119 119' 201 MDXVI, gnol. Et poi scrive longamente sopra il suo canoni-chato ili Padoa. Item, era nova de li che Maximian con zente e danari tornava in campo per andar a recuperar il stado di Milan etc. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonla. È da saper, che l’ultimo Consejo di X con zonta feno tre di zonta che inanellavano, videlicet in luogo di sier Zacaria Gabriel, era nitrato consier, di sier Bartola-mio Minio, a chi Dio perdoni, e di sier Alvise Gri-mani si caza con sier Hironimo Grimani, è intra consier a la bancha, et rimaseno sier Zacaria Gabriel procurator, sier Marco Donado fo consier, sier Francesco Bragadin savio dii Consejo qu. sier Alvise procurator. Fu preso, che sier Hironimo Juslinian qu. sier Antonio creditor di la Signoria di ducati 500 quando l’intrò in Pregadi, che dando altri ducati 500 siali fato partida di bancho a restituirli, la mila di qua un anno, e l’altra mità anni do; e il Pixani li fe’ la promessa, al qual li fo ubligà la imbolonadura di Treviso dii 17. Di Ferara, vene letere dii Ducila al suo orator, fate eri. Come à aviso i nimici, zoé le zente cesaree e sguizari, erano alozali a Lonà, Dezenzan e quelli lochi, a di 6 e ti am a Peschiera; et eh’ el Cardinal sguizaro e il conte di Chariati stavano da una banda, e da l’altra li capitani sguizari; e tra loro era gran discordia, perchè sguizari non erano pagati. Di Bergamo, fo letere di sier Pelegrin Ve-nier qu. sier Domenego, di 25 Mazo. Come . . A dì 10, fo a la vigilia di Pasqua di Mazo, vene letere di campo, da Spiran, di sier Andrea Griti provedador zeneral, di 7. Prima, come, poi parliti i nimici di Bergamo, veneno a lui alcuni oratori di Bergamo scusandosi etc., et come voleno tornar soto la Signoria; et ha mandato il suo retor sier Vetor Michiel, qual era a Crema, vadi -e torni a Bergamo fin 3 zumi. E vedendo essi a’ inimici aver dato di le taje danari libentì animo, imo alcuni aver comprato beni dii comun, li par che non li sia mantenuto tal eomprade; sichè à mal animo contra di loro; et diti oratori non li ha fato molte chareze. Scrive, à inteso, per nostre letere, li ducali 6000 per pagar li sguizari fo tolti, erano a Padoa ancora ; si duol assai, pregando siano subito posti a camino. Scrive coloquii auti con monsignor di Lu-Irech zercha l’impresa di Brexa e Verona, che a-spetano ordine del Re di moversi essi francesi, però sta in ordene tutto; loro hanno 14 canoni grossi et 10 sacri, e cussi si habbi le nostre a ordine, perché maggio. 202 voi con 100 boche di artellaria presentarsi a le terrò e bombardarle 8 zorni continui ; però sia in ordene polvere e ponti, bisognando passar 1’ Adexe per venir soto Verona. Item, scrivo di Zuan Corado Orsini capo di fanlarie nostre, che li ha dillo il signor Renzo da Cere, suo cognato, qual tralava di conzar-si con l’imperador, era acordato con il re di Pranza con 100 lanze. El qual Zuan Corado era partito etiam lui, et fato la monslra di la sua compagnia, di 260 fanti dovea esserne, ne à Irovà solimi 109. Scrive aver cassa Antonio di Piera Santa et Fanestro da Narni contestabeli erano a Crema, e Zuan di Ariele datoli licentia vengi di Crema a Padoa, et resti su la sua provision; et altre particularilà zercha fanlarie. Item, à aviso do capitani erano in Brexa con 300 fanti esser parlidi e andati a la volta di Anfo per tornar in Alemagna; si judieha sia Galeazo Visconte, qual si sa era ritornato in Brexa amaialo; dii suo campo però à scrito al provedador Viluri, stagi con li cavali lizieri li vicino a Brexa. Item, manda una lelera li ha scrito il Christianissimo re, di do, da ..., qual lo ringralia di quello l’ha fato di aver fortifichà le rive di Adda, sicome so cuxin Gran conteslabele li ha scrito, et ch’el manderà le zelile, et voi la Signoria habbi le so’ terre, et altre parole oplime, ut in litteris. Di Trezo, di sier Andrea Trivixan el cava- 120 lier, orator nostro, di 7. Come il Gran contestabile aspela ordene di Franza, qual tien il zorno sequente sarà zouto et farà poi etc. Et coloquii auti insieme, che la Signoria pagi 4000 sguizari, e li danari siano mandali, et bisogna etiam la pagi altri 4000 fanti; al che, hessendo lì il clarissimo Orili, li disse la Signoria non haveva vardà a niuna cossa a far il tulio per mantenir Milan al Christianissimo re, imo levato le zente di Padoa e lassala questa terra con pocha custodia, benché poi li fosse provvisto di fan-tarie; et che non si resti per fanti che la Signoria a-verà il numero, perché in Padoa e Vicenza, Lignago e altrove sono bon numero di fanti, con altre parole. Et scrive coloquii hinc inde dictis. Conclusive, non si voi mover se prima non ha risposta dal Re, echi dia andar a l’impresa capo, overo lui ducha di Barbon, o monsignor di Lulrech. Di sier Zuan Vituri provedador di cavali lizieri e stratioti, date a Castelar adì 9 Mazo, Jiore 9, vidi letere di questo tenor. Da poi scrissi da Axola, sempre son stalo al manegio di lanzinech et hispani, et li ho conduli olirà Ojo (ino a Sonzino, et li ho pagati et indrizali al provedador di Axola, et poi vini a queste bande dove mi a-