423 &]DXVII, GENNAIO. 424 lissimo in ordenc de ogni cossa. Lo homo dii signor di Tripoli è janixero, se ben grecho, et intende (rancho, astutissima persona, tutto ozi ho cavalcalo con lui per la terra. Dice dii suo Signor gran cosse, e che l’intende ben grecho, e non fa altro che studiar storie antiche et maxime la vita di Alexandro Magno; ne la^ sua letera el se dà litoio di Alexandro Magno a sui tempi ; et dorme pochissimo e in mezo di dui dopieri grandissimi, e si beva ogni Irato suso e spasiza e rasona con uno calogiero, qual è quello li ha insegnato lettere greche; et il suo parlar è sempre di storie antique, e dizo son mazor signor di quello fu il tal, e farò più di quello hanno falò loro; sichò coslui ò homo che darà da far a cripsliani. Se l’asseta le cose cum el Sufi e che ’Icompi de rumar schiavi, non è allra speranza de sle cose de qui, salvo che tegno che li ultimi con chi el se vorà romper saremo nui, nè si degnerà di tuor imprese come questa isola, che ’1 reputa frasche. Questo suo ambasador, richiede che i merchadanti veglino passar, che li sarà fata bona compagnia. Altro non se intende che ’1 richieda ; doman l’altro se vestirà et si mandarà via. Di Damiata, Inibiamo per la caravela di Tomaso di Thodaro, come l’è slà fato Soldan el diodar grando, e clic li schiavi partili ili Damasco ancora non erano zonti al Cajero. Dillo Soldan si liavea acordato con arabi e facea provision di zente in Alexandria et Damiata, no li qual luogi non ne era slà novità alcuna. 232 Fu posto, per li Savi tulli di Colegio, per expedir l’orator dii Signor turcho, è in questa terra, dar libertà al Colegio possino spender, tra el vestir di esso orator e li soi et li danari se li ha a donar, fino a la stimma di ducati 700, come fu speso a l’altro orator dii Turcho venuto ultimamente in questa terra. Ave (5 di no el fu presa. Fu posto, per li Savi, una letera a l’orator nostro in Pranza in risposta di sua, e come liavemo auto li capitoli con le istruzion di la Christianissima Maestà a Lutrech, el quanto a li scudi 20 milia, li mandemo letere di cambio sarano pagali a la fiera di Lion, e li scudi 30 milia li mandemo in Verona, et cussi la retifichation di capitoli e trieve, e di do lochi Rovere e Riva, con lo ¡strumento di mettersi in la Christianissima Maestà e in la Calholica Altezza di quello restasse a definir per venir a la pace con la Cesarea Maestà; et li mandemo letere per li scudi 25 mila per la mità a nui locha, siccome per sue letere ne scrive. Quanto a le tre proposition richieste di perdonar a li citadini veronesi cesarei, senio ben contenti conpiacer la Cutolica Alteza, et col Senato nostro li perdonamo etc., ma de li do lochi el domanda l’Imperador, ch’è il Cogolo e Butistagno, sono di grande importantia al Stado nostro, e li passi di poterne ofender; et cussi di la deliberation di presoni, ne par che, dovendosi tratar altre cose avanti quelle do Maestà, etiam si potrà tratar quelle due; ma li presoni havemo, sarano in questo mezo benissimo tratati. Et etiam faremo uno orator a la Catho-lica Alteza, el parendo a la Christianissima Maestà, si farà etiam uno altro orator a la Cesarea Maestà, e di questo aspetemo il parer de la Christianissima Maestà, con altre parole etc. Fo una bona letera. Ave 6 di no et fu presa. Fo scrilo una letera al provedador zeneral Grifi in conformità : come se li manda quanto si scrive in Pranza, et manderemo tutte le ratification e comis-sion come richiede monsignor di Lutrech, e li scudi 30 milia è preparati, et si atendi aver Verona, et li danari dia aver soa excellenlia in dies si provederà di mandarli; con tal parole, et vogli una volta soa excellenlia tuor il possesso della città ; con altre parole ut in litteris. Ave 2 di no. Fu posto, per tulli li Savi, una letera a sier Se-bastian Moro provedador di l’armada, come, per lelere dii Baylo nostro di Costantinopoli, la copia di le qual se li manda, per le qual el vederà li lamenti fati per subditi dii Signor turcho di danni fati per nostri subditi, perchè volemo debbi veder, e trovando la verità, punir talmente quelli che non siano causa de romper la bona paxe havemo col Signor turcho; et quanto al dano fato per quelli di la Fraschia, si scrive al rezimento di Candia, che forsi lui non anderà de lì, e andando, unitamente debiuo inquirir e castigar etc., et dii succeso avisi il Baylo predilo e la Signoria nostra ut in litteris. Et fu presa. Ave lutto il Consejo. Fo mandà sier Andrea Foscarini e sier Zuan 232 ' Venier consieri zoso a li Camerlengi a far gropi, e tuttavia sier Marco Falier provedador sora la Camera de impresiedi è a l’oficio a star aspetar de ricever li danari da chi impresta. E si dice si ha di contadi di l’imprestedo da zercha ducati 20 mila fin qui, et ducali 5 mila è a Padoa, et il resto si arà tra ozi e doman. Fo persuaso, per il Canzelier grando, a lutto il Senato, volesse quelli ha oferto prestar andar a portar li danari, vedendo il bisogno grandissimo, e siano di la sorte per le lelere è richiesto, che averano i lazi: et exortando quelli hanno offerto