271 MDXVI, GIUGNO. 272 ni per armar nel lago eie., e li ricomandano ; i qual dimandò la confirmalion di soi privilegii antiqui, li qual per veronesi erano opresi. 11 Principe li le’ bona riera, promessoli di farli ogni confirmation immediate aulo Verona ; sichè lutto il lago è nostro, da Riva in fuora che si tien per l’Imperador, et Peschiera da i nimici è sta abandonata. Da poi disnar, fo Colegio di Savii et non fo le-tere di campo, solimi vidi una dii conte Alexan-dro Donado scrita a dì 3 a Mozamban, drizata a suo padre. Come era zonto lì con le fantarie nostre, al governo di qual era sta mandato per il go-vernador nostro e provedador Griti, e questo per aversi portalo ben quando a dì primo, in Brexa, vene custion tra guasconi et li brixigelli nostri, adeo guasconi voleanoamazar italiani, et niun italian osava andar a sellarli, e lui vi andò, e ne fo morti do italiani nostri ; sichè, scrive, è in gratia, licet per il Consejo di X fusse casso di la condula. 159* Di sier Jacomo Manolesso provedador di visentina, di eri, da EoncJià in veronese, fo le-tere. Come in Verona non erano se non 2000 fanti, et che quelli 4000, che doveano inlrar, ancora non erano intrati, perchè voleano Ire page ; et che il Cardinal Sedunense era partito di Verona. Noto. Intesi in questi zorni aviso, per via di Verona, che il conte di Chariali, governador cesareo, havia posto un tajon a la terra di ducati 15 milia, et poi fato uno edito, tutti pagava in extimo men de 10, dovesseno partirsi di Verona; et che pativano di vin; et ch’el conte di Chariati, solo scusa di trovar 10 milia ducati, avia mandato li cariazi et il suo a Manloa con dir mandarlo a impegnar. Item, Achiles Boro-meo e li altri foraussili nostri subditi padoani et vi-senlini voleano partirsi, et non erano sta lassati partir. A dì 6. La malina, in Colegio, fu fato la terme-nation in mio favor, videiicet che i Zudexi de exami-nador contra i Consoli di marchadanli, et parlai eie. Di Brexa, fo letere dii provedador Griti, di i, hore 10. Come il zorno avanti, monsignor di Lutrech era parlilo con le zente et alozato a Lonà, dove feva la monstra e dava danari a li fanti; et co-loquii auti insieme, che tutto sia a bordine per andar soto Verona, el habiamo nui il numero di G000 fanti. Item, voi far uno ponte al Ponton et Gusso-lengo per mandar obviar il socorso e viluarie li potesse venir da Trento. Scrive, era restato lì in Brexa per ordinar a molte cosse e veder aver li danari da’ brexani e bergamaschi. 160 Vene l’orator di Ferara cum letere dii Duclia, di eri. Come avisava esser zonle a Ferara le duchesse de Urbino con la roba, el il Pontifice aver aulo quel slado de Urbin ; et etiam il signor Ducha esser partilo di Pexaro et venuto via etc. Veneno in Colegio 4 canonici di la chiesia di San Marco, dolendosi che il capitolo di Castello havia fato una f d’arzento lavora a la grccha simile a quella di San Marco che porla li canonici, el è mal facto questa concorentia, et al tempo di missier Toma Donado patriarca, che voleva far tal f, non fu lassato; unde il Principe disse era mal fato, et redulo il Colegio, si l'aria provision. Noto. Eri in Quaranlia criminal la malina. Prima parlò sier Alvise Bon dotor, avogador, el introduse il caso di sier Polo Zuslinian qu. sier Piero, tolto oiìcial a le raxon nuove, et fe’ uno boletin di sua man quel zorno a Consejo aver pagalo il debilo era di ducati do in zercha, et sier Francesco da Leze, oficial a le raxon nove, sotoscrisse et presentò a Zuan di Vido tien i libri di debitori, qual conosuto la fraude del boletino, disse al Principe. Fu comesso a li Avogadori, et tamen fu provato quel zorno ; et poi formato il processo e tolto il suo constiluto, confessò averlo fatto, et ozi è sta menato. Rispose sier Zuan Antonio Venier avochalo. Poi disnar, parlò sier Francesco da Pexaro l’avogador ; rispose sier Carlo Contarmi avochalo. Andò la parte : 23 dii procieder 13 di no, et... . non sincere. Poi fo posto 4 parte per li Avogadori : Priva 5 anni di ollicii e beneficii et stridìi a Gran Consejo, ave 7. L’altra, pagi ducati 300 imprestedo per uno anno, ave 7. L’altra, pagi, ut supra, ducali 200, ave... La quarta di sier Piero Marzello el consier, che ’1 presti a la Signoria ducati 100 per uno anno, et questa fu presa; ave .. ., e fo picoia condanason a quello el meritava. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonla, et 160* feno, tra le altre cosse, do di la zonla che mancava, in luogo di sier Nicolò Michiel procurator el sier Anzolo Trivixan, è ussidi per esser intradi a la banca sier Nicolò Trivisan e sier Fantin Michiel consieri, et rimaseno sier Hironimo Tiepolo, fo consier, e sier Marco di Molin, fo consier; cazele sier Velor Fo-scarini, fo consier soto, e sier Zorzi Emo procurator. A dì 7. La malina, non fo letere da conto. È da saper: eri in Colegio veneno li pelegrini vanno in Jerusalem con la galia dii Zaffo, tra li qual quel signor nominato di sopra, et tolse licentia dal Principe, et suplicò fusse servito la galia di do canoni etc. Da poi disnar, fo Pregadi et leto molte letere et una dii signor di Zerbi, che priega mandi le galie