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MDXVI, SETTEMBRE.
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    rona, et che questi tali facesseno letcre di cambio che fosseno pagati in Verona, e li saria quelli danari prima dati de qui a Trento. Rispose a questa berta magra non esser citadin habi ducati 100, perchè zà 7 anni non hanno auto l’intrade soe. Et el Cardenal disse che bisognava dar un tajon a la terra di ducali 40 milia. Rispose a questo non aver commis-sion, imo à pena ducati 500 e privo di oficio et beneficio di la comunità si ’I parlava di altro che di dimandar socorso e presto, e veder di rehaver li danari la terra più volte ha prestà al conte di Cariati per nome di la Cesarea Maestà. El Cardenal disse: «Se vegnirèsoto veniliani, vi darà taja ducati 100 et 150 milia, e vi manderano in exilio; furano sachizar la terra ». Rispose: <c Tulto è in poder de
369	Dio ; e che chi li metesse tulli veronesi solo uno torcolo, non traria sangue nonché danari, e che li primi richi hora morivano da fame »; unde el Cardenal slrense le spale. Scrive, è zà 8 zorni vene qui a Trento 6 cavali con danari, et per li fora-ussiti padoani, vesentini, trevisani e altri dicevano erano assa’ danari, et si aspelava do carote con danari, da ducali 80 milia, fin zorni 10. Tamen, avisa certissimo questo è falso e non è per venir nulla, imo Anlonio da Thiene, ch’è lì, ha diio a uno amico, questi danari zonti è quatrinazi, non pagerano 400 fanti. Di soldati non è nulla. Saba-do, li capitanei cesarei, è in Verona, e Marco Antonio Colona scrisseno al vescovo di Trento non era in Verona ni carne, ni formazi, ni vino più, e pocho pan, e le zenle malcontente; et che non hes-sendo socorsi, si converà acordarsi. Questi foraussili è qui, milanesi e altri, tulli è malcontenti; hanno perso la speranza di venir socorso. De qui è il ducila di Bari, signor Francesco Sforza, chiamato ducila de Milan, il qual con il conle Francesco.....
    e Francesco da Buse, et par voria esser amico de la Signoria; è homo di devutione come un San Francesco, sichè quando li amici trazeseno di calzi, è bon aver costui. Scrive, a Volane, andò 500 fanti per custodia, e parte è tornati indrio etc. Scrive altre par-ticularilà, ut in litteris.
Et venuto zoso Consejo di X con la zonla, zonse
    1	etere di campo, di Frovedadori generali, date a dì 15, liore 2 di note, a San Michiel. Come quel zorno haveano scrito do lelere, di bore lo et 10, et haveano aleso con gran pioza a voler poner le ar-tellarie propinque a le mure, el haveano pochissimi guastadori; unde esso provedador Oriti andò di la di l’Adexe da monsignor di Lutrech, qual era za andato a Santa Lucia, avialo i’arlellaria et monilion dii
suo campo; el era grandissima pioza, et trovò soa 369* excelenlia havea mandato uno suo zenlilhomo al Governador per veder come feva, et vedendo inanellar guastadori, soa excelenlia era in colora ; pur lo quieloe, dicendo lutto era in camino, et volendo parlarli di capitoli di l’apontamento etc. disse : « Basta, Verona sarà nostra, non parlemo di questo », sichè avisa ha grandissimo voler a far si babbi ditta terra, nè è cossa fenta; et voi esso Provedador stagi con lui; sichè tornoe in campo nostro per veder et ordinar eie. Scrive, l’à 500 guastadori; non è re-slà di quelli di Friul, di 600 erano, 200, a i qual essi Provedadori li hano dà ducali 300 da viver, fino vengi li soi danari di Friul. El manda esso provedador Oriti una lelera dii Governador, li scrisse come non ha fanti al bisogno et inanello guasladori eie.
    Poi scriveno aver auto ducati 2000 d’oro e ino-nede bone di Mantoa, el da Bergamo, per conto nuovo, ducali 1500. El li ducali darà a Lulrech, zoè a li tesorieri, a conto di li 6000 se li paga. Item, si provedi di pan : si habi da Vicenza e Padoa cassoni 20 per uno, e poi 8 al zorno per terra. Item, sier Zustignan Morexini è stalo lutto ozi con lui provedador Gradenigo in campo, poi è tornato a San Martin al suo alozamento.
   La letera dii Governador drizata al provedador Griti, di hore 20. Come non hanno 100 guasladori in campo; hanno lirà qualche colpo di arlellaria, la terra li ha risposto; et dii venir dii zenlilhomo mandò monsignor di Lutrech.
   Dii provedador Gradenigo, particular, vidi letere date a San Michiel, a dì 15, hore 3 de note. Come lutto ozi è stà a cavallo, da bore do a-vanti zorno in qua, insieme col Governador, perso-licitar il passar dii noslro campo di qua di PAdexe; et hanno preso i.l borgo, e alozalo li, e andato fin solo la terra, e con fossi assicuralo Partelarie et fan-tarie; è con grandissima pioza, adeo tulli erano anegati. Si stenta di pan ; non è guastadori, ch’è cosa fastidiosa. Et scrive, menavano loro inedemi i guastadori a far le faconde. Scrive, si solicila di cazar 370 l’artellaria ancora più avanti, el spera in Dio si se-quirà la votiva viloria desiderata; el si ha i’ochio si a
li	spagnoli come a lutti gli altri a la segurtà di le cose nostre. Bisogna far come si po’, maxime vogando cussi el Governador, che bisogna lo vadino se-gondando el meglio si po’ per esser di tal natura.
   A dì 17. Pur la matina. il Principe non fo in Colegio. Vene uno slratiolo, vien di campo, partì eri matina, nominato Stani Clementi capo di cavali. Disse come si ara Verona, et dove noslri presenterano