473 MDXVI, AGOSTO. 474 Soldan. Scrive, sier Lunardo Justinian li consigliò il bailato. 298 Copia di alcuni capitoli di una letera data a Tour in Franza, a dì 15 Avosto 1516, di-rectiva a domino Tornavo Pecunia secretano di l’arcivescovo di Salerno. Oggi se sente qua lo acordo di Noyon, in nome de Dio concluso et stabilito a di 12 di questo, fra questa Maestà e ’1 principe don Carlo, di tal sorte : paze eterna fra loro Maestà, amico de l’amico e inimico de P inimico, nominato per cadauno di confederati et l’uno et l’altro, nominato in primis el Nostro Signor et la Apostolicha sede. Formalo novo parentado di madona Lovixa, figliola del Cbristianissimo re, di età di uno anno, data in sposa et moglie al prefato Principe, con dota di la parte dii regno di Napoli spelante a questa corona ex nunc renonZià, tamen con condizione che ’1 predito Principe debia pagare ducali 100 milia a l’anno a la Maestà christianissima per censo el tributo, duraturo fino che la sposa sarà andata a marito et copulata; de anni 13 in cercha alora levarà la mità de dilto censo e resti in 50 milia di quintare (?) in arbitrio però del Christianissimo, e al primo parto del puto maschio cessino ; condizion fra loro, quando non se observasse o che morisse la dona senza he-riedi dii suo corpo ; che sono cosse che adesso non importano. El regno di Navara remane al prefato prinzipe don Carlo, onde fra certo tempo limitato habia contentata la raina Catarina per la dota sua, per la quale pareva che dilto regno saltim a la dita ge aspetasse, el non contenda fra el convenuto tempo la ditta Raina, questa Maestà, restituirla in poses-sione, po’ prestarli ogni favore et aiuto di arme senza aver roto nè in alcuna parte offesa la paze; ma perché lei senza el ditto regno libero non si contenterà mai ; per troncar tutte quelle cosse che possano generar fastidio tra questi principi, desiderosi per quanto mostrano, di voler ben viver insieme, se 298* tiene zerto che lo Archiducha darà la sua quarta so-rela in moglie a lo infante di Navara, conzenziente et procurante la prefata Rezina, con el dito regno in dota. Del canto di Cesare, s’è oferto Verona a questa Maestà, e prometesse che la non pervenirebe in ve-niziani, il che azetare ricusò Sua Maestà, con dure condizion ; perzò da quel atto niente concluse. El ducila di Geler, cosi atinente a Franza, stante lo ca- pitolo amico de l’amico, restaria excluso di socorso de qua; ma perchè pare che ’1 sia in Frixia vicino a far giornata con la gente di P Archiducha, la qual tuttavia ingrosava, dicono che si ha convenuto che, fazandosi o no fazandosi la giornata, fra certo tempo se intendano quelle diferentie remesse a judizio de questa Maestà, la qual alenderà a reconzarle. Di madama Reniera, figliola che fo del re Alvixe, già con-trafa in moglie al prefato Archiducha, non si parla ; altri dicono che si mariterà in lo fradelo de dito Archiducha, eh’è in Spagna. Sguizari fono dieta : rizerchati da Cesare et da Ingalteradi unirse tutti insieme, hanno resposto; zoè li Scantoni, voler observare il convenuto con Franza, ma che lo inglese che soleva provedere del dinaro, et che tegniva li 5 cantoni sospesi di Pacordo de li altri, sentirà il sopravenuto apontamenlo et paze, con le condizion di quali apti di rompere nonché di difi-cultare ogni suo disegno di molestar; qual doveria desistere dal spender invano. E a questo modo non si dubita che li ditti cinque cantoni intrarano ne lo acordo de li 8, che sarà el fato loro, se ben inlen-derano, maxime che Cesare, su la oferta di dare Verona al Re con la condition dila et far paze con Sua Maestà, oleriva anche con picolo ajuto di quello romper guera a’ sguizari; che manifesta di l’animo suo, quello che sempre fu verso loro. Se crede che lo Archiducha, de questo mexe de Ottobre, o zer-cha, anderà in Spagna pasando per terra, et se abo-charà con questo Re, quale lo honora assai. Sumario di una letera di Fiorenza, de 10 Avo- 299 sto 1516, drizata a sier Nicolò Zar zi qu. sier Bernardo. Ozi é venuto la nova, che il magnifico Lorenzo di Medici, dal Pontefice e Colegio di cardinali è investito ducha di Urbino, prefeto di Sinigaja, signor di Pexaro,confalonier di Santa Chiesia et capitanio di fiorentini per anni G00 di sua prole ; poi vadi nel Stato di fiorentini ; donde òse fatto gran fuochi et gran son di campane. 11 Ponlifice è pur con le sue do terzane, et molti astrologi hanno predito la morte sua fino a dì 12 di Septembrio, e tutti insieme si acordano; ma una cossa grande per zerto è, e danno fede. E al principio, quando veni a Fiorenza, la udì dire, mi pareva incredula, però non vi avisai, che è che uno frate di San Francesco, dii quarto bordine, havea predito il Papa dovea morir in Septembrio, e che il Ponlifice P ha fato meter in Castello Santo Anzolo. E ancora è venuto uno di Roma, il qual dize