545 MDXVI, SETTEMBRE. 54C veno è zovene, è a soldo di senesi et è di bona raza. Et nota. Aricorda si mandino spie da Vicenza, Fel-tre, e di qui a Trento e in Tiruol a saper si vien so-corso, perchè monsignor di Lutrech brama saper di questo. 343 Dii Governador generai, date lì in campo a Santa Catarina, adì 3 di note. Come à ricevuto una nostra, la Signoria Io solicita e liabi bona custodia al campo. Scrive quello ha fato ; poi è a l’impresa lì per lui, non manchò andar a la porla di San Zorzi, et poi di qua a la porta dii Vescovo; ma bisogna chi voi andar soto aver le zente contente. È ben che la Signoria diga si bari 9000 fanti ; voria lui averne solo cinque rnilia boni fanti e ben pagali, faria mior fazione; pur da lui non mancherà, havendo bona custodia a l’exercito, et si atende a pagar. Questa noie è stato a la porta dii Vescovo per veder dove si potrà piantar Partelarie ; sichè non si manca. Ozi, li brisigelli e spagnoli sono stati a le man e seguiva gran disordine e tajata; li capi si hanno portato ben, ma li plebei mal. Scrive, per quelli nostri lien soto Verona, è sta presi 15 et morti 12 de i ni-mici ussiti di Verona a cavalo. Conclude : si mandi danari per pagar le zente, e lui maxime e la sua compagnia, per esser in locho li bisogna spender. Dii conte Mercurio Bua, di 7, da Gusolen-go. Come ringratia la Signoria di la letera scritoli. Avisa fa il dover e non mancherà, e mandò alcuni cavali atorno Verona, quali preseno alcune letere, veniva di Alemagna; in Verona esser gran carestia di vino e carne. Di sora non vi è socorso; spera si arà questa terra etc. Nota. Le dite letere, di todescho fo fate tradur; ma non fono lete in Pregadi. Fo in questo Pregadi ledo una letera di sier Zacaria Loredan, podestà e capitanio di Crema, di primo. Scrive aver inteso, per li soi, come è stà scrito contra di lui zercha le farine e sali fono mandati de lì, che manchano asai. Si scusa lui non ha auto il cargo, perochè nel venir suso con li bur-chii da li ministri fu tolto e malmenato assà etc.; e sopra questo scrive longamente in sua excusalion, dicendo le cosse nostre vanno mal per non essere ben governate da li capi. 343 * Di Brexa, di sier Andrea Trivixan el cava-lier, provedador, fo leto etiam letere, di 2. Come li fo scrito dovesse far in quelle vale di Valsabia e Val Trompia 500 boni fanti, tra li qual ne sia bon numero di schiopelieri, unde subito mandò a far la descrition, et ne troverà di perfedi, e da 300 schio-petieri. E ha parlato con Jacomin di Valtrompia con-1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXII. teslabele lì è in Brexa. Dice non si leverano con me-za paga, ma integra; sichè si provedi di danari, perchè di quella camera non se ne poi aver, et mandò, pocho è, ducati 250 in campo al provedador Griti, et ha scrito al dito Provedador di quello. Item, solicita si mandi li soi successori electi, perchè oramai ha servilo assai. Da Constantinopoli vene letere, 1tessendo Pregadi suso, di sier Lunardo Bembo baijlo, di 23 Lujo. Come, a dì 12, per il schiavo dii Signor scrisse in pressa. Avisa come l’andò a visitar Peri bassà rimasto al governo di Constantinopoli, e li convene far un presente di una vesta di raso cremc-sin et una di damaschili paonazo ; al prothojero una paonazzo, e altri soi veste di ducati 4 l’una, quali non si contentò et convene redopiar, fo di ducali 8 et 15 pani di zucharo, che più non ne havea porlati con lui. Qual lo charezò e dimandò come stava domino Andrea Griti; li disse ben, et lo havia lassà al suo partir di Venezia provedador in campo contra l’Im-perador, e havia recuperà Brexa et andava a luor Verona. Li piace saper. E dimandando dii Signor turcho, disse era con 1’ exercito in Caramania, nè qual volta leniva ancora si sapeva, o contra il Sophì, o contra il Soldan, e sperava l’aria vitoria, perchè l’andava potenle. Item, scrive che li ducali 1200 ave per sier Nicolò Justinian suo precessor, zoè ordine di darli, non havendoli, nè trovato chi li liabi voluto prestar con farli dar di qua, li ha tolti a usura a ra-xon di 15 per 100 da uno zudio per 4 mexi ; sichè si provedi non si stagi su usure : è vergogna di la nazion ; ma bisogna assa’ altri danari a volersi levar di qua. Dize è creditor di la Signoria, e manda il conto; suplica sia provisto. Item, il capitanio di Ga-lipoli so amico, qual è a Nicomedia a solicitar le ga-lie fa far il Signor, l’ha mandato a visitar alegran-dosi di la sua vernila, ma voi il presente ; sichè bisognerà darlo. Qual ha messo una usanza, le nave e navilii tuli, òltra la zercha si fa qui in la terra, si lazi etiam a Galipoli ; e si convien far spesa, qual non era quando fo baylo lui. Scrive, si mandi raso cre-mexin etc. per meter in locho di tolli per il presente al Signor a la Porta quando tornerano, et 150 pani di zucharo fin, ch’è molto stimati de lì. Scrive, ha trovà le cosse nostre pezorate 100 per 100 di quelle erano prima. Item scrive, Peri li disse che ’1 Zer-chasso si moveva in Mar Mazor contra il Sophì in ajuto dii Signor suo turco. Dii dito, di ultimo. Zercha alcuni voleva si fosse ubiigali dar alcuni soi. . . fuzili a Micone; che non è usanza. Fo dal bassà, el visto la raxon, termi- 35