità darli questo locho, ma volerlo mantenir a nome di quella; et quando Sua Maestà fusse in o-pinione di volerlo, lo averia con le arme in mano et non altramente. 11 sequente giorno, che fu Saba-do, ad hore 23, vene un altro trombeta, qual mi richiese a nome di la prefata Maestà Cesarea la (erra, minazandone che se non mi arendeva, ne meteria tutti a fil di spada e a sacho e fogo. Li risposi il rne-demo. Quella ¡stessa sera, a una hora de note,'alcuni fanti feno uno assalto a una porta, che era lassata sola che non era stà abaslionala, quali forono falli retirar con le artellarie, et alcuni de loro ne forono morti. Et in quello istante, un altro trombeta si a-presentò, qual mi richiese la terza volta la terra, et li risposi el simile, dicendoli che lo faria amazare se non si levava. A le cinque hore, piantare nuove pezi 28* de artellaria, tra li qual ne erano pezi cinque de cento, et nel far del zorno comenzorno far la baiaria, che continuò fin le 21 hora et di poi cessono; et vedando che niente potevano operar, questa note, a le 5 hore, si sono levati con ogni cosa. Dove habino drizalo el camino non Fhabiamo ancora possuto in- tender. Io non cessarò per questo di fortificarmi et far tutte le bone provisione che sarano possibele, aziò che, acadendo si aprescntino una altra volta, che non credo, possa far quello è debito e desiderio mio; e la Serenità Vostra si renda certissima che non mi caverano fuora di questo loco se non a pezo a pezo. Mi resta de dinotar a quella, li prefali capi, insieme con il magnifico cavalier missier Rizino Day-na essersi diportati di sorta che meritano da la Sublimità Vostra non solum esser commendali, ma premiati de la costantissima fede, vigilantia et optimi soi portamenti, quali, insieme con le zente d’arme et altri soldati si sono portali tanto strenuamente el di gagliardo core, quanto dir si possa. El fra li altri, ancora missier Bortolumio da Verona contestabile, deputato a questa piaza, si è portato e-gregiamente, così cercha il fortificar de la terra et far repari, come in tutte le altre factione. Il simile questi fidelissimi vostri el tutte le done indefessamente, giorno e notte, mai sono inanellati da la solila fede et bon voler suo in far tutte le cose possibile per conservarsi a l’ombra de la Serenità Vostra, non parcendo a spesa nè fulicha alcuna ; sichè tutti universalmente li aricomando quanto so e posso a quella, di’è certo tutti meritano esser abraziati et tenutone bon conto. Et a le Signorie Vostre devote el di continuo mi ricomando. Axulce, 17 Martii 1516, hora decima vel zercha. Fbanciscus Contarenus Axulce provisor. Questa letera vene in forma di brieve a la Signoria, e la copia di la dita scrisse a sier Domenego Contarmi suo barba, qual lui lo messe provedador qui in Axola, con un capitolo, come non si dubiti, è per farli honor, e cussi a la caxa sua. A dì 22 Marzo, fo il Sabato santo. Avanti 29 l’ofizio e messa, reduto parte dii Colegio col Doxe, lexeno le ter e di campo, venute eri sera, hore una di note, qual fo aperte et lede con sier Piero Trun savio di terra ferma, e trate di zifra per Ilironimo Dedo secretano, uè altri di Colegio; hora mo’ tulli intese. Di campo, date apresso Cremona, fo letere di sier Andrea Griti procurator, provedador zeneral, et sier Andrea Trivixan el cavalier, orator, di 18, hore 4 di note. Come, havendo inteso francesi e il Gran contestabile che Axola li avia prevalso de i nimici, preseno grandissima vigoria,