423 MDXVI, AGOSTO. 424 A dì 11. La malina, non fo nulla di novo, ni letere. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonla, ma non fo il Golegio, né li Procuratori che non balotano in la zonta. Et fono sopra la expeditione di uno Cbri-stoforo Cechino citadin visentin, zenero di sier Bi-ronimo Mozenigo qu. sier Lorenzo, qual è in preson, et alias fo sententiado a morte per dito Consejo di X et mandato in exilio, poi fu preso in questa terra. E cussi ozi fo expedito, videlicetche doman, poi nona, in mezo le do coione de San Marco li sia tajà 461* la man destra, poi scopato et ^quartato, e questo per li soi gran mensfati fati a Vicenza e visentina, homicidii et rebelion etc., ut in processa, ; sì che ’1 merita molte morte. Questo era favorizato da ... . citadini visentini contrarii a li Gualdi et Cavra etc. Di campo vene letere, a nona, dii signor Theodoro Trinisi governador generai nostro, date a Gusolengo a dì 9, hore ... Avisa dii zon-zer lì con le zente nostre, et dii butar il ponte sopra l’Adexe, nel butar dii qual fo certo contrasto da i ninnici, adeo da uno schiopo fo morto el Grilo maestro dii campo, homo molto reputato apresso il signor Bartolomeo. Item, che il conte Mercurio Bua e altri cavali lizieri erano passati et iti verso Verona, et trovono alcuni homeni d’arme del signor Marco Antonio Colona e fanti, fono a le man, et è sta occi-sion di 60 fanti et 5 homeni d’arme ete. Item, che sperano aver la Chiusa quella note, perchè Val Potasela è venuta a darli ubidientia ; et che Nicolò Barbaro capitanio dii Lago si porta ben. Item, avisi di Verona, come dirò di soto. Di Castion di le Stajere, di Zuan Antonio Caroldo, di 9, hore do di note. Come il proveda-dor Grifi era andato a Brexa ; et che monsignor di Lutrech havia auto la febre, et eravi venuto alcuni medici di Brexa, quali però lo consegliano a moversi anche lui et andar a Garda, sì per esser vicino a l’exercito suo et nostro, qual perchè lì a Castion è sta mal ajere per esser sta tanto il campo. Item, che la matina, a dì 10, si leverano le zente francese e anderano a la volta di Gussolengo, et sarà capo suo fradelo monsignor di Scut, in suo loco vicegerente. Item, scrive erano zonti li 8000 ducati. 462 Copia di do letere di nove dì Verona, date una a dì 7 Avosto 1516. Spectàbilis consobrine honorande. Ozi è fata la descrittone di le biave di ogni sorte sono in la terra, fata per 4 citadini, e partida in 4 parte a questo muodo: una parte, cotnenzando a la porta del Vescovo fina a la porta de Sorto, pigliando da l’Adexe in là, la quale è tochada a sier Lunardo da Lischa. Item, dal Ponte Novo, piando dentro Santa Nastasia e seguitando da Santa Fumia fino a Castel Vechio, tochada a Bonsignor Faela. Item, da le Pescharie fino a la porta de la Ciladela e tuto el resto del corpo di la terra, tochada a mis-sier Lunardo Cevola. Item, tuto lo resto verso la porta di Calzari e San Zen per tuto, tochada a Bor-tolamio Burava nodaro, e a uno di Tocholi. Or insumma, vedendo sotilmente, ve dico non li essere da vivere a la più longa per fina a cinque o sei de Septembrio proximo, computà ogni gran. Di vino non li è nulla; strame, nè biave da cavallo niente; sale pocho ; denari per li todeschi nulla. Et che ’1 sia il vero, è stado ozi retegnudo missier Bortolomio di Mafei e trovado ducati 350, e 4 altri citadini, che sono Bironimo Bedolfo, uno di Tocholi, el Francho Frutarolo, el Tovolo. Or non se po più durare ; la cosa è in cavo, tuti serà rnarcheschi. Vi ho scrito a li dì pasadi esser azonto letere di lo Imperador e del Curzense: non ve ho podù mandar la copia; ma fra doi dì ve la manderò al tutto, e de ogni secreto ve lo farò noto se ge dovesse lassar la vita; stadi atento. Ogni homo de imperiai e de maran deventa marchescho e bon marteloso. In la terra sono in tutto 4000 fanti, zoè 300 spagnoli, 400 sguizari et zercha 3200 lanzinech e atamani, strazadi, muffi e mal conditionadi, e a mezo di lutti ebrii, e dormeno in terra per le strade. Altro non ve dico. Cavali inseno fora di bora in bora e vengono dal canto di là; fra 4 dì ve avisarò el tuto; mandati al loco orde-nado. A l’Imperador vien la febre terzana, et è in-fiado tutto da una gamba senestra. Date a dì 8 Avosto 1516 ; la qual lelera è mandata a missier Zuan Battista Forte da Orla. Letera dii dito Zuan Batista Forte da Orta, data a Manerbe a dì 8 Avosto 1516. Verona sta mal, dico di sorte per lo viver, che bisogneria li fusse ricomandata l’anima et l’ojo santo. Beri, ad hore 15, se ne fuzite Bernardin Calderaro fora, et è venuto a Lignago in el nostro campo, et di poi è andato nel campo dal clarissimo Gri-ti. Vene con cavali 4, et dice Verona non poter star pezo de quello la sta ; et le fameglie, che erano sei o septe in casa, sono lezerite in mandar fuora preti et altri, taliter che soli non hanno pane, nè vino per cl vivere. El conte di Chariati ha tolto medicina