507 MDXVI, SETTEMRRE. 508 Jamis, è do mexi non hanno nulo danari, e altri capi di fanli, ut in littoria. Et par el dillo Lutrech disse: « Avete auto tosto risposta, io scrissi a l’ora-tor di questo ». Rispose: « Quando zonse le lelere, era reduto Consejo di X, però la Illustrissima Signoria, non volendo manchar in alcuna cossa, subito fe’ la risposta esser contenta di quello voi la excellenlia vostra ». •1 Dii Governador generai, sotoscrita: lo obse-quentissimo servitor Thodaro Triulzi, date in li campi a Santa Catarina apresso Verona, a dì ultimo, ìiorc 2. Come in quella . . . erano ussiti quelli di Verona e venuti fino a la Tomba, poi subito tornono dentro. Li nostri non fono presti, e si i se userano, si penlirauo. À fato amonilion a’ noslri stagino riguardosi. Aricorda si mandi danari per pagar le zenle, ch’è venuto il tempo etc. Di Vicenza, di sier Nicolò Pasqualigo podestà e capitanio, di eri.. di note. Come à auto una letera di Zuan Antonio Zen, di quel zorno, qual manda inclusa, il qual non dice dove data, e li scrive che, per uno venuto di Trento, dice esser ivi venuti 100 fanti sguizari, et che aspelano di altri, e voleno socorer Verona, et verano per do vie, una per via di Rovere, l’altra di... À expedilo uno suo dal qual intenderà la verità. Fu posto, prima, per i Consieri, dar libertà a sier Nicolò Vendramin podestà e capitanio di Treviso di meter in bando di questa terra e terre e luogi di la Signoria, si da terra come da mar, e si aquisterà, uno à fato certo deliclo, uno di qual 1’ ha squartado, ut in litteris, fatoli prima tajar la testa ; el fu presa. Fu posto, per il Serenissimo, Consieri, Cai di XL, Savii dii Consejo e Savii di terra ferma, atento il bisogno à la Signoria di danari, videlicet per campo per lanzinech 6000 di monsignor di Lutrech, far li 3000 fanti, pagar le zenle d’arme, in tutto bisogna ducati 36 milia, utpatet in exordìo, però sia preso tuor ozi in questo Consejo uno impresiedo zeneral, et cussi successive da tutta la terra, et quelli presteranno, habino di don ducati 5 per 100, et habino partia di banco scontar per tutto Zugno proximo la mità, e lutto Novembrio proximo 1517 l’altra milà, et le partide si farà in bancho di sier Àlvixe Pixani procurator, qual si à oferto farle, al qual siali ubli-gato certe cosse, ut in parte, sichè al tempo potrà satisfar quelli impresterano, et non suplendo, tutti i danari di la Signoria nostra li siano ubligati. Et da mò sia preso di balotar tutti li Procuratori, di qual rimagni do per Procuratia, li quali vadino ogni zor- | no a San Marco e mandino per quelli li parerano a dimandar imprestedo, ut in parte; la copia di la qual parte sarà notada qui avanti. Ave 121 de si et 45 di no, et lo presa. Et cussi, comenzando dal Co-legio, Procuratori e altri a bancho a bancho, fono chiamati dal Serenissimo et poi publicali quelli ofer-seno et quelli nulla prestono. Fu trovato da ducali.., et in la parte voi si pagi a li Proveditori sora la camera d’imprestidi et si fazi gropi, nè in altro si spendi che per campo. Et poi mandadi fuora quelli non meteno ballota, fo balotado tutti li Procuratori pono esser, et il scurìinio sarà nolado qui sotto. Et nota. Manchò molti in Pregadi, che sapendo si dovea far imprestedo, non volse venir ; ma il primo Pregadi sarano chiamadi, perchè dieno esser publicadi lutti in Gran Consejo. lo Mariti Sanudo dissi avia dà ducati 500 per rimanir di Pregadi, e li altri con ducati 200 et 300 rimaniva ; disse Soa Serenità havia raxon. Et in questo Pregadi, vene cinque nuovi: Sier Piero Morexini qu. sier Nicolò, sier Pietro Marzello qu. sier Benelo, sier Piero da Pexaro qu. sier Bernardo, sier Zuan Andrea Pizamano qu. sier Michiel et sier Piero Duodo di sier Francesco, ma non me-teno ballota per esser fornido il numero; i qual questa matina hano dato li danari. Fo cavà Cao di XL, in luogo di sier Vicenzo Do-nado intra in la camera de’ imprestidi, sier Polo Morexini qu. sier Francesco. Et licentiato Pregadi, restò Consejo di X con la zonta fino bore . . . et. . . 1516, die primo Septembris. 322 Consiliarii. Sier Marcus Antonio Memo caput XL. Sapientes Consilii et Sapientes terree firmee. Absente: Sier Justiniano Mauroceno. Caret exordium. L’anderà parte: che ’1 sia tolto uno zeneral imprestedo da li zentilhomeni et citadini nostri, merca-danti, terieri et forestieri et altro, secundo el solito, a bancho a bancho, al conspecto del Serenissimo Principe nostro. Veruni, quelli che presterano, habino de don 5 per 100, videlicet che quelli che presterano ducali