543 MDXVI, SETTEMBRE. 544 tina, l’orator dii Chrislianissimo fo da] Papa e stete tanto, che esso nostro non potè aver audientia. Poi disnar, esso orator nostro fo da Soa Santità e li dimandò di novo. Li disse l’orator yspano aver portà una letera dii suo He, qual volea facesse uno Cardinal solo in loco di do; li promise di far. Poi li disse di la pace fata col Chrislianissimo e dii capitolo fato poter ajutar l’Imperador, et cussi il re di Pranza la Signoria, nè per questo s’intende rotti li capitoli. Et il Papa disse : « Questo è un garbujo; come poi star in me ?» et che ’1 volea far venir zente di Napoli eie. L’orator prejò Soa Santità non li volesse dar il passo, venendo ditte zenle. Rispose il Papa : « L’ oralor yspano non mi ha domandà il passo; s’il me ’1 domanderà, vi parlerò» ; et l’orator pregò dovesse obstarli, volendo venir. Rispose Soa Santità : « La cossa non poi star cussi ; ho di Franza dal Tricharicho, di ‘26, el contrario, imo che bave-vano tratato di dar Verona l’Imperador in man di Franza, e lui non l’ha voluta tuor, e che di l’Impe-rador in li capitoli non è sta dito nulla. Tamen l’Archiduca e nepote, e II aspetta il tulio ha l’Im-perador, e li par questo capitolo sia rasonevole ». Dicendo questi fanti spagnoli non sono in hordine, non hanno artellarie, se li obsteria in camino con poche zente a l’incontro, che se li l'aria restar; con altre parole. Poi l’orator fo da l’oralor di Franza dicendoli il lutto ; qual non crede nulla, e che il Papa averli dito non li darà il passo; tamen è bon spazar in campo a monsignor di Lutrech di questo, e atendi a strenzer Verona. E cussi lui orator à scrito al provedador Oriti. Di campo, di Provedadori generali, date a dì 8, hore 17, ut supra. Come hanno ricevuto li ducati 8400, et manda il provedador Vituri a tuor di altri; bisogna, in questo, far di l’imposibele posibe-le per poter pagar le zente e andar soto Verona. Eri hanno finito di pagar li spagnoli ; ozi pagerano certe compagnie di fanti per do mano, e il Colateral fa la monstra di cavali lizieri per poterli mandar a la guarda di la Chiusa per socorso ; si dice dover venir ozi. Aspetano li 2000 fanti in campo; hanno dii suo zonzer a Villafrancha, Valeso e Isola di la Scala, et zonti etiam loro vorano danari. Aricordano si mandi guastadori e bombardieri 15. È morto Vulpin bombardier e do altri amalati; et scriveno alcuni si mandi. Item, Babon di Naldo li ha dato ducati 400; voria di qui tanti marcelli per far certe spese l’ha a far ; però li hanno tolti, et la Signoria di qui li fazi-no pagar. Di Vicenza, di sier Nicolò Pasqualigo po- destà e capitanio, e sier Justiniaii Morexini savio a terra ferma, di 8, fiore 2 di note. Zercha li fanti, stentano aver i danari ; ha auto ducati 100 di Arzignan et 100 da Valdagno ; li 300 di la comunità non li hanno auti. 11 synico è ito a Padoa per scuoder li visentini. Item, scrive che esso sier .Ju-stinian diman volea andar a Montebello, dove saria 500 fanti reduti ; ma non havendo auto tutti li danari, non sa quello 1’ habi a far. Dii dito Podestà e capitanio, di 8, hore 2. Come era venuto a lui Lorenzo di Forni, parli eri da Trento con letere di Zuan Antonio Zen. Di fede certa, a Trento non è zente ; ben si dice dia venir dii conlà di Tiruol zente, ma per la carestia grande non vegnirano; etiam si dize sguizari. Et come ha visto una zatra in l’Adexe, sopra la qual era do fal-coneti e certa polvere. Da poi disnar, fo Pregadi et lecte assaissime le- 342* tere seri le di sopra. Sopra vene le infrascriple, vide-licet : Di campo, ut supra, di Provedadori generali, di 8, hore 3 di note. Come, haveano ricevuto qua-tro letere : una diretiva a monsignor di Lutrech, qual l’à mandata al segretario Caroldo rimasto a* presso soa excellentia; et al Governador ge l’hanno data ; l’altra, zercha la information di Horatio Ma-latesta ; e la quarta di danari posti a camino, e soli-cila l’impresa. Rispondeno non fano altro; atendeno a pagar per do man le zenle ; et manda una letera li scrive Nicolò Barbaro capitanio dii Lago, da la Corvara, solicita si mandi danari et presto per ultimar l’impresa. Di Nicolò Barbaro, date a la Corvara, a dì 8, drizate al provedador Grifi. Come, per una spia venula di Trento, li non è zente ; si dize ben dii contà di Tiruol, havendo danari, dieno venir zente; ma la gran carestia vi è non li lassa, perchè vai a Trento il minai ducati uno. Scrive dii secretano di l’Imperador è in Lonega, qual a questa spia li disse andasse in Verona; qual disse era contento eie.; hor la rimanda. Scrive poi, in Verona non vi è vili, ni carne, pan pocho ; e dove devano prima 4 pani per uno, ne danno 3 soli ; e li bombardieri, per non aver carne, hanno amazalo do cavalli ; e altre parli-cularilà. Et in ditte letere de li Provedadori, scriveno hanno, esser morto Zuan Paulo di Santo Anzolo et lacomo Vicoaro, quali haveano conduta di zenle d’arme; però si ricomandava Piero Testa e Basilio da la Riva, quali si hanno portato ben in questa gue-ra et erano con quel qu. Capitanio zeneral sopra zente d’arme etc. Item, di Horatio Malatesta, seri-