565 vegnir a la presentia dii Serenissimo Principe, et se-cretamente, presente uno de li Avogadori de comun et uno de li Capi dii Consejo nostro di X et il Canzelier nostro, oferir quella quantità de danari che li parerà ; le qual oferte fate, quello che più oferirà se intendi potersi provar per eletion; et se ne fusseno do o più che equalmente oferiseno, siano chiamati et domandati se più oferir voleno, perchè sono e-quali di oblalion, et più oferendo, sia observato el modo che ’1 più oferisse, ut supra. Se veramente più non oferirano, siano fra lor butado le tessere, et quello verà per la tessera, sia balotado insieme con quelli electi per election, ut supra. Ave 46. Die dicto. Consìliarii, Capita Quadraginta, Sapien-tes Ordinimi, Sapientes ad recuperaiionem pecunia. Perchè Polizie nostro di Camerlengi di comun invero è occupatissimo, in modo che, adjunto etiam il presente imprestedo, non possino suplir a le fatiche occorenti, et però l’anderà parte : che per scurtinio de questo Consejo et 4 man di eletion nel nostro Mazor Consejo, per questa volta solamente, ele-zer si debba uno terzo Camerlengo di comun, el qual babia intrar de presenti con i modi et conditici! che hanno li altri Camerlengi presenti. El qual terzo Camerlengo, da esser electo, balotar se deba nel Colegio nostro insieme con li altri do predili, et quello di loro haverà più balote, se intenda esser, et sia depulà al zornal et cassa de l’imprestedo de Gran Consejo. Et perchè non mancho occupati se a-trovano li tre oficiali nostri ai X oficii, et maxime che per convenir sempre uno de loro andar al Colegio ne sono molte et molle cause che non possono esser expedite dal loro oficio, pertanto sia.preso che, simil modo quo supra, sia facta elelione de uno quarto oficial ai X oficii, qual babia de prcesenti ad intrar con li modi el conditione de li tre presenti. Et la presente parte non se intenda presa se la non-sera etiam presa nel nostro Mazor Consejo: 141, 17. A dì 14 Septembrio, Domenega, fo la f. El Principe non fo in Colegio, per non si sentir. Et fo le ter e di Roma di 11, di Napoli di 7, il sumario di le qual scriverò, leete sarano in Pregadi. Da poi disnar fo Gran Consejo, et ordinalo di far 6 scurtinii per trovar danari, et prima: Fo posto, per i Consieri, la parie presa in Pre- 566 gadi di far alcune voxe per scurtinio, la qual è no-lada di sopra. Ave 612, 281, 16. Ancora fo posto, per li diti, far uno terzo Camerlengo di comun e uno quarto ai X oficii, come fu preso in Pregadi. Ave 717, 156, 3. Et il Consejo stele tardi suso, perchè si siete in scurtinio fin hore 23, e fu fato 6 scurtinii, come li noterò qui avanti. Et venendo l’ora tarda, nè si poteva balolar so non tre voxe, li Consieri parse di meter la soto-scripta parte, la qual è indireta contra una parte presa nel Consejo di X dii 1462 a dì ultimo Mazo, che non si poi riservar voxe a balotar ad altro Consejo, ma le voxe vadino zoso. Pur questi Consieri, sier Andrea Baxadona, sier Andrea Magno, sier Nicolò Trivixan, sier Bortolo Conlarini, sier Lazaro Mocenigo, sier Ilironimo Grimani, messeno questa parte, la qual dice cussi, videlicet: Essendo scorso tanto tempo nel far de i scurlinii de le voxe ozi proposte a far, che non solum le non se potriano balotar tutte in questo Consejo avanti le 23 hore, ma pur quelle de i scurlinii con gran dimora zà fornidi, et però, aziò che indarno non se babbi speso tanto tempo, l’anderà parte: che non obstante alcuna altra leze in contrario, che per questa volta solamente resta sospesa, se possa balotar 355* le vose restante in un altro Consejo, il qual sia ehia-mado domane, da po’ disnar. Et aziò che de ccetero non ocori simel desordene, sia staluìdo che, cussi come l’è per le leze limitado il numero di le vose che si poi far in un Consejo, cussi non si possi far più de tre scurlinii in un medesimo zorno in questo Consejo. Ave 646 de sì, 102 de no, 5 non sincere. Di Franga, fo letere di Vorator nostro, date in Ambosa a dì 6, il sumario dirò di soto. Item, de Ingolferà, di 13, non da conto. Di campo, di provedadori generali, di 13, hore . . date.. . , ut supra. Come anderano questa sera sotto la terra. Di pagamenti fati, et si mandi danari etc. Di sier Zustignan Morexini savio a terra ferma, di 13. Dii suo zonzer a San Martin con li 500 fanti, e à ’uto ordene dii provedador Griti, che non si parti de lì con li diti fanti, dovendo nostri passar l’Adexe. Ozi zonse uno gripo, vien di la Tana, con falconi, partì a dì primo'Avosto. Tamen non fo letere in la Signoria da Costantinopoli, dii Baylo. Di Soria, fo letere di Aleppo, di 5 Lujo, di sier Andrea Morexini di sier Batista. La copia di una letera copiosa di nove, sarà qui avanti posla. MDXVr, SETTEMBRE.