509 IIDXVII, GENNAIO. 510 virilmente e li rebatteno.Fo morto uno di turchi qual zà era intra ne! borgo, e fo morto uno et 3 feriti. Tornono indrio et si ripossono a Glissa dove si rinfo-zorno, il qual Iodio di Clissa è causa di questi danni, da poi si hanno fato tributar» dii Signor turco; pertanto scrive si provedi e si mandi custodia a Spalato. Di Verona, di sier Zuan Paulo Gradenigo provedador cenerai, di 19, hore 4, Come in questa matina partite monsignor di Lulrecli con il cla-rissimo suo collega Grili, e cussi partì tutti li francesi andati a la volta di Mantoa, et lui lo accompagnò lino a la porla di Calzari, et fe’ poi mirar dentro le nostre fautarie che erano in ordene a la porla per intrar. Et scrive la compartition ha fato col Gover-nador di ditte fantarìe in la terra, siccome è nota di sopra. In questa matina, per Colegio, fo concesso, per riscato di sier Antonio Surian dotor et cavalier, fo orator nostro in Hongaria, preso, venendo a repa-triar, da’ maranesi è lì a Maran, si ha trova olirà la taja lui pagerà dii suo, dargli etiam tre maranesi, che sono presoni in li Cabioni per conlraeambio. * Di Verona, dii provedador Gradenigo, di 20, hore 4 di note. Come liavia consultalo col Go-vernador zercha cassar li stralioli e redurli a 200, et scrive coloqui auli col Governador predilo, et ha scrito a li diti cavali lizieri e slralioli alozali verso Vicenza, vengino in Verona, perchè Zuoba a dì 22 farano la mostra. Scrive se li mandi danari per pagar le zenle d’arme, perchè li danari l’havea tulli li dete al provedador Grili. ltem, scrive, il conle Mercurio di la sua compagnia si farà poi la mostra. Item, ozi nel Consejo di veronesi hanno eleeti dodexe oratori a venir a la Signoria nostra. Scrive tutti in Verona cridano Marcito ! Marcito ! e tutti li pareno hora esser contenti, e lui usa ogni bon olìcio e li tien ben edifichadi e in devution di la Signoria nostra, et voi atender a far serrar il muro dove fu fato la bataria, et aspelerà ritorni il suo colega Griti per proveder alle allre cose di quella terra. Scrive, ozi in Consejo voleno tratar di soi vicariadi, come solevano far prima, e lui provedador destro modo li fece intender non era tempo di tratar queste cosse ; el cussi non fo fallo altro. Dii Governador zeneral nostro, data in Verona, a di 19. Come ozi partì monsignor di Lulrech e il resto di francesi, et è intrà le fantarie nostre in Verona, et è lì alozate per le caxe con minor danno si ha potuto, e cussi aloza le zenle d’arme e cavalli lizieri soi dieno restar lì in Verona ; con altre parti-cularità ut in litteris. Lo nome di oratori veronesi. El marchese Filipo Malaspina Domino Galeazo da Nogarole El conte Agustin di Justi El conle Zuan Francesco Bevilaqua Domino Piero de Bra Domino Guglielmo di Guarienli Domino Hironimo Bravo Domino Gabriel di Pelegrini Domino Carlo di Cavalli Domino Lunardo di Lisca Domino Francesco Brenzon Domino Francesco Bajalolo Da poi disnar fo Pregadi, et nevegoe ozi, et fo 281 lelo le soprascrite letere, et ne vene ancora di Roma, Napoli et Hongaria, il sumario di le qual letere scriverò poi. Fu lelo una letera di sier Piero Antonio More-xini podestà e capitanio di Bassan, di certo caso seguilo etc. videlicet.....et fo posto per li Consieri Fo posto, per li Consieri, excepto sier Nicolò Trivisan, Cai di XL, Savi dii Consejo e Savi di terra ferma, excepto sier Zuan Trivixan e sier Piero Trun, una parte, la copia sarà qui avanti. « Di proveder al governo di la cità di Verona ritornata per gratia di l’Omnipolente Dio sotto la Signoria nostra, che ’I primo Gran Consejo siano elecli un podestà e un capilano di Verona per scurtinio di questo Consejo et i man di eletion, quali stagino mexi 16 e habino ducali 600 netti, sia tenuti lenir A famegli, e i partino in lermene di un tnexe, e la dila parie non se intendi presa si la non sarà posta et presa nel nostro Mazor Consejo, e sia per questa volta soluni ». Et sier Nicolò Trivixan el consier, sier Zuan Trivixan savio a terra ferma, voleno la parte, con questo stagino un anno et habino ducati 50 al mexe et legni.....ut in parte. El sier Andrea Baxadona el consier e sier Piero Trun savio a terra ferma, voleno li dili relori siano elecli ut supra, ma stagino mexi 16 per uno, con il salario come liavia prima. Et volendose mandar le Ire opinion e niun di Colegio volea parlar, e che ’1 Consejo inclinava voler la parte di Consieri e Savi di X, coscientiae motti. Io Marin Sanudo fo di missier Lunardo, essendo di Pregadi, andai in renga. El con grandissima altenlione di tulli, comenzai a rengraliar il Nostro Signor Dio, che fino bora, in > cavalieri. \ > doclori. cittadini.