443 MDXV1, AGOSTO. 444 lazo, trovò do cardinali, Santa f e Flisco, che erano andati per parlar al Papa per causa di do’ beneficii dii Cardinal San Severino, che stava in extremis, per averli; li qual esso Cardinal renoncioe a so’ fra-delo arziepiscopo di .... ma il Papa non ha voluto ' passi le bolle; sichè vedendo non poter aver au-dientia, tornoe a caxa. El qual Cardinal San Severino ozi, a hore 11, morite. Il Pontifìce à pur febre ogni zorno, ma pocha. Si veste e sta a veder giocar, si-come li à dito domino Antonio Maria Palavisino ora-tor dii Christianissimo, qual, come parente di Soa Santità, entra e giocha insieme ; ma non se li poi parlar di nulla. Et inteso esser aviso per via di Ascoli che 500 fanti spagnoli erano zonti al Tronto, ve-derà di saperlo. Dii dito, di 8. Coloquii auti col reverendissimo Medici, qual disse il Papa havia pur un pocho di febre da hore 18 fin 24, ma non temeva, e questo fo perchè si fastidiò aldir li do cardinali et Ancona eri, unde li vene l’agitatione di la febre; pur tuò sy-ropi etc. Poi li dimandò di fanli 500. Disse non è altro se non che ’1 signor Fabricio Golona era venuto a Fermo a meter i ghibelini dentro, sicome è intrali in Viterbo li gelfì; per il che il reverendissimo Cardinal Corner è andato a Viterbo per questo effecto. Poi disse d’Ingalterra non esser nulla, e tien l’acor-do con Franza e Spagna seguirà, e quel re de In-galtera non potrà dar danari più al’Imperador, vedendo esser questi do Re in acordo. Poi soa signoria disse: «Avemo aviso, ma non si crede, la Signoria trata acordo con l’Imperador; è vero Domine orator ? » Li rispose non saper nulla, et fo quello scrisse il re d’Ingaltera al Papa, e Soa Santità rispose non esser più tempo hessendo la Signoria per aver Verona ; el qual Imperador è a Is-purch. Hem, soa signoria si ricomanda la causa di domino Zuan Francesco da Pexaro suo famigliar, per un benefizio di Vigizuol. Dii ditto, di 11. Come era zonto lì e intrato monsignor di Lode va orator dii Christianissimo re, venuto in locho dii Palavicino. Unde lo andò a trovar a la caxa; qual li fe’ optima ciera, e li disse avia voluto intrar cussi per non far incomodo ad altri e a lui ; e li disse di la bona mente dii Christianissimo re verso la Signoria nostra et union, et havia monstre la sua commission al provedador Griti, che era, voler saper dii Papa s’il voleva manlenir l’aponta-mento fato a Bologna. Et che li vene drio, per sta-feta, a Milan uno zentilhomo dii Be, qual ge lo monstre, dicendo: « la risposta mi darà il Papa, questo la porterà al Re per stafeta, poi anderò mi, e domino Antonio Maria Palavisino, eh’ è orator, per la pra-gmatieba resterà qui ». Poi li disse, aver scontra 500 fanti venivano per intrar in Verona, spagnoli, con i qual parloe e toriano soldo con li nostri. Poi disse è bon mandar qualche persona discreta a saper di queste zente dii Tronto; laudò la Signoria di mandarvi etc. Dii dito, di 12, hore due di note. Come il Papa stava, al solito, con la febre; l’orator di Franza novo non ha potuto basarli il piede. Et à inteso domino Antonio Maria Palavisino si parte fra 4 zorni, unde fo dal dito orator monsignor di Lodeva. Li disse esser mutà proposito poi li parloe, videlicet saria incargado il Palavisino restasse hessendo lui venuto per successor suo. Item, solicita il suo succesaor electo vadi etc. Di Feltre, di sier Francesco Barbarigo podestà e capitanio sanse letere, di 16. Come à aviso, da le parte di sopra si preparava zente per mandarle in socorso di Verona, et quelle zente scripte volevano danari. Alcuni tien siano più presto per difendersi a Trento, che dubitano assai e si fortificha-no. Item, manda una letera auta di Antonio Gixi 277 castelan di la Scala; la qual letera contien, come per do venuti da Sterzen, par l’Imperador babbi mandato comandamenti far zente uno per caxa, et loro è partiti per non andarvi ; si dice per socorer Verona. Item, altri diexe di dito loco, pasati, dicono questo instesso, e loro esser fuziti per non volervi andar. Item, a Roverè hanno gran paura, e alcuni di quelli habitanti hanno mandato le so’ robe a Trento. Fu posto, per li Savii dii Consejo e di terra ferma, che tulti quelli Rectori, Camerlengi o altri che in questa guera hanno abandonato le terre et poi è ritornati, non possino haver alcun salario per il tempo è stati fuora, ut in parte, et sia comessa questa cossa a li Avogadori extraordinarii. Ave 150 de si, et do di no etc. Fu posto, per li diti, atento le facende multipli-chate a l’ofìzio di Governadori di l’intrade, però sia preso: eh’ el primo Gran Consejo si fazino Governa-dor di l’intrade, sichè siano 4, e intri subito con li modi e utilità hanno li altri tre Governadori, et la dila parte sia posta in Gran Consejo. Ave 153, di no 5, nulla. Fu posto, per li diti, far il primo Gran Consejo Podestà e capitanio a Treviso per scurlinio et qua-tro man di eletion per questa fiata, con le condilion è il presente retor, et sia posta la predita parte in Gran Consejo. Ave 169, 2. Fu posto, per li diti, far il Consejo successivo