C31 MDXVI, SETTEMBRE. 632 una altra letera di Polo Brunago, dì 23, in Ci-smon. Scrive tulli li cavali de lì è slà levati, e aver visto bandiere 9 di fanti, et vien 3000 persone con l’Iinperador. Item, a Perzene è zente e lì intorno; e altri avisi, ut in litteris. Di Cividal di Tìeìlun, di sier Hironimo da cha1 Tajapiera dotor, di 22. Come ha aviso, di Primier esser parlidi fanti 80 et aviati verso Verona, che più in questa guera non è slà tolto zente di Primier. Item, è stà fato comandamenti, per li a-genti cesarei, vadino; c si dice dicno venir per Val Sugana e andar verso Vicenza certo numero de zente, ut in litteris, e socorer Verona. Di Feltre, di sier Francesco Barbarigo podestà e capitanio, di 14. Di avisi, come a Trento si fa adunanza di zente; et per uno todesco di domino Petro Grimani, partì Lunì, a dì 22, di Trento, dove ci vele bandiere 3 di fanti mal armati però zonzer lì ; el si preparava alozamenli, se dizeva, per 4000 fanti, che dovea zonzer et venir a socorer Verona eie. È da saper, come per il Colegio fo ordinato mandar, da malina, per li oratori visentini domino Nicolò Chiercgato e compagni stanno in questa terra, et dirli dovesseno far levar tutte le biave sono in vi-seniina a la montagna, perchè dite zente non habino da viver venendo, e dovesse farli portar a la terra ; et cussi fo fato; ma loro disseno non si dubitava etc. Di Ferara, fo leterc di Hironimo Dedo secretarlo. Dii suo zonzer lì et quello ha foto, et parole dite al Ducha zcrclia le balote 500 la Signoria voleva in prestedo, ut in litteris-, il qual Ducha è contento a servir la Signoria; ma voi solo ombra di imprestarlo a Lutreeh, videlicet mandarle in la ro-cha di Cremona a conio di quelle alias per francesi fo prestale a lui, ut in litteris. Et noia. Questo aviso istesso si ave per lelere di campo; ma non acade: si ha balote assai. 392 Copia di una letera dii strenuo condutier nostro Malatcsta Baglione, data in campo sotto Verona a dì 25 Septembrio 1516, drizata a Francesco Da Fiano suo secrctario, in Venecia. Missier Francesco mio. Ilcri ve scrissi come missier Gabriel da Marti-nengo et io ordinasemo de asajtare il bastione de la porta dii Vescovo per farlo zapare, essendo facla una gran bataria et ballilo molto muro a terra da quella in solo verso l’Atice. Et così fu exequilo, che il bastiono fu zapato assai; ma per esser grossissimo de terra, con pochi guastadori non se potè fare a pieno el bisogno, benché non manchasse usare ogni diligenlia el opera de la persona mia, aziò de li altri pigliasse animo fare el simele. lo ce hebbi una bota de schiopeto in uuo lato, che per fianco se tirava dal muro de la cità ; ringralio Idio che non passò le mie arme et non ebbi male alcuno. Questa note, con Antonio da Castello havemo spenti alcuni pezi de arleliaria più soto che per fiancho viene a batere la ussita del bastione, et così ozi torneremo a lo elido de pigliarlo ogni modo, et spero che haremo onore senza altro majore pericolo. Et haria crcto che questa cosa havesse dato principio et animo a multi altri homeni da bene far allratanto et meglio assae, perchè li sono bone occasione ; niente de mancho per questo non se move alcuno, et è tanta la fredeza de animo che regna in li capi de lo exercito, che se P artellarie non fa per loro tanto che la cità sia noslra, per altra virtù dubito l’impresa non sia più longa che dal primo non diceva. Pure che Idio me aiuta et questi mei Illustrissimi Signori, spero far tanto con parole e fati, che chi per virtù de l’animo, chi per vergogna sarano costanti fare el debito, de sorte che ogni modo la cità scrà de la Illustrissima Signoria prima che passa 8 zorni, excepto se ’1 cielo et Dio non sia contrario, che fin a qui, come la ju-slicia è dal canto nostro, così ancho se è la volunlà sua, ateso che in tanta impresa et periculo non è morto alcuno homo de conditione, nè gran numero etc. Malatesta Baglione. Sumario e copia di una letera data in campo, 392* scritaper il signor Janus dì Campo Frego-so, a di 24 Septembrio, hore prima, drizata a Gasparo Fidel suo secretano a Venecia. Missier Gasparo carissimo. Quantunque el non sia mio costume scrivere, nè divulgare le opere mie, come effectualmenle per lo passato havete visto, nondimen a satisfatene vostra io ve lo dinotarò quanto questa malina è seguilo. Atrovandome questa matina, a bora de disnare,a la bataria, justa el mio solilo, per una porta secreta, a l’improvista, saltorno fora di Verona da circa 100 cavalli, di modo che si jo non havesse reparato, facevano gran vergogna et damno al nostro campo. Io non hebbi tempo ad armarmi, ma in gippone montai in su el mio ronzino con 15 fanti apresso di