655 mdxvi, settembre. 656 Et compito di far li Savii, gionso le infrascrile Iclere : Di sier Andrea Griti procurator, proveda-dor generai, date a Villafrancha, a dì 28, fiore 22, et fo una lonrja letera, il sumarin è questo : Come Verona era nostra senza dubio, perchè si ha-veano falò porta di passa 100 di muro, et lo exer-cito nostro florido è lutto volonteroso di averla, ma francesi non l’hano voluta ; sichè è stato un grandissimo tradimento. Commemora, quanto hanno voluto aver li è sta concesso, il socorso non ancora zonlo ; sichè non sa che dir; si vede disperato: bisogna haver pacieillia. À parlato con monsignor di Lulrech di quesla repentina levala. Li dice Verona sarà vostra. Lui Provedador dice, o sia per acordo, o come se sia, è stà troppo gran vergogna. L’arlella-rie nostre fo rilrale a mezo dì, e nel levarsi quelli di la terra fe’ grandissimo danno con le so’ arlellarie, et ne amazono molli di nostri, Ira gli altri il strenuo e valoroso Basilio di la Riva ; et quando il campo di francesi si levò, non fo Irato nulla da la terra, imo fato Ire squadroni, do di le soe fanterie, e uno di le nostre veneno per campagna. Et fece prima diserar l’artellarie, come si havesse auto una grandissima viloria, et cussi veneno a ViHafranca : bisogna aver paciencia. L’opinion sua era di andar a Gusolengo; soa excelentia non à voluto, ma andar a Villafranca. Li ha dito sarà meglio andar alozar tutti a Roncho, ch’é per mezo Albarè, et li nostri ad Albarè. Scrive aver mandalo zoso il ponte burchiele, barche e bar-bolo per l’Adexe, e con faticha grande volse slar al ponle a veder passar di là tutte le nostre fanterie; poi fe’ disfar e siete con gran pioza; poi fece disiar e mandar ad Albarè. Conclude, si à [terso Verona perchè francesi non 1’ ha voluta; et manda do letere aule, una dii conte Mercurio, l’altra di Nicolò Barbaro capitanio dii Lago. Dice si voi aver pacientia, poiché scmo in man soa. Aricorda danari per pagar le zente, maxime li spagnoli, qual hanno servito bene, et cussi li altri ; et suplieha si degni scriverli come si habbi a governar. Di Nicolò Barbaro capitanio dii La<)o, dri-sata a li Proveditori, data a Rivolta, a dì 27, fiore 2 di note. Come era andato con le zente 1’ ha verso Avi, et prese uno di certo numero di i nimici, el intese i nimici venivano tulli partiti di Roverè ad Ala. Sono in lutto 4000 fanti mal armati eie.; lui è stà con le zente a l’incontro. Scrive faria etc. s’il havesse piùzenlc; con altre parlicularilà, ut in litteris. Dii conte Mercurio, date a Gusolengo, a dì 27, fiore 4, drizata, ut supra. Come ha mandalo cavali a veder li inimici, quali li hanno visti viene-no via. Sono da 4000 cernido, il forzo portano vitua-rie per do zorni: alozerano quesla notte ad Ala. Se vi fusse zente a l’incontro, loro a li passi 100 Valeriano per 1000. Hanno mia 30 ancor., a venir a San Feli-xe, è aprcsso Verona, a propinquarsi, e per la gran pioza barano stranie vie. Scrive à inteso esser stà lovà il campo di Verona ; lui non sa che far li, voi venir a seguir il campo; li so’ cavali è fuora per saper li successi de i nimici ; e altre particularità, ut in litteris, zercha la Chiusa. Et lelo le dite Iclere, tutti rimaseno malcontenti, cargando molto francesi aversi mal portato. Fo tolto la zonta numero 168, di qual 8 non se provono. Et per esser letere dii Griti drízate ai Cai di X, el Principe era andato a caxa, et li Consieri con li Savii o Cai si reduseno in cheba a lezer le dite letere, e usiti, Fu posto d’acordo, per li Savii, una letera a li Provedadori zenerali in campo, dolendosi di quesla levala inaspetata, vergognosa non manco a la Chri-stianissima Maestà che nostra, perchè aspelavamo intender havesseno dalo bataglia a la terra et quella aquistata, come ne scrisseno voler far; ma poi haves-simo il levar, et esser cussi risolti, et il poco socorso di 4000 cernide à fato levar cussi degno e florido exercilo poi batula la terra. Sichè Verona si à perso poi speso tanti danari e polvere eie., et ha fato in lutto quello à voluto monsignor di Lutrech, et rechiesto. Et bora tutto è confuso; non sapemo la causa; per tanto li scrivemo voglino parlar con soa excellentia c pregarlo vogli dechiarirli la caxon di questa levata e cussi repentina, et quello le dirà ne avisi subito. Et scritoli per póliza lezi la propria lotera, et voy intender quello l’è in animo di fare. Ave 14 di no, 162 di si. Et fo comandato gran taciturnità, maxime conira francesi, aziò non li vegna a orechie tal parole. Era hore 2 di note, et fo licenliato il Pregadi con grandissimo discontento di aver perso Verona. Et restò Consejo di X con la zonta el scrisseno in Franza. Fu prima falo Cai di X dii Consejo nuovo, Ira loro reduti in Quarantia, sier Francesco Orio, sier Domenego Capello qu. sier Girlo e sier Piero Moze-zenigo qu. sier Francesco, tutti nuovi. A dì 30, fo San Hironimo. Introno Cai di XL nuovi : Sier Bernardin Badoer qu. sier Mario, sier Lorenzo Pixani qu. sierLunardo el sier Filipo Que-