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UDXVI, DICEMBRE.
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In Gran Consejo.
Podestà e Capitano a Euigo.
f Sier Piero Valier, lo di Pregarti, qu. sier
          Antonio, dopio, ducati 1*200 e il don 625.317 Sier Lorenzo Minio, fo di Pregadi, qu.
    sier Andrea........146.238
Sier Hironimo di Prioli, e provedador
       sopra......., qu. sier Lorenzo,
      ducati 1000 e il don..... 438.455
     Sier Hironimo Baxadona, fo di Pregadi, qu. sier Filippo, ducali 1100 e il don, el azonse ducati 100, in tutto ducati 1200 .......... 490.395
Conte e Provedador a Liesna.
f Sier Francesco Nani qu. sier Zuane qu.
          sier Jacomo, ducati 600 e il don . 660.195 Sier Zuan Piero Reinbo qu. sier Bernardo, ducali 409 e il don . . . 305.570 Sier Benelo Balbi di sier Piero qu. sier
   Beneto.........139.690
191 Sier Etor Donado, el XL, qu. sier
   Piero..........246.583
Sier Alvise Sagredo di sier Piero, fo a
      la Zecha di l- oro...... 287.594
Un Provedador di Comun.
Sier Antonio Zorzi qu. sier Francesco, fo a la Doana di mar, ducati 250
     contadi e il don....... 323.418
f Sier Ludovico Baxadona qu. sier Anto--
          nio, fo XL zivil, ducali 200 e il don 413.384 f Sier Andrea Veuier di sier Zuane, qu.
          sier Francesco, ducati 400 e il don. 382.411 Sier Zuan Corner, fo Auditor novo, qu.
     sier Francesco....... 305.492
Sier Zuan Contarmi qu. sier Alvise da
San Aguslin, ducati 300 e il don . 350.495
          Et si feva Doana di mar, Provedador sora le le-gne, uno di la Zonta in luogo di sier Andrea Badoer el cavalier, et uno XL zivil; et per esser l’ora tarda, dite voxe andò zoso. Veniva di la Zonta questi : sier Nicolò Copo fo provedador al sai, qu. sier Jacopo, sier Bernardin Soranzo, fo rti la zonla, qu. sier Marco, sier Zuan Francesco Marzelo, fo di Pregadi,
qu. sier Antonio, sier Lorenzo Loredan, fo di la zonta, qu. sier Lorenzo.
   Da Costantinopoli, fo letere di sier Limar -do Bembo baylo, di 5 Novembrio, qual erano in zifra, et non si ha pollilo trar, siche nulla si à inteso; ma ben si ha aviso che ’1 Signor manda uno altro ambasador per la vittoria, nominato Ali-bei, fo un altra volta qui; il sumano de le qual lotere scriverò, lele saranno in Pregadi.
   A dì 20. La malina non fo lelere da colilo, ni nulla da scriver.
    Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria et Savii per certa diferentia.
   Di campo, vene letere dii provedador Griti, da Villafranella, di 18, qual manda letere rti Franza rti l’oralor nostro, rti 10, da Ambosa, el qual sumario di le dite letere di Franza è questo :
   Di Franza, di Vorator nostro, date di Ambosa, a dì 16. Coloquii col Re, zercha quello li parlò eri il Gran maistro, maxime di do lochi voria l’Imperador, come li ha dito monsignor di Clevers al suo orator monsignor di Orvai. Il Re disse li basta all’ Intperador aver auto Riva e Rovere, e che quesli do lochi non sa quali sia, et che zonto sia monsignor di Orvai intenderà meglio; el Sua Maestà non è per far torto a la Signoria ; quanto a restituir li presoni hinc inde. L’oralor disse : <t La Signoria saria mollo disavanzata per aver in le man il conte Cristoforo cugnado dii cardenal Curzense». 11 Re disse, questo lassar rti presoni è solilo farsi in tulli li trallamenti di paxe, quando ben si non facessedi questo capitolo, dicendo di questa liberation di presoni si parlerà poi ; prima si torà il possesso di Verona ; lassemo a monsignor di Lutrech e missier Andrea Griti a ter-menar quello li pareranno per aver una volta quella terra. Poi l’oralor domandò a Soa Maestà se l’accordo col Papa era seguilo, e Soa Maestà disse de no, e che aspettava uno camerier dii Papa che veniva de qui ; e lo domandò se lo cognosceva, rispose de no. Scrive, ozi è zonto dito nonlio dii Papa. Si dice è venuto per le cose di Ferrara, e quel Ducha ha mandato uno altro suo orator a questa Maestà, in loco del suo è qui, qual è ammalalo e non poi 191* operarsi. Scrive, parlò esso orator col Gran maistro, era in la sala, e inter coetera, rasonando che il Chri-slianissiino re havia fato ogni bon olicio per la Signoria, e lui orator li afermoe la Illustrissima Signoria nostra non è mai per separarsi da quesla Maestà. Lui li rispose, non inanella maligni,e ne è stà dito la Signoria à pratica con l’Imperador per niezo dii re d’Ingallera; tamen lui non il crede, ni edam