181 ML'XVI, Al'RILE. 182 non credo tanto. Se divulga el Signor turciio preparar per Rhodi a tempo novo : Idio non voglia sia per qui. El console di eathelani non sodisfacendo al signor Soldati, che mal li vedo il modo,...... .......lo lece destender per bater. Fo dimandato di gratia da la corte. Tutte sue diferentie l’ha coiiira ragusei, el gran Soldati 1’ ha rimesse in me. Ho ricusato; sua signoria cussi voi, fare il possibile di non me impazar. Aricorda si fazi li debitori di cotimo pagar. Ricevuta a dì 22 Aprii et leta in Pregadi. 107 Copia di una letera di Palermo, di sier Pelle- grin Venier qu. sier Domenego, scrita a la Signoria nostra, data a dì 13 Marzo 1516, bt ricevuta a di 12 Aprii. A dì 7 de l’instante. Serenissime et excellen-tissime Princeps fo l’ultime mie. Da poi, quella medesima notte il populo di questa citade si messe in arme et in furor talmente contra lo illustrissimo signor Viceré, volendo usisse dii palazzo e diponese F ofìzio ; il che non lo volendo far, principiono a bombardar l’ostia di lo palazo, e con furia maxima rupeno li magazeni et (razeno l’artelarie et quello era oportuno, per forma il ditto signor Viceré se ne fuggì occullamente a hore 7, incognito, sua signoria con il conte da Terno, il conte dii Mazarino e altri signori sopra la barza sua ; et lo dito palazo fu sachizato dal populo, et la malina inconiinciono voler il castello dove sta lo inquisitor, et fu bombardato; el qual si voleva render in camisa. Non lo voleva questi vilani, perchè intendevano depredar questa cita ; unde questo capitanio et jurati, la Domenica fenno a la improvisa 6000 persone et stazionò li villani di Fasedio, et preseno il signor inquisitor et la compagnia, salve le persone tantum, et lo compagnorono sopra la nave; et cussi fo terminato li tumulti. Il signor Viceré con li judici de la gran corte se ne è partilo per Mesina, dove prima era zonti li marchesi e conti, i quali non voleno più il dito per Viceré, et da lutto il regno par sia expulso per li mali portamenti et graveze del defunto Re, che per tutti luogi si franchano di le graveze poste per il passato, sperando dal novo Re aver et obtenir ogni gratia. Di ponente è letere, de la Cantera, di 13 zorni, se contano la serenissima Rezina governava in castello et il suo conseglio pacifico, vero è in Aragona, non voleva soltozazer al consilio preditto, ma da loro governarsi a nome dii Serenissimo Principe, justa il testamento dii Catho -lico morto Re; el Dio lassi il lutto terminar in bene. Sopra Saragoza 30 vele latine fo vedute, le qual voleva meler in terra, et per tempo si messe loro contrario sono levate, et liinc inde perse ; judicano siano Cartoldo con sue galie. Formenli a li predi soliti ; la saxon va ben : Idio a perfelion la condu- 107 * chi. Questo regno lutto è in moto e sublevato ; Idio moti la sua santissima gratia. A Vostra Sublimità mi ricomando eie. Copia di una letera di Palermo, di Ulisse Sai- 108 vador scrita a la Signoria nostra, data adì 16 Marzo 1516, et ricevuta a dì... Aprii. Serenissime Princeps etc. L’ultima mia fo de dì 17 dii passato. Al presente, a dì 17 dito, vene nova, per via di Napoli, in questa cita di la morte di la Calholica Maestà : che Idio a l’anima li doni requie e riposo. La qual messe a li habitanli de questa cita, co maxime a quelli che virtuosamente campano, grande tcrror et sospelo ex-cesivo ; et havendo marchesi, conti et baroni de questo regno tal nova inteso, deliberono vegnir qui, et venuti deleno a la desension e di mala voluntà principio, utrum se questo illustre Viceré deve nel magistrato rimanere, o far do presidenti, qual haves-seno, fin altra nova di ponente venisse, a governare. Tamen essendo sua signoria disiosa di l’honore e dii magistra’ posieder, fece con tutta sue forze experien-tia nel slato suo rimanere; tamen li signori non volea acetarlo, dicendo el stato suo esser exlinto. Ultimo loco, hebbe eledione didi signori de partirsi, et al camino di Misina se misse. Visto el prediclo illustre esser li obstaculi sui partiti, chiamò li oficiali et fece consiglio; i qual confìrmò nel vicariato. Sua Signoria poi fece vegnir uno fìamengo, qual dise era persona per l’Archiduca del principe de Castella mandato, qual portò provisione et patente di la confirmation de sua illustre signoria, et fece per la città tal provisione manifesta: non di meno questi populi diceva era nontio finto, et con furor de populo, con artela-rie andorno a l’oslier habitaliou de dicto prò rege, fo a li 7 de l’instante, a hore 24. Qual illustre vedendo el manifesto pericolo incorer li polea, ebbe per eletion a hore meza di notte partirsi con tre persone, non manifestando a li altri, qual era più di 300 fanti, et andò a una sua barza et uno galione era fora dii porto armizali. Visto li fanti, che era dentro, el suo signor era parlilo, a depredar se messeno, et poi li populi, qual erano a l’asedio intorno, taliter che una